Era Veleno e Antidoto [h.s.]

Chapter forty-six

Chapter forty-six

 "I'm tired"

 ALICE'S POV

 Ritornai a casa scioccata. La mia vita stava prendendo una fiega troppo sbagliata e troppo spaventosa. La mia testa non connetteva più. Troppe verità lasciate in sospeso e troppe questioni strane mi stavano avvolgendo come mai nessuno aveva fatto con me, forse con anche troppa confidenza.

 Perchè tutto di un tratto la mia vita, che su certi aspetti poteva essere considerata come quella di una normalissima teenager inglese, si stava scoprendo per quella che era in realtà: una vita anormale?

 Da quando era morta mia madre, non riuscivo più ad essere forte, anche volendo. Era come se il mio corpo si rifiutasse in un giorno all'altro di farmi provare quell'adrenali che ti entra in circolo insieme al sague quando il coraggio prende l'eredi del cavallo e ti conduce a superare quegli ostacoli che la vita ti a posto brutalmente.

 "Poteva essere tutta colpa sua..." pensai ad alta voce e accarezzandomi i capelli bagnati dal diluvio che sta invadendo Fell's Church da un paio d'ore, sperando che si asciugassero con il solo contatto dalla mia pelle bollente.

 Era un ragionamento egoista, pensato con i piedi invece che con la testa. Ma non avevo altre idee. Ero arrivata a quella conclusione torturandomi ogni minuto della mia, ormai inutile, vita.

 Mi coricai sul divano con un movimento goffo. Mi lasciai coccolare dal ticchettio della pioggia che bersagliava costantemente il vetro della finestra.

 L'acqua era sempre stata la mia unica fonte di tranquillità e relax.

 Da quando ero nata non riuscivo a stare senza quell'emozioni forti. Una vera e propria droga, di cui ne assumevo orgogliosamente.

 L'unica pecca era che non sapevo nuotare. Adoro l'acqua, ma mi sono sempre rifiutata di assaporarla con il corpo oltre una certa quantità. In poche parole: ho paura della profondità.

 Cacciai tutti quei pensieri che mi affiorarono in questi momenti di solitudine e chiusi gli occhi, facendo grossi e pesanti respiri.