Chapter forty-seven

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Chapter forty-seven

 "Who are you?"

 ALICE'S POV

 Ero ancora seduta in quell'angolo da più di un ora. Non riuscivo a muovere alcun muscolo. Il mio corpo si rifiutava nettamente di obbedire ai miei comandi. Le lacrime continuavano a bagnare le mie guance che, a forza di piangere, si erano come arrugginite.

 L'odore aspro di sangue era impregnato sulla mia maglietta. I conati di vomito stavano aumentando sempre di più.

 Ho sanguinato tantissime volte e la maggior parte delle volte si depositava sui miei vestiti. Dovevo essere abituata a tutto quello, ma non era così. Forse perchè quella volta ero stata io a infliggere dolore. Ammetto di essermi sentita abbastanza soddisfatta nel momento in cui la forbice si faceva largo tra la pelle dello sconosciuto per finire a perforare alcuni organi interni.

 Purtroppo in quel momento, ricordavo quella scena con disgusto e disprezzavo me stessa in un modo inquinante. Ero troppo buona per incolpare il predatore.

 Mi dovetti alzare di colpo a causa di un conato più forte degli altri.

 Avevo le gambe totalmente addormentate, ma ignorai la cosa.

 La cena di poco fa stava risalendo il mio stomaco per arrivare fino all'esofago.

 Aprii bruscamente la porta del bagno e, dopo essermi chinata di fronte al water, vomitai qualunque cosa avessi ingerito nelle ore precedenti. Per fortuna non avevo mangiato molto.

 Finito di rimettere, mi alzai da terra e mi posizionai davanti allo specchio.

 La stanza era ancora immersa nelle tenebre. Riuscivo a malapena a distinguere alcune forme, tra cui il lavabo che in quel momento stringevo intensamente.

 Avevo paura. Avevo paura di rivedere il mio riflesso dopo la terribile serata. Ero sicurissima che mi aveva rovinato.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora