Chapter ninety-six

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Chapter ninety-six

"End"

ALICE'S POV

“Angelo, stai bene?” mi chiese con la sua solita voce preoccupata.

Non aveva neanche idea di quanto ero felice di vederlo. Ero sicurissima che sarebbe subito intervenuto per salvarmi dopo aver sentito i miei richiami disperati. Anche se avevo la netta sensazione che sapeva di già che ero in pericolo. Conoscendolo, so di per certo che mi avrà sorvegliato anche nelle condizioni pietose in cui mi immaginavo si trovasse qualche ora prima.

Dopo averci scambiato qualche sorrisino innocente e imbarazzato, mi allungò la mano destra. Io, senza esitare, l’afferrai e la strinsi con forza. Come se non lo facevo da anni. Mi erano mancati troppo quei brividi che salivano e scendevano lungo la colonna vertebrale. Quelle stesse vibrazioni di cui, dopo averle sentite per la prima volta, non volevo più vivere senza. Mi imbambolai a quel contatto che non avevo con lui da giorni. Provai le stesse e identiche emozioni di quando entrò dentro di me per salvarmi dalle grinfie di Natalia. Qualcosa di immaginabile. Qualcosa di raro per un essere umano. Specialmente se si trattava di me.

“Guarda angelo che ho allungato la mano perché tu l’afferrassi e l’avresti usata come leva per rialzarti dal terreno, non per contemplarla” ridacchiò facendomi arrossire per l’imbarazzo.

Un calore impressionante cominciò a farsi sentire sulla mia guancia, facendola arrossire. Dopo essermi, finalmente, eretta in piedi, appoggiai la mano libera dalla presa di Harry su di esse. Cercai di coprirle il più possibile. Anche se era notte fonda, sapevo che le avrebbe notate. Gli angeli possiedono una vista acutissima, come mi aveva detto lui.

Non resistetti più. Ormai lo facevo da fin troppo tempo. Avvolsi, istintivamente, il suo collo con le mie gracili braccia. Il suo profumo, che mi colpì fin dal primo giorno che lo sentì, mi invase dolcemente i setti nasali. Alcuni suoi ricci continuavano a solleticarmi la guancia sinistra. Le sue mani afferrarono prontamente i miei fianchi, stringendoli con iperprotettività. Cominciarono subito a scaldarmi la parte di me dove erano appoggiate. Il corpo di Harry era sempre stato particolarmente caldo.

“Non hai idea di quanto mi sei mancato” gli sussurrai all’orecchio.

Anche se non riuscivo a vedere il suo viso ben scolpito in quel momento, scommisi lo stesso che un’adorabile sorriso, uno di quelli che dava la possibilità alle sue fossette di scavargli una piccola parte delle sue guance, lo affiorò. Proprio il genere di sorriso che ho sempre amato.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora