Chapter eighty-three

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Chapter eighty-three

 "Vibrations"

 ALICE'S POV

 Una settimana. Era passata ormai una settimana da quando incontrai per la prima volta Damon.

 Non feci altro che cercarlo dappertutto. Avevo ancora la sua collana e ogni volta che la guardavo un pensiero mi ritornava nella mente.

 Era impossibile che Damon avesse la collana di Harry. Perchè e come gliel'avrebbe data? Non si conoscevano nemmeno.

 Una volta gli parlai di lui, ma non nei dettagli e soprattutto con disprezzo. In quel periodo eravamo ancora in conflitto. Pensavo ancora che volesse uccidermi e usai Damon come diario segreto fatto per sfogarmi.

 Ma non mi ero mai azzardata a pronunciare il suo nome, anche perchè lo odiavo a morte. Non lo descrissi nemmeno fisicamente. Mi limitai a parlargli dei suoi difetti e di quanto fosse crudele. Lo avevo reso un perfetto cattivo ragazzo che illude e ferisce le persone. La sua dote migliore era il menefreghismo assoluto. Poteva anche ucciderti con i suoi modi di fare, che lui non mosse nemmeno un dito. Passibile. Ecco come avevo descritto il suo sguardo davanti ad una persona distrutta da lui.

 Ovviamente era una descrizione un po' esagerata. Pensata con i piedi invece che con la testa. Ma non avevo poi così tanto esagerato. Infondo qualcosa era vero. Mi aveva distrutta. Alla fine mi aveva ugualmente uccisa, usando l'arma più dolorosa che potesse esistere. Con quella nessun uomo può sfuggire. Non muori sul colpo, ma con lentezza. Il dolore che provi dentro è così lancinante che sei costretta ad ammazzarti da sola prima che sia lei a farlo.

 Lui l'aveva fatto con me. Io ero ancora in una fase di coma. Sentivo il dolore, ma non avevo ancora avuto il coraggio di dare il colpo di grazie che avrebbe dato fine a tutta quella sofferenza. Mi aveva mollata. Usando parole taglienti per me. Parole che da quella sera avevo sempre sostenuto che non avrebbero mai lasciato quelle sue labbra perfette che si ritrova. Avevo consumato cinque pacchetti di fazzoletti in un ora. Avevo la continua sensazione che il terreno sotto i miei piedi sarebbe crollato da un momento o l'altro. Era già successo, ma lui era sempre stato al mio fianco, pronto a prendermi prima che potessi essere aspirata in un vortice senza fine. Un vortice fatto di problemi e paure. Cosa che mi ritrovo molto spero affianco, negli ultimi otto mesi.

 Ma era non c'era più. Addirittura era stato proprio lui a trascinarmi in tutto questo. E non aveva mai mosso un dito in merito. Passibile. Era questo che dimostrava ogni volta che mi guardava negli occhi.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora