Chapter forty-one

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Chapter forty-one

 "Disappear"

 ALICE'S POV

 Ancor prima di aprire gli occhi seppi di essere in pericolo. Mi mossi quando udii lo scalpiccio di passi sempre più vicini. Il sonno non mi aveva ancora abbandonato e avevo la vista annebbiata. Giacevo sulla schiena e il freddo mi si insinuava nelle ossa attraverso la maglietta.

 Il collo piegato in un'angolazione innaturale mi faceva male, così mi sforzai di aprire gli occhi.

 Pietre sottili emersero dalla nebbia azzurro scuro. Per un attimo tutto mi parve stranamente immobile, e quelle pietre mi fecero pensare a una fila di denti storti. Poi le vidi per ciò che erano: lapidi.

 Cercai di mettermi seduta, ma le mie mani scivolarono sull'erba bagnata. Lottando per contrastare il torpore che ancora mi appannava la mente, mi girai sul fianco per spostarmi da una tomba per metà coperta dalla terra, e mi aprii un varco nella nebbia a tentoni.

 La stoffa dei calzoni, nel punto in cui le ginocchia toccavano il suolo, si inzuppò di rugiada mentre procedevo a carponi tra tombe e monumenti funebri disposti a casaccio. Mi parve di riconoscere quel posto, ma era ancora un pensiero sfuggente; non riuscivo a concentrarmi a causa del terribile dolore che mi martellava il cranio.

 Strisciai lungo un recinto in ferro battuto calpestando uno strato di foglie marce lasciate lì per anni.

 Sentii un macabro ululato proveniente dall'alto; rabbrividii, ma non era quello il suono che mi incuteva più paura.

 I passi calpestavano l'erba dietro di me, ma non capivo se fossero vicino o lontani. Un richiamo echeggiò nella nebbia e cercai di affrettarmi. Sapevo per istinto che dovevo nascondermi, ma ero disorientata. Non vedevo niente a causa del buio e quella misteriosa foschia bluastra proiettava strane ombre davanti a me.

 In lontananza, tra due file di alberi sottili e frondosi, un mausoleo di pietra bianca risplendeva nella notte. Mi alzai in piedi e mi misi a correre in quella direzione.

 Mi infilai tra due monumenti in marmo, e quando sbucai dalla parte opposta lui mi stava aspettando: una figura snella e molto alta, con il braccio teso per colpire. Inciampai e caddi all'indietro.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora