Chapter eighty-eight

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Chapter eighty-eight

 "Two angels in love"

 ALICE'S POV

 "Lasciatela andare subito!"

 Le grida che trasmetteva la sua voce era così tanta da farmi venire i brividi per la paura.

 Era da poco che conoscevo mia madre, ma nelle ultime settimane non l'avevo mai vista così arrabbiata prima d'ora.

 Il dolore al braccio mi continuava a tormentarmi e la mia vista si annebbiava sempre di più. Ormai il mio corpo stava diventando un accumulo di ossa su uno sgabello. Non riuscivo più a muovere alcun muscolo che possedevo. Sentivo che mi stavano abbandonando e, crudelmente, mi stavano lasciando proseguire il mio destino, che come lo stavo affrontando ero più che certa che sarebbe finito molto male.

 "Ed ecco chi si vede! Ben tornata, mia cara Amanda. Ti è mancato il mondo degli angeli? Ti è mancato essere uno di noi?" scherzò l'uomo più robusto.

 Conoscevano il suo nome? Erano degli angeli pure loro? Beh dovevo arrivarci da prima. Il coltello con cui mi torturarono emetteva una luce fosforescente di colore blu. La stessa che emise la collana con l'aeroplanino di carta di Harry. Che stupida.

 "Credo che sia mancato anche a voi. È da un po' che non vi facevate vedere e in più non è da spirito di un angelo buono torturare un umana" disse usando un tono malizioso e incredibilmente provocante.

 In quelle settimane che avevo passato insieme a lei mi ero accorta di avere tantissime cose in comune con mia madre. Per prima cosa, provocare le persone perfettamente quando la rabbia ci possedeva. Avrei fatto volentieri un applauso a mia madre per il coraggio che stava dimostrando in quella situazione e anche per aver riconosciuto quei due idioti anche sotto la maschera. Ma nel momento in cui le mie mani erano sul punto di toccarsi, la forza mi abbandonò.

 Fui costretta a riportarle lungo i miei fianchi piegati in una posizione strana. Era incredibile come fosse un esempio filosofico il nostro corpo. Senza il sangue che ci scorre nelle vene, le nostre ossa e i nostri muscoli non riescono più a muoversi, non riescono più ad essere utili in qualcosa come quando il sangue gli rendeva vivi e vegeti. È come se il sangue fosse l'amore, la passione che ci posseggono sempre. Da quando nasciamo a quando moriamo. Però è compito nostro proteggerli. Dobbiamo trattarli bene e soprattutto volerli. Se non è così la perderemo e noi non valiamo più niente. Saremo inutili come il mio corpo in quel momento. Non saremo più nessuno.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora