Capitolo 2

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"Cosa cavolo hai fatto!Brutto cretino!"rincorro mio fratello per tutta la casa fradicia,fino ad arrivare alla cucina dove mamma e Sasha ci guardano stupite."Ancora con questi scherzi Devon?Quante volte ti devo dire di lasciate stare tua sorella?"ben gli sta."Ora,tu vatti a cambiare e tu-guarda Devon-non farlo più se no i miei muffin non li troverai più per colazione"i suoi muffin sono la vita.Non so come faccia a farli così buoni.
Decido di farmi la doccia per poi prendere un paio leggins neri,una camicetta a quadri e una maglietta nera per poi vestirmi.Ascigo i miei capelli biondi per poi farmi una treccia e andare a fare colazione.Mangio i fantastici muffin e poi prendo la cartella per andare a scuola insieme a Sasha con la macchina di Devon.
"Vedi di non dare nell'occhio come sempre,mi raccomando"mi avvisa Devon come ogni volta."Scusa ma non è colpa mia se mi prendono di mira"mi giustifico.
Appena scendiamo,Devon va a salutare i suoi amici e io e Sasha,sempre insieme,ci dirigiamo all'entrata.
Riconosco una chioma biondo cenere e urlo senza accorgermene"Aspetta"ma appena lo sente,senza girarsi,lascia i suoi amici e scappa.Tutte le persone si girano verso me e mi guardano."Che avete da guardare?"domando mentre qualcuno parlotta,altri se ne fregano mentre i suoi amici mi guardano stupiti.
"Sam,ricorda,non dare nell'occhio"Sasha parla ma io non la ascolto granché perché penso ancora al ragazzo misterioso.
"Guarda che è di là che dobbiamo andare"mi tira per un braccio e io la seguo senza sapere dove finiremo.
Ci andiamo a sedere nei posti più infondo possibile e dopo che la professoressa è arrivata dice quelle fatidiche parole."Abbiamo due alunne nuove,venite a presentarvi,su su"si guarda in giro e quando Sasha si alza,la professoressa sposta lo sguardo su di noi.Mi tira e io mi alzo contro voglia."Io sono Sasha Coopers. Ho diciotto anni,adoro la matematica e ci siamo trasferite da Chicago"mia sorella va al posto e io rimango da sola imbarazzata."Bhe ho diciotto anni anche io visto che siamo gemelle-ridacchio per il mio peggior difetto,l'imbarazzo-mi chiamo Samantha Coopers,Sam per gli amici e adoro leggere,apre un mondo nuovo,ti fa sentire vivo,come la droga.Non che io l'abbia mai provata"alcuni ridono e la professoressa mi fa un sorriso d'incoraggiamento.Mentre vado al posto in contro quegli occhi ipnotici per me e lui mantiene lo sguardo su di me,come faccio io fino a quando non mi siedo.Ciò che ho visto è la parte sinistra della sua faccia e il ciuffo che copre il restante del viso.
Incominciamo la lezione d'Italiano e io rimango persa tra le parole dette dalla professoressa di Pirandello.Un famoso dundrammaturgo, scrittore e poeta italiano,che nel romanzo 'Uno,nessuno e centomila' attraverso la metafora della maschera spiega come l'uomo si nasconda dietro una "maschera"che non consente di conoscere la propria personalità. Infatti penso che nella realtà quotidiana gli individui non si mostrano mai per quello che sono, ma assumono una maschera che li rende personaggi e non li rivela come persone.
Appena suona la campanella che pone fino all'ora,metto giù la penna e guardo Sasha."Ti è piaciuta la lezione?""Moltro attraente questo Pirandello"rido e mi incomincio a preparare per un'ora non proprio piacevole:matematica.
A fine giornata mi muovo a preparare lo zaino,ciò significa buttare tutto dentro lo zaino senza fregarsene,per parlare con il ragazzo biondo.
Dico una serie di"Permesso"ma non riesco a parlare con il diretto interessato perché quando arrivo fuori parte a razzo con la sua moto nera.
Cavolicchio!
"Hey,tu"mi chiama la ragazza che è sempre vicina al biondo."Sono Samantha"allungo la mia mano ma lei mi sorride cordiale."Lascialo perdere"mi suggerisce."Perche tutte le volte che cerco di parlargli si gira dalla parte opposta o scappa via?" "Non è un tipo molto socievole" "Secondo te non vuole parlare con me?" "Nah,diciamo che è molto chiuso con la maggior parte delle persone.Se non gli parli,ti lascerà in pace""Ma io volevo parlargli"tiro le labbra in una linea dritta e lei mi guarda dolcemente"Lascia perdere.Comunque io sono Jenne"mi porge la mano e gliela stringo."Ci si vede in giro"dice andandosene. "Potevi aspettarmi Sam,sei scappata"mi raggiunge Sasha con il fiatone."Scusami"mi riprendo dalla conversazione appena avuta con Jenne."Dai,ora andiamo da Devon"
"Che cazzo ti è venuto in mente di inseguire quel ragazzo questa mattina e prima?"mi accoglie nella sua macchina."Pura curiosità"risponde semplicemente.Lui sbuffa e in un batter d'occhio siamo a casa a mangiare."Oggi metti via te"dico al mio fantastico fratello.Alza gli occhi al cielo e io me ne vado in camera.

Vado nel mio posticino quasi segreto e osservo la strada popolata da ragazze che parlottano, ragazzi che giocano e da macchine.Porto fuori i compiti che ci hanno assegnato oggi e incomincio a farli.Perfortuna che il tetto è piano visto che sotto c'è la camera di mio fratello e quindi se dovessi accadere ci sarebbe un altro tetto che mi aiuterebbe a non spappolarmi al suolo.Non che debba perforza succedere!
Dopo due ore di studio pesanti,attacco le cuffie al telefono e faccio partire la playlist che subito stoppo appena vedo passare il ragazzo misterioso in skate.Urlo un "Hey tu"mi gira ma non vedendo nessuno,se ne va.
Penso che mi trovi pazza da ciò che ha potuto vedere.
"Scendi da lì e vieni a mangiare,sono le otto"mi richiama Sasha da camera mia.
"Allora come è andato il primo giorno?"domanda mamma. "Benissimo"risponde positiva mia sorella."Bene fino a quando Sam non ha attirato l'attenzione su se stessa per richiamare un ragazzo"perchè deve parlare?Devon,dopo facciamo due conti.
"Un ragazzo?""Mmh,ieri dalla nonna gli sono andata addosso per sbaglio e gli ho chiesto se gli avevo fatto male ma non mi ha risposto.Oggi volevo solo sapere cosa avesse,visto che non mi ha risposto""Non ti cacciare nei guai Samantha"quando mi chiama con il mio nome intero,è per avvertirmi.
"Tranquilla mamma,non mi caccerò nei guai"la rassicuro anche se neanche io sono molto convinta di questo.
"Sam,ti dispiace se vengo a dormire con te?"mi chiede Sasha."Certo che no""Invitiamo anche Devon?""Non penso venga"faccio una smorfia.
Oramai è da tanto che non facciamo le nostre mini riunioni raggruppati in uno dei letti.Diciamo che quando uno di noi tre è triste,ci riuniamo e stiamo insieme.Come per dire 'Ci siamo anche noi,non sei da sola o da solo'.
"Non mi ha risposto"siamo dentro il mio caldo lettuccio da più di un'ora e Devon non è arrivato.Questo mi preoccupa visto che c'è sempre stato.
"Non ti preoccupare"la abbraccio e subito dopo la porta della mia stanza di apre e fa intravedere Devon.Il sorriso di Sasha si allarga per poi saltare in piedi e abbracciare suo fratello.
"Non manco mai piccola peste"le arruffa i capelli e poi viene verso me.
"Non combinare cavolate peste numero due"abbraccia anche me.
Ci stendiamo e parliamo per più di un'ora e poi arriva il fatidico momento.
"Ora a letto soldati"scherzo e loro ridono.Ci abbracciamo e io incomincio a intonare parole di una canzone calma per poi sentire due respiri regolari e anche io mi addormento.

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