VII

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"Tabacco e confidenze"

Arrivò la sera, di nuovo: la nostra prima sera lontani da casa.

Sembrava così surreale.

Avevamo trascorso il pomeriggio con conversazioni occasionali tra di noi, mentre svolgevamo faccende come cercare la legna per accendere un fuoco, oppure perlustrare la flora per trovare qualcosa in più da mangiare.

Fortunatamente Patrick aveva portato dei marshmallows, così da bravi canadesi li cuocemmo sul fuoco e li mangiammo con gusto.

Ad una persona esterna al gruppo saremmo parsi amici da secoli, anche se ci eravamo conosciuti appena la sera prima, ma chissà, probabilmente sono queste situazioni e queste esperienze a legare le persone.

E così ci ritrovammo tutti e 7 attorno al fuoco, a parlare di cose a caso e teorie sugli alieni, e non mi sembrava più così strano intromettermi nella conversazione.

"Ragazzi, vi dico che esistono davvero" disse Martin.

"Che fighi gli alieni! Vorrei tanto conoscerne qualcuno e stringergli la mano, e poi chiedergli di fare un giretto su un ufo. Sarebbe PAZZESCO" disse Josh con fare elettrizzato.

"I-io non penso che esistano" intervenne timidamente Junko.

"Che intendi?" domandó Polly.

"Insomma... s-se esistessero davvero, perché non si sono ancora mostrati a noi? P-perché nascondersi?"

"Beh, non lo so..." rispose Martin.

"Io dico... CHE SONO GIÀ IN MEZZO A NOI" partecipó Josh col suo solito atteggiamento scherzoso e poco serio.

"CHI MI DICE CHE NON SIATE TUTTI ALIENI? CHI DICE A VOI CHE IO STESSO NON SIA UN ALIENO?" e iniziò a fare il verso ad ET l'extraterreste. Devo dire un'esibizione davvero impeccabile.

Scoppiammo tutti a ridere.

"E tu che ne pensi Emma?" chiese Polly all'amica.

La bionda rispose sognante:

"Beh, credo che sia impossibile essere gli unici nell'universo... immaginate la vastitá di stelle, di pianeti, di sistemi che lo compongono. Credere di essere davvero soli sarebbe da egoisti secondo me.
Tipico dell'uomo, credersi il migliore, l'anello più alto della catena.
Non dovremmo porci limiti, dovremmo continuare a cercare e nutrire la speranza di trovare qualcosa un giorno. Sono sicura che ci sia, lí fuori."

Accorgendo di essersi persa nei suoi pensieri si scusó, abbassando la testa e spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Rimasi affascinato dal suo punto di vista, e lo condividevo.

"E tu, che dici? Non hai aperto bocca". Emma spostó tutta l'attenzione del gruppo su di me. La maledissi per un istante.

Mi sentii un po' in soggezione.

"Semplicemente la penso come te."

Mi sorrise. Era già un passo avanti, almeno ci avevo provato, anche se solitamente ero più un ascoltatore.

"E adesso tutti a dormire marmocchi" intervenne Polly per stemprare quell'imbarazzo che si era creato.

Non rimaneva altro che dividerci nelle tende. Come fare?

"Le ragazze c'entreranno in una tenda tutte e tre. Noi ragazzi faremo a sorteggio per dividerci nelle altre due." propose Martin.

"Buona idea" commentó Josh.

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