LVIII

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"Allarme rosso"

All'essere umano basta pochissimo tempo per abituarsi alle cose. Ancor meno per affezionarsene.
Ma serve soltanto un secondo per perderle, ed il rischio è sempre in agguato.

Lo capii in quel giorno, appena essermi risvegliato dopo il trapianto di Emma.

Nel corridoio sentivo un viavai di persone, rumori, ordini impartiti.

Stava accadendo qualcosa, ma mai avrei immaginato che la mia Emma fosse nel mezzo di tutto ciò.

Ad irrompere nella mia calma camera fu Josh.

Era solo, spalancó la porta con un'espressione atterrita.

"Cosa?" feci io.

"Emma" disse. "Lei... non si sveglia"

"Che cazzo vuol dire che non si sveglia?" iniziai a scaldarmi.

Il riccio parlò a raffica: "Passate le 5 ore di trasfusione si sarebbe dovuta risvegliare, siamo a 7 ore e lei non si sveglia. Non c'è modo"

"7 ore? Quanto cazzo ho dormito?"

"Non importa, sono venuto a dirtelo perché pensavo volessi sape- Ethan? Ethan che stai facendo?"

Volevo alzarmi e andare da lei, volevo essere partecipe del casino che stava succedendo.

Sarei dovuto rimanere due giorni a letto, invece dopo solo 7 ore presi a staccarmi tutti i fili e i tubi attaccati al mio corpo.

Non sentivo dolore mentre mi toglievo tutti quegli aghi, volevo fare in fretta e andarmene.

Josh provò a fermarmi, ma lo spintonai.

Mi alzai in piedi.

All'inizio barcollai un po', poi iniziò la corsa verso l'altra camera d'ospedale con il mio didietro scoperto al vento.

"Almeno copriti!". Josh mi lanciò la sua felpa che strinsi in vita.

Vidi in lontananza i genitori di Emma. Il signor Turner stava abbracciando la madre della mia ragazza mentre questa a volto chino piangeva.

"Cosa sta succedendo?" chiesi avvicinandomi.

Tutti i miei amici si girarono sconvolti di vedermi lì.

"Ethan! Che ci fai qui?"

"Emma... Josh mi ha detto..."

"Josh! Ti avevamo detto che non dovevi dirglielo!" lo rimbeccó Junko.

"Dovevo invece! Doveva saperlo! Non ci avrebbe mai perdonato se..."

Non c'era bisogno che Josh finisse la frase. Avevamo tutti capito.

"Spiegatemi bene cosa sta succedendo" domandai ancora cercando di mantenere la calma.

"Non si sveglia, credono sia entrata in coma. Ormai i dottori sono dentro da più di un'ora"

Cazzo.

"E ora?"

"Ora nulla... ora si aspetta..."

"...e si spera" concluse il padre di Emma.

Non riuscivo a starmene così, ma non potevo fare altro...

"Che ci fa Lei qui?"

Un medico notò la mia presenza.

"Torni in camera!" mi ordinò.

Am I gonna lose you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora