Am I gonna lose you?

XVIII

"Ti aspetterò laggiù"

Aprii il mio quaderno delle citazioni e potetti vedere l'eccitazione di Emma.

Sperai si sentisse speciale perché le stavo mostrando qualcosa che non avevo mai mostrato a nessuno, e perché era effettivamente speciale.

Presi una pagina a caso ed iniziai a leggere ad altra voce.

"La verità fa male ma i segreti uccidono"

"Bella, perché te la sei salvata?"

"Non ricordo esattamente, credo semplicemente perché mi piaceva"

"Vai alla prossima"

"Se un albero cade nella foresta ma nessuno è li per sentirlo, fa davvero rumore?"

"Uoo, profonda questa"

"Già"

"Ha un significato?"

"Beh, vuol dire che se un albero cade ma non c'è nessuno a sentirl-"

"Sì scemo, l'avevo capito, intendevo, ha un significato per te?"

"Credo che volevo solo dirmi che anche se fai cose meravigliose ma sei Mr. Nessuno, continui a non valere un cazzo"

"Che visione infelice..."

"La vita è infelice"

"No. Non è vero."

"E invece è la verità, arrenditi"

"Mai. La vita è meravigliosa."

Non l'avrei mai capita.

Non la vita, la ragazza intendo.

Forse sì, anche la vita.

"Ma dove vivi? E le guerre? Le persone che muoiono? Le malattie? Il mondo è una merda"

"E invece è tutto così meraviglioso"

"Ma sì, ma in fondo che cazzo ne vuoi sapere tu, vivi nel lusso, con una famiglia che ti vuole bene, sei qui per capriccio"

La quiete notturna venne infranta da uno schiocco.

Era avvenuto tutto in un millesimo di secondo. Non avrei mai potuto aspettarmelo o impedirlo.

Emma mi aveva tirato uno schiaffo, ed anche bello forte.

Immaginai di avere le sue cinque dita sulla guancia, impresse a vita.

Ci guardammo per un lasso di tempo indefinito.

Eravamo entrambi materia sconosciuta all'altro.

Pensavo davvero quelle cattiverie che avevo detto? Probabilmente sì.

Emma non ha mai detto nulla per smentirle, non ci ha mai voluto rivelare il vero motivo della sua fuga, e intanto tutti i suoi ricordi di casa erano felici.