VIII

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"Di scoperte e di sorprese"

La ragazza bionda continuava a correre davanti a me.

I suoi capelli volavano nel vento, così lisci, così liberi.

Le gridavo di fermarsi, ma non mi ascoltava.

Continuava solo a correre e correre, arrancando. Era affaticata, potevo percepirlo.

"Fermati, ti prego!"

Non ricordo il motivo per cui la stessi rincorrendo, non sapevo chi fosse, ma sentivo solo che dovevo farlo. Era semplicemente la cosa giusta.

La misteriosa ragazza rallentó il passo fino a fermarsi del tutto, ma non si giró.

Mi avvicinai a lei, stavo quasi per vederle il volto. Ancora pochi secondi e ce l'avrei fatta, avrei scoperto chi si celava dietro a quel corpo angelico e leggiadro che correva poco prima nella foresta e che io stavo inseguendo.

Mancava così poco...

Finché non fui svegliato di soprassalto da una cuscinata in testa.

"HEY!"

Mi alzai di scatto, incazzato nero che il mio sogno fosse stato interrotto così brutalmente.

Il disturbatore seriale era Patrick, che tutto sorridente mi guardava dicendo che era contento mi fossi svegliato e che stavo dormendo come un ghiro.

Oh, non sapeva quello che gli aspettava.

"MA CRISTO, COME CAZZO TI È VENUTO IN MENTE DI SVEGLIARMI, MA CHI TE L'HA CHIESTO, TI CONVIENE CORRERE PERCHÉ SE TI PRENDO GIURO CHE TI-"

Come un flash ritornai alla serata precedente, rividi davanti ai miei occhi il volto dolce di Emma che mi chiedeva di comportarmi meglio con gli altri ragazzi.

Perché stavo seriamente prendendo in considerazione l'idea di accontentarla? Quasi non mi riconoscevo più...

Prima di poter decidere se prendere a pugni Patrick o astenermi dal farlo, entró Josh che mi tolse d'impaccio.

"Ma che cos'è tutto questo casino? Che sta succedendo qui?"

"Avete mandato voi questo babbuino a svegliarmi?"

"Oooh, capisco, sei uno di quelli che la mattina non vogliono parlare con nessuno, mi dispiace" disse Josh pronto, con una mezza nota divertita.

"Dai Patrick, lasciamolo stare, diremo alle ragazze che non siamo riusciti a svegliarlo..."

La mia intenzione era quella di pensare prima di agire sul da farsi, ma la mia bocca si mosse arbitrariamente.

"Vabbè, ormai sono sveglio, tantovale venga con voi", gli concessi.

Uscii dalla tenda, e potei giurare di aver visto con la coda dell'occhio i due ragazzi esultare e battersi il pugno vittoriosi.

Alzai gli occhi al cielo.

Mi accorsi di sentirmi... bagnato.

Ecco, lo sapevo, NON PENSATE MALE.

Realizzai pochi istanti dopo che stava piovendo. Maledetto tempo canadese.

Le ragazze e Martin erano poco più avanti seduti su delle rocce con degli impermeabili addosso.

Quando mi videro arrivare me ne porsero uno. Lo presi e lo indossai.

"Ebbene? Perché mi avete chiamato?"

Am I gonna lose you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora