"Premure"
Aprii lentamente la porta della sua camera d'ospedale.
La vidi subito sdraiata sul lettino, con mille fili e tubicini attaccati al suo esile corpo pallido.
Non sapevo davvero cosa dire, so solo che il mio cuore urlava dalla gioia di rivederla sveglia.
Mi avvicinai a lei, che fu la prima a parlare.
"Mi... dispiace. Ho rovinato il nostro mesiversario"
"Non provare a scusarti mai più, mai più per una cosa del genere. Basta che tu stia bene" dissi. "Il mesiversario si può rimandare" aggiunsi.
Lei si sforzó di sorridere, ma il momento dopo si arrese.
Non c'era nulla di cui sorridere e le costava troppa fatica farlo.
"Volevi che Polly fosse la prima a-"
"Avrei voluto vedervi tutti. Sono contenta che ora sei qui con me" disse lei diplomatica.
"Perché non mi hai detto che non ti sentivi bene?"
"Perché-" fu interrotta da vari colpi di tosse più o meno forti. Pensai che fosse la cosa migliore non farla stancare, come da suggerimento del medico.
"Non importa, avremo tempo per discutere"
"Il mio tempo è contato" disse.
Mi demoralizzó.
"No, non devi dire così"
I suoi occhi si fecero lucidi.
"Ho paura Et" disse con voce flebile. "Non voglio morire"
Mi si strinse il cuore. Avrei voluto essere il suo supereroe e portarla in salvo sulla luna, ma mi sentivo così fottutamente impotente che ogni secondo in cui la vedevo in quello stato era come un pugno nello stomaco per me.
"Adesso ho così tanto da perdere..."
Se avessi aperto bocca, avrei iniziato a frignare come un bambino.
Invece dovevo rimanere forte per lei.
Ma io mi sentivo ancora un bambino, ed in confronto a quel cancro che me la stava portando via ero una pulce.
"Mi mancano mamma e papà" disse piangendo.
"Vuoi... vuoi che li chiamiamo?"
"Tutti questi mesi di assenza per non farli soffrire... e mi arrendo proprio all'ultimo"
"Non è arrendersi, credo sia giusto che-"
"Sono così un'egoista!"
"No, Em, calmati, sta calma piccoletta"
La macchina alla sua destra stava diventando rumorosa ed i "bip" sempre più ravvicinati. Temetti che non fosse un buon segno.
"Ascoltami bene. I tuoi meritano di starti vicino in questo momento, chiaro? Non li salverai dalle sofferenze, non puoi, neanche tenendoli lontano. Voglio che adesso tu pensi a te stessa"
"Ti prego Et, oh, ti prego, falli venire qui"
"Certo, certo che lo farò"
Mi tese la mano e gliela strinsi. Avvicinammo le nostre teste e cercai di placare il suo pianto.
"Sei stabile, hai sentito i dottori? Adesso viene Polly, non c'è nulla di cui preoccuparsi"
"Ti amo Et, non so come avrei fatto senza di te adesso"
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Am I gonna lose you?
Teen FictionLa vita di Ethan è costellata di problemi, a partire da quelli tra le mura di casa. Come spesso i 17enni come lui fanno, si rifugia nell'internet alla ricerca di conforto e comprensione. Casualmente, in un giorno come un altro, incappa in un annunci...