Ero allarmato dalla presenza estranea presente assieme a me nella mia mente ma alcune voci giunsero a distrarmi.
"Non avevamo nessun diritto di sottoporlo ad un tale trauma" disse una voce mascolina "Così tanta violenza e paura...".
Pareva in pena per me e mi sentii scaldare il cuore.
"Mh, ha strillato solo una volta. Come una femminuccia" rispose un'altra voce, stridula e femminile; sgradevole esattamente come le parole che mi aveva appena dedicato.
Ma pareva compiaciuta perché disse "Lui è forte. Altre anime hanno patito traumi peggiori per ricordi molto più futili. Vedrai che starà benone".
"Forse hai sbagliato Talento. Forse dovevi diventare una Curatrice come me".
Sarcasmo, capii. Il maschio le stava facendo del sarcasmo. La femmina gli rise in faccia. "Naa. Noi Cacciatori preferiamo una vita condita da qualche emozione". Alla parola Cacciatori un brivido attraversò il corpo del Maestro di kung fu.
Il residuo di una reazione che aveva il mio precedente ospite a quella parola, ovviamente. Io non avevo alcun motivo di temere i Cacciatori.
"Penso proprio che tu e i tuoi colleghi godiate nella violenza congenita di questi mortali. Vi diverte" ringhiò la voce maschile.
Rimasi stupito dal tono di accusa, stavano litigando? I litigi erano qualcosa di familiare al mio ospite, ma non a me; le anime non litigano fra loro.
La femmina si mise immediatamente sulla difensiva. "Questi mortali non esitano a fare del male a noi anime pur di non essere catturati. Noi Cacciatori affrontiamo la violenza, non la cerchiamo affatto" ribatté "E voi altri dovreste essere grati al nostro ordine, alla nostra capacità di affrontare il pericolo. Se così non fosse, la vostra pace... puff!".
"Il vostro Talento ha ancora poco da vivere".
"Ah! Questo corpo è la palese prova che ti sbagli".
"Un mortale solo e disarmato! Sai che minaccia spaventosa per la nostra beneamata pace".
La femmina fece un profondo sospiro. Come se si stesse preparando a spiegare un concetto difficile ad un cucciolo ottuso.
"Sì, ma da dove viene? Lo abbiamo localizzato qui, a Delah, una città completamente civilizzata da noi anime. Quindi, che cosa ci faceva un ribelle come lui in pieno territorio nemico? Era solo? E se ce ne fossero altri? ".
Faceva sempre domande così a raffica? Era... fastidiosa. Istigava all'ostilità, all'irritazione. Non mi sorpresi che il maschio fosse così insofferente nei suoi confronti.
Il Curatore, ero certo che lo fosse dato che ero appena stato impiantato in un corpo ospite, emise un verso esasperato, come se volesse lasciare cadere la conversazione.
"Il mio compito è far sì che questa anima stia bene".
Parlavano di me. A seconda degli ospiti in cui avevo vissuto, avevo sentito definire la nostra specie in molti modi. Mi piacque questa nuova parola: anima.
"Questa anima deve stare bene. Mi serve per rispondere alle mie domande. Quando si sveglierà?". "Quando se la sentirà di farlo, Cacciatrice, e tu non gli metterai fretta". La sua voce si addolcì un poco, tinta dalla comprensione "Prova a metterti nei suoi panni: svegliarsi improvvisamente nel corpo di un ospite, un ribelle, catturato con la forza e ferito quasi a morte".
La voce maschile era piena di premura e preoccupazione. Era sicuramente un bravo Curatore; attento ai bisogni dei suoi pazienti.
"Se la caverà" disse semplicemente la femmina, cercando di rassicurarlo "Il Ricordo lo ha superato bene".
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Estate che ustiona il deserto
FanfictionAttenzione: la trama di base di questo romanzo si rifà completamente all'opera The Host di Stephanie Meyer. Tuttavia, nel corso della vicenda, saranno presenti riadattamenti di luoghi e personaggi.