Capitolo 31: La mortalità

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"Shifu" la sentii chiamare ancora. La sua voce era così dolce e morbida, la stessa voce con cui gli aveva sempre parlato.

Il mio respiro fu spezzato da altri singhiozzi.

"Tu sai che quel bacio era per te, Shifu. Non per la creatura, lui non lo voglio, voglio solamente te, Shifu" disse dolcemente.

Emettei un lamento e mi premei le zampe sulla bocca, cercando di tacere. Shifu la ascoltava, rapito Zahra...

"Sono felice. Ora so che tu sei lì dentro" continuò Zahra "Ti tirerò fuori, Shifu. Ucciderò quel parassita che ti tiene prigioniero, te lo prometto".

Lei manteneva sempre le promesse, no?

Un altro singhiozzò mi squarciò i polmoni.

"Ti amo, Shifu. Ti riporterò da me" disse ancora Zahra, poi sentii i suoi passi allontanarsi. Mi morsi il labbro sino a farlo sanguinare pur di non emettere un altro lamento.

Ero accovacciato in una posizione assurda e alquanto scomoda. In diagonale, a testa in giù e con la guancia premuta contro la roccia scabra. Le spalle erano sorrette da una scatola, la destra più in alto della sinistra. Le gambe mi pizzicavano in alcuni punti, probabilmente l'impatto con gli scatoloni mi era costato qualche sbucciatura.

Come le avrei spiegate a Tigre e agli altri? Ovviamente avrei detto loro che me le ero procurate da solo, ma con che coraggio potevo dire che Zahra mi aveva baciato per sottopormi ad una prova, neanche fossi...

Un verme buono solo per un esperimento di laboratorio, mi dissi. Quanto a lungo sarei rimasto in quella posizione?

Non volevo fare rumore, ma avevo paura che la mia schiena si potesse spezzare. Il dolore divenne sempre più difficile da sopportare.

Shifu non mi rivolgeva la parola, troppo impegnato a trastullarsi con le parole di Zahra, soddisfatto e felice.

Zahra gli aveva parlato, gli aveva detto che lo amava, aveva accettato la sua esistenza, anzi gli aveva giurato che mi avrebbe ucciso per liberarlo e lui era stato felice della prospettiva.

Provai una rabbia inconsueta nei suoi confronti. Una rabbia diversa da quella che mi aveva preso quando cercavo di cancellarlo. Mi sentivo tradito. Non era passato solamente un giorno da quando mi aveva detto che mi voleva bene?

Invece, non aveva esitato a farmi del male, poco prima, infliggendomi quel dolore aspro alla testa e aveva goduto quando lo avevo supplicato di smettere.

Come poteva essere arrabbiato con me dopo quello che era accaduto? Come poteva essere colpa mia se prima mi aveva costretto ad innamorarmi subendo i suoi ricordi e poi il suo corpo ribelle mi aveva sopraffatto?

Mi dispiaceva averlo fatto soffrire baciando Zahra, ma era successo tutto troppo in fretta, non avevo mai avuto a che fare con una situazione del genere, non avevo saputo che dire per fermarla!

Shifu, invece, godeva della mia sofferenza. Ripensai al giorno prima, quando mi aveva abbracciato con la sua coscienza dicendo di volermi bene.

Cattivo, ipocrita e falso come tutti i mortali.

Nuove lacrime scesero copiosamente dai miei occhi mentre lui si assicurava di restare ben separato da me.

Abituata al suo calore, la mia coscienza sola congelò.

Il dolore alla schiena esplose improvvisamente, diventando insopportabile. Con un gemito mi contorsi, cercando di uscire.

Me ne fregavo del rumore che facevo, dovevo uscire da lì. Giurai a me stesso che non sarei mai più rientrato in quel buco, piuttosto la morte.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora