"Chi è la Cacciatrice? Perché si ostina nella tua ricerca?" urlò Zahra. In quello spazio ristretto, la sua voce era assordante.
Mi ritrassi per sfuggire al contatto di quella disgustosa arma. Voltai il capo di lato: era l'unico modo per evitare il suo sguardo. La mia lingua era paralizzata, non riuscivo a proferire parola.
Non avevo niente da nascondere, le sue non erano domande pericolose, potevo risponderle senza troppi problemi.
Dovevo solamente evitare lapsus, lei non doveva sapere che Shifu era ancora vivo, dentro di me, mi avrebbe considerato un bugiardo manipolatore.
Perché io sapevo che quello era il suo più feroce desiderio; che il suo innamorato fosse ancora vivo, ancora suo. Inoltre, non voleva sapere il segreto che avrei difeso ad ogni costo.
Ma non riuscivo a trovare la voce, avevo troppa paura che mi facesse male, che si decidesse ad affondare la lama nella tenera carne della mia gola. E anche se mi avesse colpito, non avrei comunque trovato il coraggio di parlare.
"Zahra!" esclamò ancora Tigre, la voce così piena di preoccupazione da farmi allargare il cuore "Smettila, esci di lì!".
"Stai zitta, Tigre, ma, soprattutto, stai ferma. Peggiorerai la ferita" rispose la fennec, senza smettere di fissarmi "Rispondimi o ti faccio male". Quelle parole aumentarono a dismisura il mio tremore, cominciai a singhiozzare.
Ma lei si era accorta di una mia precedente reazione. Quando aveva menzionato la ferita di Tigre, l'avevo guardata con preoccupazione perché non volevo che si facesse male a causa mia. Zahra socchiuse gli occhi, sorridendo.
La lama sulla mia gola era così fredda da darmi l'impressione di bruciare e fui sorpreso e sollevato quando la sentii sparire.
"Zahra, per gli Dei, guardalo, è mezzo morto di paura!" ringhiò Tigre.
Zahra preparò il colpo, alzando il pugno "Cambio di programma" ghignò ed io alzai le braccia per ripararmi, guardandola fra di esse .
"No!" urlò Tigre, sentii grattare, stava cercando di entrare nel buco e mi resi conto che si sarebbe ancora più ferita se avesse insistito "Va bene, vuoi delle risposte? Lascia che parli io con...".
All'improvviso compresi che intenzioni avesse Zahra.
Colpì Tigre.
Un colpo secco, brutale, che la costrinse a lasciare la presa sulla roccia scabra e a rotolare sul duro pavimento della caverna. Emettei un singulto.
"Troia..." ringhiò Tigre, cercando di soffocare dei gemiti di dolore.
Sbarrai gli occhi, cercandola con lo sguardo "Tigre..." sussurrai. Era a terra, la bocca sanguinante. Si teneva il fianco ferito con una zampa e cercava di rialzarsi. Le tremavano le braccia per la debolezza.
Zahra mi afferrò per la pelliccia del capo, sollevandomi il viso e facendomi male. "La vedi? Tigre è debole a causa della ferita e del poco sonno. Gli dai molti pensieri" sibilò, ad un soffio dalle mie labbra.
Shifu era sempre stato importante per Tigre. Era l'astro del mattino e della sera, non osavo nemmeno immaginare cosa volesse dire per lei ritrovarsi davanti la persona che aveva perduto, sapendo però che all'interno del suo corpo abitava... un parassita.
"Rispondi alle mie domande" mormorò Zahra e sorrise, cattiva "O giuro che esco a dare una ritoccata al sua fianco martoriato". Sbarrai gli occhi e non dubitai che fosse capace di farlo.
Shifu era sgomento. No... non le farebbe mai del male, si illudeva.
"Dai, vieni" ringhiò Tigre "Vediamo chi di noi due sopravviverà, sottospecie di ratto".
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Estate che ustiona il deserto
FanfictionAttenzione: la trama di base di questo romanzo si rifà completamente all'opera The Host di Stephanie Meyer. Tuttavia, nel corso della vicenda, saranno presenti riadattamenti di luoghi e personaggi.