Capitolo 41: Il tradimento

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Istintivamente rallentai quando udii le prime voci e mi nascosi in una larga crepa nella parete, al buio.Avevo il fiatone per la corsa e la paura che provavo, così mi tappai la bocca per non fare rumore.

"...Continuare ad insistere è assurdo" si stava lamentando qualcuno. Il tono era così depresso che la mia paura divenne ansia.Ci avevo visto giusto, allora, stava succedendo qualcosa di brutto.

"Questa volta non è colpa di Doc. L'idea è stata di Zahra". La voce era di Georges, che era uscito in missione con gli altri. Il suo tono era carico di disgusto.

"Credevo che fosse l'oppositrice più decisa contro questi abomini" disse un'altra voce, che non riconobbi.

"Ora che sa che Shifu è vivo, dentro Estate... è molto motivata" rispose Georges, arrabbiato.

Passarono ad una spanna da me, senza vedermi a causa del buio. Rimasi silenzioso.

"Questa è una cosa crudele. Disgustosa, senza senso. Faremmo prima a chiedere ad Estate".

"Non risponderà mai a questa domanda".

I passi si allontanarono, pesanti e strascicati.

Andiamo, disse Shifu, ma io non mi mossi. Oh... oh, no, gemetti.

Che cosa c'è, piccolo? Shifu voleva spronarmi ad andare, ma qualcosa nel tono della mia voce lo allarmò.Ricominciai a camminare senza rispondergli, barcollando come un ubriaco. Lo stomaco cominciò a contrarsi, invaso dalla nausea.Iniziai a sentire dei singhiozzi soffocati e mi fermai ad ascoltare. Non cessavano, andavano quasi a tempo con un altro rumore ritmico e smorzato.

"Calmati, caro". Era la voce di Oogway, gonfia di emozione. "Va tutto bene, Doc, tutto bene. Non prendertela così".Nella stanza qualcuno camminava senza parlare. Sentii fruscii di lenzuola e strofinii, come se stessero facendo le pulizie.Mi giunse alle narici un odore strano, che fece aumentare la mia nausea ad un livello che non credevo possibile. Mi era estraneo, eppure familiare. Le mie gambe presero a tremare. Qualcosa mi diceva che non dovevo svoltare l'angolo.

Non ti faranno del male. Al massimo ci manderanno via, no? Disse Shifu, perplesso dal mio comportamento.

Sì, risposi, tremante.Svoltai l'angolo. Nessuno si accorse di me.

Doc era inginocchiato a terra, il viso nascosto fra le zampe, sporche di una sostanza gelatinosa e verde brillante.Oogway lo consolava dandogli pacche sulla schiena, ma i miei occhi non lo guardarono a lungo.Zahra e Tai lung stavano spostando due lettini, uno ciascuno, e su questi erano adagiati due corpi che li ricoprivano per tutta la loro lunghezza.Almeno erano coperti da un lenzuolo.La sostanza gelatinosa verde ne inzuppava uno. L'altro era impregnato da un'altra blu.Accanto ai lettini, strumenti chirurgici a cui non sapevo nemmeno dare un nome.Lordi di gelatina verde e blu.E poi... Shifu comprese ancora prima di me.

Oh, Dei, sussurrò, prima di esplodere in un urlo. Non guardare, Estate! Non guardare! Andiamocene!

Non riuscivo a muovermi, continuavo a fissare... Piccoli tentacoli ritorti, sparpagliati a terra, smembrati. Pareti schizzate di gelatina verde e blu. E quell'odore!

Il mio urlò lacerò il mortale silenzio di quella stanza degli orrori. Volevo scappare con ogni fibra del mio corpo ma la stanza cominciò a vorticare, impedendomi la fuga. Caddi a terra, in ginocchio, continuando a gridare. Sentii qualcuno chiamare il mio nome e cercai di andarmene, ma grosse zampe mi appuntarono a terra.Cominciai a lottare come un ossesso.

"Doc, aiuto!" esclamò Tai lung.

"Che cosa ha visto?" chiese Oogway, ansioso.

"Niente!" protestò Zahra "I corpi sono coperti!".

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora