Capitolo 48: Gita per negozi

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"Che noia, è troppo facile. Così non c'è davvero gusto" si lamentò Tai lung.

"Hai voluto venire tu" commentò Tigre.I due fratelli adottivi, nel retro chiuso del furgone, stavano dividendo la merce che avevo appena comprato: articoli da drogheria e da toeletta.Era pieno giorno e il sole splendeva nel cielo terso. Eravamo abbastanza lontani dal nostro deserto, ma non faceva caldo come lì. Era umido e l'aria era infestata da minuscoli moscerini.Zahra si diresse verso la statale, fuori città, attenta a non superare il limite di velocità, una costrizione che la irritava sempre; le piaceva correre.

"Non ti sei ancora stufato dello shopping, Estate?" mi chiese Tigre, appoggiandosi con le braccia al mio sedile.Si permetteva un tale gesto perché ormai non c'era più nessuno sulla strada.

Le sorrisi "No. Mi piace. Ma a volte Shifu si annoia".

Sì. Sei peggio di una femmina, brontolò lui.

"Esiste qualcosa che non ti piace fare?" chiese Tigre, genuinamente interessata.Sorrisi ancora, mi piacevano quelle sue domande. Tigre voleva conoscermi, in ogni anfratto del mio essere.

Niente pensieri sconci, brontolò ancora Shifu.

"Mi dispiace essere lontano da Vipera e gli altri. Non voglio che si preoccupino. E anche essere così allo scoperto, in pieno giorno. A voi non arreca ansia?".

Tigre fece spallucce "A volte, non usciamo granché di giorno".

"Almeno lui le gambe se le sgranchisce. Dovrebbe essere l'ultimo a lamentarsi" borbottò Tai lung.

Tigre si voltò "Non capita mai. E poi, per una volta, sarebbe bello non dover sentire te che ti lamenti!".

Li lasciai perdere. Quando Tigre e Tai lung cominciavano, farli smettere era quasi impossibile. Consultai la mappa.

"La prossima è una grande città?" chiesi a Zahra.

"E qualche piccola cittadina come tappa intermedia, se ti va" rispose, gli occhi incollati alla strada.

"Certo".

Zahra era sempre concentratissima. Non si rilassava perdendosi in chiacchiere, come Tigre e Tai lung, tra una missione e l'altra.

Sorridevo quando li sentivo dire 'missione', sembrava facessimo qualcosa di fantomatico quando invece si trattava di una normale gita per negozi.Tai lung aveva ragione, era fin troppo facile per risultare anche divertente. Spingevo il carrello lungo i corridoi, sorridendo a chi mi sorrideva, e lo riempivo di cibi a lunga scadenza.A volte prendevo anche qualcosa di fresco per loro, per rasserenare un po' la loro noia nell'attendermi.Panini già pronti e farciti, pizza o dolci. Tai lung impazziva per i dolcetti alla cannella, Tigre per quelli al cocco. Zahra mangiava qualsiasi cosa. Si era abituata ad accontentarsi in una vita in cui i capricci erano un fastidio e le necessità un fardello da sopportare. Ecco perché era così brava: non piegava mai le priorità al proprio egoismo.

Di tanto in tanto, nelle piccole città, qualcuno si accorgeva di me e attaccava bottone. Ormai avevo imparato le battute così bene che forse persino un mortale ci sarebbe cascato.

Ehi, ciao. Sei nuovo di qui?

Sì. Nuovissimo.

Come mai proprio la nostra piccola città?

La mia compagna fa la fotografa e viaggia parecchio.

Splendido! Un'Artista! Qui ci sono parecchi scorci incantevoli...

Inizialmente io stesso mi ero scambiato per un Artista, ma avevo imparato presto che paventare la presenza di una compagna mi faceva risparmiare tempo, soprattutto con le femmine che si offrivano di accompagnarmi a vedere questi 'incantevoli scorci'.Una sola volta avevo avuto bisogno di chiedere informazioni, a un farmacista. In seguito, seppi cosa chiedere.Avevo sorriso, simulando un'ingenuità adorabile sotto cui Tigre rimaneva inerme.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora