Oogway si sedette accanto a me sul materasso, rilassandosi, mentre Tigre si sdraiò a terra, posando il capo sulle zampe incrociate davanti a lei.
Teneva gli occhi fissi su di me ed io rabbrividii. Desideravo davvero conoscere la sua teoria: era ciò che mi aveva garantito la vita sino a quel momento. Ma ero anche spaventato, di cosa si trattava? Perché lei mi guardava come... Non avrei saputo dire se fosse pronta a baciarmi o a sgozzarmi, diventava imperscrutabile quando metteva su quello sguardo perso.
Pareva essere contenta di poter chiacchierare. "Mi sono chiesta spesso com'è... Quando ti catturano, voglio dire. Personalmente, posso dire di averlo visto più volte di persona. Come ci si sente, mi domando. Si prova dolore quando ti infilano un'anima nel cranio? L'ho visto fare, sai?".
Sbattei le palpebre e Shifu sospirò. Si è sempre fatta domande del genere, anche quando catturavamo un serial killer destinato all'esecuzione. Si domandava sempre come ci si dovesse sentire al sapere che fra qualche ora sarebbe sopraggiunta la morte. Riesce sempre a dare risposte terribilmente veritiere, a queste sue domande. Questa sua empatia mi ha sempre spaventato, da cucciola faceva incubi terribili, mettendosi nei panni delle vittime.
Non potevo fare altro che pensare ad una cosa: Tigre era mortale, ma aveva lo spirito di un'anima.
"Usate una specie di anestetico" continuò lei.
Non staccava gli occhi da me nemmeno per un solo secondo, non sbatteva neppure le palpebre. Sembrava che non volesse perdersi neanche una minima variazione dalla mia espressione facciale e mi domandai ansiosamente quanto bene riuscisse a leggermi dentro.
"Ovviamente è una mia ipotesi. L'ho pensata quando ho notato che nessuno urlava. Non deve essere proprio una tortura l'inserzione, no?".
Feci una smorfia, senza riuscire a trattenermi. I mortali erano specializzati nelle torture, non noi anime. Non dissi quelle parole ad alta voce, ma dal lampo degli occhi di Tigre compresi che mi aveva letto nella mente.
No, ha capito cosa pensi per deduzione. È la sua specialità, mi avvertì Shifu. Era orgoglioso dell'intelligenza e dell'astuzia di sua figlia, ma provava anche un timore reverenziale nei suoi confronti e a ragione: Tigre non era poi tanto normale.
"Le storie che hai raccontato alle ragazze erano davvero interessanti" disse improvvisamente Oogway.
Fui disorientato da quel cambio sia di discorso che di persona e focalizzai la mia attenzione su di lui con un attimo di ritardo.
Lui fece un risolino "Ammetto di avervi origliato. Non sono andato a prendere da mangiare, come avrai notato, perché il lasciarti solo con Tigre era un esperimento. Per la sua teoria".
Mi irrigidii mentre Shifu mi trapassava con una fitta di ansia mista ad aspettativa. "Non te la prendere... Amo racconti di questo tipo e Vipera e Tigre hanno preso da me questa passione. Inoltre, tu non parli con me come fai con loro due. Sei a bravo a narrare, Lingua d'Incanti".
Non ci capivo nulla, dove volevano andare a parare? Cominciai ad avere paura e mi raccolsi le ginocchia al petto, serrando la presa delle zampe sulle mie gambe.
"Tutta la colonia è convinta che tu sia qui per consegnarci ai Cacciatori". Sobbalzai al risentire la voce di Tigre. Quella parola fu peggio di una pugnalata e fremetti di odio e repulsione.
Gli occhi di Tigre non mi lasciavano "E quale altro motivo ci potrebbe essere?" chiese, tagliente "Ma, ahimè, qui sono tutti così ingarbugliati nei luoghi comuni... Sono l'unica che si fa domande, che costruisce teorie".
Feci l'enorme errore di incontrare i suoi occhi. Una volta allacciato al suo, il mio sguardo fu incapace di liberarsi. Lessi sfida nei suoi occhi: prova a mentirmi, diceva, ti scoprirò subito.
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Estate che ustiona il deserto
ФанфикAttenzione: la trama di base di questo romanzo si rifà completamente all'opera The Host di Stephanie Meyer. Tuttavia, nel corso della vicenda, saranno presenti riadattamenti di luoghi e personaggi.