Capitolo 46: Mi fido di te

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Risica Rosica e Occhi Lesti entrarono insieme. La Curatrice mi offrì un bicchierone d'acqua. Non era freddo come il precedente ma le mie dita erano ghiacciate per il terrore.Anche l'aquila aveva qualcosa per me. Mi offrì un oggetto rettangolare piatto, con un'impugnatura.

"Ho pensato che volessi dare un'occhiata" disse con un sorriso affettuoso.La tensione svanì all'istante. Non avevano nessun sospetto nei miei confronti. Era solo un'altra dose di gentilezza, da anime che avevano dedicato la propria vita al curare.Occhi Lesti mi aveva portato uno specchio. Lo alzai, sforzandomi di non far mostrare il tremito delle zampe.Il mio viso era tornato normale, come ai primi tempi in cui avevo preso possesso del corpo di Shifu. La pelle della guancia destra era liscia e vellutata, la pelliccia era ricresciuta fluente e morbida, un poco più lucente rispetto a quella dell'altra guancia.Quel viso apparteneva ad Estate che Ustiona il Deserto, all'anima. E a quel luogo civilizzato, in cui non c'erano né violenza né terrore.Compresi perché era così facile mentire a quelle creature così gentili. Perché mi sentivo a mio agio con loro e capivo le regole della loro comunicazione.Per loro... era certo che non stavo mentendo. Era ovvio che adempissi al mio Talento, da qualche parte, che fosse da docente universitario o da cameriere pattinatore.

"Che cosa ne pensi?" mi chiese la Curatrice.

"Tutto perfetto. Grazie davvero".

"Oh, è stato un piacere curarti".

Mi diedi un altro sguardo, da quanto tempo non mi guardavo allo specchio?Tranne per la pelliccia ricresciuta sulla guancia, l'altra era sporca e sfibrata. Aveva perso lucentezza a causa dell'alimentazione povera e per il sapone fatto in casa.Nonostante la Curatrice avesse pulito il mio collo dal sangue, restava chiazzato dalla sabbia violacea delle grotte.

"Darò un taglio alle escursioni. Ho bisogno di darmi una pulita" dissi, assorto.

"Vai spesso in campeggio?".

"Oh, ogni volta che posso. Non riesco a stare lontano dal deserto".

"Che coraggioso. Io preferisco le comodità della città".

"Non sono coraggioso, solamente diverso".Nello specchio vidi riflessi i miei occhi, che mi guardavano assorti. Azzurro scuro all'esterno, poi un cerchio di un azzurro luminoso come il ghiaccio e uno di grigio metallico attorno alla pupilla.Poi le mie stalattiti di un nero cristallino che si irradiavano dalla pupilla sino al contorno dell'iride, disposte a raggiera come una stella dalle tante punte.

E Po? Domandò all'improvviso Shifu. Iniziava a innervosirsi, ero troppo a mio agio in quel luogo. Era spaventato dalla logica della strada alternativa che potevo prendere, ora che ero fuori dal rifugio dei Ribelli.Avvicinai la mia coscienza alla sua, tranquillizzandolo.

Guarda che mi offendo, dissi, scherzoso. Shifu si rilassò. Scusa.

Tornai ai volti amichevoli accanto a me.

"Grazie di tutto" dissi, scendendo dal lettino e consegnando lo specchio alla Curatrice. "Mi rimetto in marcia".

"Adesso è tardi. Se vuoi puoi restare a dormire qui".

"Non mi sento stanco, grazie lo stesso".

La Curatrice sorrise "Tu vieni da Super Nova, vero?".

La fissai, cercando di non allarmarmi. Sapevo bene che a volte il silenzio era migliore di qualsiasi domanda. Arcuai un sopracciglio.Risica Rosica alzò le zampe, arrossendo "Scusa, è la prima volta che vedo un natìo di quel pianeta".

Le sorrisi dolcemente "Devo proprio andare, adesso".

Occhi Lesti mi accompagnò all'accettazione. Quando fui sulla porta mi posò un'ala sulla spalla. Il mio cuore prese a galoppare.Aveva notato che lo zaino era pieno, mentre prima era vuoto?

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora