Capitolo 17: Passeggiata

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L'uscita della nostra cella era più piccola di quel che sembrava. O meglio, il corpo di Shifu era più grasso di quanto mi fossi reso conto. Forse definirlo tale era inesatto, dato che non un filo di carne di troppo rovinava la forma perfetta dei suoi muscoli. In quel momento, comunque, grasso o non grasso, maledissi la sua massa corporea.

Nello sforzo di contorcermi per uscire il più rapidamente possibile dalla stretta apertura, mi graffiai le braccia e i palmi delle zampe. Non sentii il dolore neppure quando urtai i gomiti sul duro terreno, non avevo avuto il tempo per concedermi il lusso di atterrare in piedi ed ero quindi caduto alla meno peggio.

I miei occhi volarono freneticamente sull'ambiente attorno a me, cercando Zahra.

Ero stato isolato in una caverna a forma di sacca, non era molto grande di per sé ma presentava molte altre aperture simili a quelle della mia cella.

Parecchie di queste erano piene di sacchi e scatoloni e Shifu mi disse che, in realtà, quella caverna doveva venir usata più come magazzino che come prigione.

Finalmente individuammo Zahra e la vista non ci piacque per niente.

Tai lung la costringeva contro il muro, tenendola stretta per il bavero del suo maglione. Non mostrava alcuna fatica nel farlo e per questo sorrideva sardonicamente.

Zahra era inferocita come non mai e si dibatteva furiosamente, ma sbarrò gli occhi quando mi vide fuori dall'unico luogo in cui sarei stato parzialmente al sicuro.

"Torna dentro, imbecille!" mi urlò contro. La ignorai, rialzandomi malamente. Le articolazioni strillarono di protesta a quel repentino movimento, soprattutto dopo essere state costrette per così lungo tempo ad una posizione innaturalmente scomoda.

"Mettila giù!" ruggii con quanto fiato avevo nei polmoni. Nella mia voce sentii anche la forza ferocemente combattiva di quella di Shifu.

Lui era più vigile e presente che mai. Se avessi chiuso gli occhi, avrei potuto giurare che fosse esattamente ritto accanto a me.

Ciò mi diede coraggio.

Incontrai gli occhi di Tai lung. Mi stava guardando in modo soddisfatto, come se approvasse la mia mossa. Ovviamente per il semplice fatto che gli avevo semplificato le cose.

"Per gli Dei, scappa!" gridò ancora Zahra, dimenandosi inutilmente nelle stretta di Tai lung. Guardò con odio il suo ignaro aguzzino prima di morderlo con cattiveria.

Tai lung sobbalzò e la lanciò lontano. Istintivamente ma comunque con violenza. Zahra emise un'esclamazione di dolore quando colpì prima la parete opposta e poi il pavimento.

Furioso, Tai lung marciò verso di lei.

Zahra si rialzò e gli saltò contro con una velocità di reazione inaudita. Il suo calcio lo colpì alla mascella, sbilanciandolo di lato e facendogli colpire il muro con il cranio.

Si sentì uno schiocco agghiacciante quando la sua testa colpì la parete, ma il leopardo si limitò ad accasciarsi parzialmente a terra con un grugnito, senza perdere i sensi come sicuramente lei avrebbe voluto.

Si rialzò e le ruggì contro, acquattato a terra, la pelliccia ritta e i muscoli frementi. Zahra alzò la guardia, le orecchie piatte sul cranio e gli occhi duri.

"No, fermo!" gridai, mettendomi in mezzo per impedirgli di attaccarla "Sono qui! Uccidi me, non lei, ti prego! Non farle del male!".

La furia di Tai lung si concentrò su di me ma, prima che potesse aggredirmi, Zahra mi afferrò la spalla "Ho detto torna...".

"Non lascerò che tu dia la vita per me!" gridai, afferrandole il polso e guardandola negli occhi, ignorando la minaccia di Tai lung.

Le mie parole crearono un silenzio profondo, riuscivo solo a sentire il mio respiro spezzato. Sapevo che ero stato uno stupido a dirlo, sicuramente ora pensavano che stessi cercando di manipolarli facendogli credere che Shifu fosse dentro di me, intento a combattermi dall'interno.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora