Capitolo 11: L'inizio del viaggio

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Sobbalzai enormemente quando nel negozio entrò un altro cliente e mi aggrappai allo scaffale, tremando come una foglia. L'adrenalina mi stava uccidendo. Avevo le zampe gelide nonostante facesse un caldo infernale e tutto in me gridava: Sto facendo una follia, fermatemi!

Sai, forse se smetti di comportarti da ricercato, riusciamo a finire questa incombenza, disse Shifu, estremamente divertito dalla mia reazione.

Io non sono un ricercato! Esclamai, prendendo una grande borsa di tela, le dita mi tremavano. Presto, comunque, sarei potuto diventarlo. La Cacciatrice mi avrebbe dato la caccia senza alcuna pietà.

Probabilmente aveva ragione; ero spacciato, soggiogato dalla volontà di Shifu.

Lui rise. Magari! Non riesco a farti fare niente. Nemmeno sollevare una zampa. Sentivo l'impulso che aveva di afferrare una confezione di acqua, ma le mie braccia rimasero abbandonate morbidamente lungo i fianchi.

E sbrigati! Si spazientì. Voleva mettersi in marcia quanto prima. Quale confezione prendo? Chiesi, studiando quelle che avevo dinnanzi a me e valutandone il peso.

La più grossa. Esitai, dubitavo di riuscire a sollevarla, ma annuii e afferrai la confezione, tirandola giù dallo scaffale. Il suo peso mi sbilanciò pericolosamente all'indietro. Attento!

Saremmo caduti, se qualcuno, dietro di noi, non ci avesse preso al volo "Ehi! Tutto a posto?" chiese, preoccupato, un signore.

Era un cinghiale dalle iridi cangianti, color viola. Al vederlo, Shifu si mise sulla difensiva. I cinghiali sono una specie bellicosa. Spesso sono criminali, mi avvertì.

Nella nostra mente si susseguirono una vita di immagini passate a combattere quei banditi nella Valle della Pace.

"I-io...sì. Sì, sto bene. Grazie, avrei potuto farmi molto male" risposi, sorridendo nervosamente. Lui è un'anima adesso, Shifu. Tutto meno che bellicoso.

Come a darmi ragione, il cinghiale sorrise con sollievo evidente "Aspetta, questa te la porto io" si offrì, togliendomi gentilmente la confezione d'acqua dalle braccia e portandola al bancone del commesso.

Lo seguii con apprensione "Grazie...".

"Avvertimi quando hai terminato di fare le tue compere. Così magari ti aiuto a portare l'acqua sino all'auto" disse ancora il cinghiale.

Shifu si agitò, non avevamo bisogno che qualcuno ci accompagnasse, non gli piaceva che io stessi attirando in quel modo l'attenzione. Meno persone ci notavano, meglio era.

"Ah... no, non devi disturbarti così tanto" dissi, arrossendo; cercai alacremente un modo per impedirgli di giungere sino alla nostra macchina e di poterne vedere, quindi, la targa.

Le anime avevano buona memoria.

Esatto, ho trasportato pesi molto più impegnativi, brontolò Shifu. Hai rammollito il mio corpo, piccolo.

Mi dispiace, gli risposi, vergognandomi. Avevo visto e percepito lo stile duro di vita che Shifu aveva sempre tenuto nella sua vita; ci teneva a restare in forma. Certamente anche io... ma era un tipo di 'forma' diversa dalla sua. Lui muscoli, io un corpo snello e morbido.

Comprai qualcosa da mangiare. Cibo leggero, che non avrebbe occupato molto spazio nella sacca di tela. Shifu non la smetteva di ricordarmi quanto l'acqua fosse importante più dei viveri.

Feci un respiro profondo prima di avviarmi verso il commesso. Gli sorrisi in modo molto più naturale, questa volta.

Niente soldi? Si meravigliò Shifu, vedendo che il signore si limitava semplicemente a riporre tutto scrupolosamente nella sacca e a consegnarcela augurandoci una piacevole giornata.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora