Capitolo 32: Niente è eterno

1 0 0
                                    

Il mio primo impulso fu controllare che non ci fosse nessuno alle mie spalle. Poi mi ricordai di quando avevo incontrato Memen per la prima volta. Mi aveva parlato di suo marito: Randall. Nel delirio del dolore e dell'alcol, mi aveva scambiato per il suo maschio. Il mio cuore ebbe una stretta dolorosa.

Fortunatamente, Memen ignorò la mia prima reazione.

"Randall" disse "Ci credi che mi è venuto il cancro? Ironica la vita, eh? Non mi sono mai ammalata... e proprio per questo ho pensato di farlo per bene, la prima volta". Ridacchiò, facendo una smorfia di dolore.

Era troppo debole per alzare la zampa. Vidi le sue dita fremere, tentare di strisciare sul lettino per raggiungere le mie.

Le anime non mentivano mai, ma Memen stava per morire e il suo ultimo desiderio era di rivedere il marito.

Le presi una zampa, delicatamente. Era fredda e così leggera e fragile che ebbi paura di frantumarla. "Sei sempre stata una testona, amore mio" dissi, sfiorandole la fronte.

Dietro di me, sentii Aaly grugnire, forse non proprio d'accordo con il mio agire. Tigre gli diede una gomitata per farlo tacere.

La guardai da sopra la spalla, chiedendole se stavo agendo bene e vidi che mi sorrideva, annuendo. Tornai con l'attenzione su Memen.

Le sue labbra si muovevano, ma le parole uscivano flebili. Ringraziai il mio udito straordinario. "Il nonno morì a centouno anni, ricordi?" sibilò "Nessun mio parente ha mai avuto il cancro... Era tua cugina Lya quella con il tumore alla pelle?".

Pensai rapidamente. "Sinceramente non me lo ricordo, amore" sussurrai.

"Forse era la zia di Bill" commentò Memen.

Le accarezzai il dorso della zampa delicatamente. La pelle era trasparente, riuscivo a cogliere le pulsazioni del sangue.

"Ah, Randy, senza di te è stata una tortura. Ti piacerà stare qui, anche senza di me. Ci sono tante persone simpatiche con cui parlare... a te piace chiacchierare" la voce di Memen si affievolì sino a svanire del tutto, ma le sue labbra continuarono a muoversi.

Anche quando reclinò il capo di lato.

Aaly prese un panno per asciugarle il sudore dal viso. "Non voglio deluderla" mormorai "E se capisce che non sono Randall?".

Tigre posò una zampa sulla mia spalla e io gliela afferrai con quella libera, mi accorsi che tremavo. "Non è abbastanza lucida, Estate" mormorò la Maestra.

Annuii, trattenendo le lacrime "Gli somiglio?".

Aaly sogghignò "Nemmeno un po'. Era parecchio basso e grasso".

Gli presi il panno dalle zampe e cominciai a detergere il sudore dal collo di Memen. Le sue labbra si mossero ancora "Grazie, amore...".

Anche se aveva gli occhi chiusi, feci un traballante sorriso. Mi dispiace che tu debba assistere ad una cosa del genere, mormorò Shifu.

Sapeva quanto fossi sensibile, sapeva che soffrivo quasi quanto Memen al vederla morire lentamente.

Sto bene, risposi piano.

Non mi ero reso conto che Doc si era svegliato. Sentii la sua voce alle mie spalle, ma era troppo delicata per spaventarmi.

"Come sta?".

"Sta delirando" sussurrò Aaly "Colpa del brandy o del dolore?".

"Dolore, temo. Memen odia l'alcol e lo beve solamente quando non ce la fa più. Mi taglierei un braccio per avere della morfina".

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora