Capitolo 37: La fiducia di Zahra

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A quelle parole, l'atmosfera si rilassò e un mormorio di entusiasmo pervase la caverna. Guardai Mantide, che increspò le labbra, stringendosi nelle spalle.

"Oogway cerca di riportare un po' di normalità. Gli ultimi due giorni sono stati pesanti" mi disse. Sorrisi, annuendo.

Il Gran Maestro sorrise a Zahra, la quale, dopo un momento di indecisione, alzò gli occhi al cielo ed uscì dalla caverna rapidamente.

"Zahra ha una palla nuova?" domandò qualcuno.

"Evvai!" esultò Res, accanto a me.

"Giochi da cuccioli" borbottò Trudy.

"Se serve ad allentare la tensione..." commentò Lydia.

Parlavano a bassa voce, ma ne sentivo altre più alte.

"Piano con la palla questa volta, eh?" disse Aaron a Tai lung. Gli offrì la zampa per rialzarsi.

Tai lung la accettò e si alzò lentamente. In piedi, sfiorava quasi il soffitto con la testa.

"L'ultima palla era troppo fragile" disse, sorridendo all'airone "Strutturalmente difettosa".

"Nomino Andy capitano" gridò qualcuno.

"Io nomino Lydia" disse la pantegana, non mi ricordavo il suo nome.

"Andy e Lydia".

"Va bene, Andy e Lydia".

"Io prendo Tai lung" disse prontamente Andy.

"Allora io prendo Tigre" ribatté Lydia.

"Zahra".

"Kaya".

"Gru".

"Vipera".

"Scimmia".

Po si illuminò quando venne chiamato da Lydia molto prima di tanti altri giocatori più palestrati di lui.

Persino Mog ed Oogway vennero arruolati.

Le squadre erano pari sino a che non tornò Zahra. I cuccioli di Trudy le furono attorno, saltellando e scodinzolando.

Zahra stringeva fra le zampe un pallone da calcio nuovissimo; lo mostrò a tutti.

"Estate?" mi chiese Res.

Scossi la testa, indicandogli la gamba. "Oh, scusa, hai ragione".

Gioco bene a calcio! Si entusiasmò Shifu.

Peccato che non mi reggo in piedi, commentai.

"Io resto a guardare" annunciò Tigre, accanto a me.

"Ma no" protestò Lydia "Loro hanno Tai lung e Zahra, senza di te siamo morti".

"Gioca" le dissi, dandole una gentile spallata "Io farò l'arbitro".

Mi guardò, gli occhi scuri "Non sono dell'umore giusto, fiocco di fuliggine" mormorò.

"Hanno bisogno di te".

Ringhiò.

"E dai, Tigre" la supplicò Po.

Decisi di cambiare tattica.

"Io farò lo spettatore" dissi, disegnando qualche ghirigoro con la punta del dito sul suo braccio "Ma sarà una noia mortale non avere nessuno di... interessante da guardare".

Tigre sbatté le palpebre, la bocca aperta. Scimmia rise.

"Tu sei... spregevole" disse la Maestra, alzandosi e raggiungendo la sua squadra.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora