Capitolo 30: La prova del bacio

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Probabilmente la cosa più sensata da fare, in quel momento, era girare i tacchi e darsela a gambe.

Poco tempo prima c'erano stati Aaly e la sua presa ad instillare in me un minimo di buonsenso. Ma ora non c'era nessuno a frenarmi.

Malgrado la voce di Zahra fosse fredda e piena di risentimento, ebbe su di me un irresistibile effetto di attrazione.

Non potevo sottrarmi al suo richiamo, anche se il buonsenso mi urlava di farlo.

Shifu era ancora più impaziente di me, mi spronava ad andare avanti mentre giravo l'angolo con cautela e mi avvicinavo alla luce dorata della lanterna.

A quel punto, però, l'istinto di sopravvivenza prevalse ed io indugiai, pietrificato.

Aaly si trovava a pochi metri da me, pronto a difendermi se Zahra avesse manifestato un qualsiasi gesto ostile. Era seduta su un tappetino addossato alla parete, la schiena contro di essa, una gamba distesa e il braccio opposto appoggiato sul ginocchio rialzato dell'altra.

Sembrava stanca tanto quanto Aaly, ma era vigile e lucida. Pericolosa.

"Tranquillo" disse alla pantera, sorridendo in modo tagliente "Voglio solamente parlare con la creatura. Ho promesso ai ragazzi che non gli farò del male e manterrò la parola data".

"Dov'è il tuo scagnozzo?" domandò Aaly, aspro.

"Intendi Tai lung?" chiese Zahra, inclinando il capo "Dorme. Nella vostra stanza pare ci sia un terremoto da tanto russa".

Aaly non si mosse.

"Non sto mentendo. E non voglio ucciderlo. Oogway ha ragione: questa fottuta faccenda sarà anche un casino, ma il parere di Tigre conta più del mio. E dal momento che non resiste a quei suoi begli occhioni screziati, dubito che mi darà il via libera a breve".

"Non si è lasciata abbindolare!" ruggì Aaly.

Con un cenno svogliato della zampa, Zahra chiuse la conversazione. "Quello che conta adesso è che lui non corre rischi, per quanto mi riguarda".

Per la prima volta mi fissò, valutando il modo in cui mi stringevo al muro e il tremore che scuoteva le mie zampe. "Non ti farò del male. Hai la mia parola" disse.

Mantiene sempre la sua parola, sussurrò Shifu, sognante.

Feci mezzo passo in avanti.

"Non sei obbligato a parlare con lei, Estate" sbottò Aaly "Nessuno te lo ordina, non è un tuo dovere e non è una missione. Puoi scegliere".

Scossi la testa, scegliere? "Io... io voglio parlare con lei" mormorai, guardando timidamente Zahra. La fennec mi fece cenno di avanzare.

Mi fermai ad un metro da lei, Aaly era la mia ombra.

"Voglio parlare da sola con la creatura, se non ti dispiace" disse Zahra, fulminandolo. La pantera non batté ciglio "Mi dispiace".

"No, Aaly, tranquillo. Vai a riposare. Me la caverò" dissi, sfiorandogli un braccio. Lui mi guardò dubbiosamente "Non stai andando a suicidarti all'insaputa di Tigre, vero?".

"No, Zahra non mentirebbe mai a Vipera o agli altri".

Zahra mi trafisse con lo sguardo quando mi sentì pronunciare il nome di Vipera così tranquillamente.

"Ti prego, Aaly. Voglio parlare con lei".

La pantera mi guardò per qualche istante, poi trafisse Zahra con lo sguardo. Scandì ogni frase come se fosse una sentenza di morte.

"La 'creatura' si chiama Estate. E tu non gli farai del male o raddoppierò la dose sulla tua pellaccia inutile".

Trasalii.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora