Capitolo 57: Ti amo

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Lo sguardo che Tigre ci riservò fu così furioso da far tremare Sole.Fu bizzarro, come se Tai lung e Tigre si fossero appena scambiati di posto. Però lei restava splendida anche nella rabbia. Il viso perfetto.

"Tigre?" domandò Tai lung, sbalordito "Qual è il problema?".

Tigre rispose serrando i denti. "Estate" ruggì, e allungò una zampa. Sembrava incapace di tenerla aperta, di non stringere il pugno.

Oh, oh, pensò Shifu. È tornata la vecchia Tigre.

La tristezza mi travolse. Non volevo dirle la verità, ma ora vi ero obbligato. Era sbagliato sgattaiolare via, lasciando l'incombenza degli addii a Shifu.

Tigre, stufa di aspettare, mi afferrò per un braccio e mi costrinse ad alzarmi da terra. Quando Sole fece per seguirmi, ancora stretta al mio fianco, Tigre mi scrollò sino a liberarmi.

"Ma che ti prende?" domandò Tai lung.

Tigre gli scagliò un calcio in faccia.

"Tigre!" protestai, sgomento.Sole si slanciò verso Tai lung, che tentava di rialzarsi, e gli fece scudo con il suo corpo minuto. Il leopardo delle nevi, comunque, ricadde a terra con un gemito.

"Andiamo" ringhiò Tigre, trascinandomi via senza più degnare di uno sguardo i due.

"Tigre...". Con uno strattone mi mise a tacere.Vidi i volti sbalorditi dei presenti. Temevo che potesse spaventare la femmina di ghepardo senza nome. Non era abituata alla rabbia e alla violenza.Poi, all'improvviso, ci fermammo.

Zahra bloccava l'uscita.

"Sei uscita di senno, Tigre?" domandò, indignata dal modo in cui Tigre pareva sconvolta della mia dipartita. "Che cosa gli vuoi fare?".

"Tu lo sapevi?" ruggì Tigre, spingendomi verso Zahra e scrollandomi con forza. Non ebbi la forza di reagire, spaventato.

"Così gli fai male!".

"Sapevi del suo piano?" gridò Tigre.

Zahra la fissò con uno sguardo impenetrabile.Tigre interpretò la risposta.Il pugno con cui colpì Zahra fu violento e veloce. Non mi accorsi nemmeno di quello che era accaduto, sino a che non vidi Zahra piegarsi in due, lasciando libero il passaggio.

"Tigre, smettila!" la implorai.

"Smettila tu!" mi gridò addosso.

Ammutolii.

Mi strattonò sino al tunnel, poi mi costrinse a seguirla in direzione nord. Fui costretto a correre per mantenere il suo passo lungo.

"Maestra Tigre!" urlò Zahra alle nostre spalle.

"Io gli faccio del male, eh?" ruggì Tigre verso di lei, senza perdere il ritmo "Io, eh? Brutta stronza ipocrita!".

A quel punto, dietro di noi, c'era solamente silenzio e oscurità. Barcollavo nel buio, cercando di mantenere il passo senza scontrarmi con gli spuntoni di roccia.Tigre cominciò a trascinarmi con più forza, e il mio respiro esplose in un lamento, un grido di dolore.Lei fu costretta a fermarsi di colpo.

"Tigre, Tigre, io..." tossii, incapace di terminare la frase. Non sapevo cosa dire, immaginavo la sua espressione furiosa.Le sue braccia mi strinsero di colpo, levandomi la terra da sotto i piedi. Iniziò a correre, stringendomi al suo petto. Le sue zampe non erano più dispensatrici di furia. Mi cullavano contro di lei.Gli occhi mi si riempirono di lacrime.

Attraversò di corsa la grande piazza, ignorando i volti sorpresi o sospettosi. Troppi accadimenti incomprensibili e minacciosi stavano tormentando la vita nelle caverne.L'umore dei mortali era incostante. Restarono turbati dalla visione di Tigre che correva in mezzo a loro, in preda alla furia, con me fra le braccia.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora