Capitolo 44: Il sospetto della colonia

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Ero immobile come una statua. Le zampe in grembo, il volto inespressivo, il respiro troppo debole per sollevarmi il petto.Ma dentro di me un terremoto mi stava mandando in pezzi.Riportare indietro Shifu non era bastato a salvare Po. I miei sforzi erano stati vani.

L'anticamera era affollata. Zahra, Tai lung e Tigre erano tornati senza un bottino dalla loro disperata missione.Tutto ciò in cui erano entrati in possesso, dopo tre giorni in cui avevano rischiato la vita, era un po' di ghiaccio.

Vipera spezzava i cubetti e li posava sulla fronte e sul petto di Po.Ma anche se il ghiaccio abbassava una febbre ormai fuori controllo, quanto sarebbe durato, prima di sciogliersi completamente? Un'ora?Quanto prima che Po ricominciasse a morire?

Avrei dovuto occuparmi io del ghiaccio, ma non riuscivo a muovermi.

"Niente?" mormorò Doc "Avete guardato...".

"Palmo a palmo" lo interruppe Tai lung "Le erbe c'erano sempre, ma adesso sono finite, Doc".

Zahra fissava muta il panda dal naso rovente, sdraiato a letto.Tigre comparve al mio fianco "Se la caverà, è un duro" mormorò, cercando i miei occhi. La guardai, la prima reazione che avevo in quei tre giorni. Nascosi il viso nel suo collo.

Doc si inginocchiò accanto a Vipera e abbassò il mento di Po.Con una ciotola prelevò un po' di acqua ghiacciata e la lasciò colare nella bocca del panda. Lo sentimmo deglutire ma i suoi occhi restarono chiusi.

Devono uscire ancora! Ruggì Shifu. Se io ero disperato, lui era inferocito.A che pro? dissi I vostri decotti non funzioneranno, Shifu. Non è di quelle medicine che ha bisogno Po.

Il mio respiro accelerò. Ma certo! Aveva bisogno delle mie medicine! Restammo entrambi sbalorditi dalla semplicità della soluzione. Parlai per la prima volta in tre giorni.

"Po ha bisogno delle medicine di noi anime. Dobbiamo procurargliene" dissi, alzando il viso dal collo di Tigre.

Doc mi guardò, accigliato "Non sappiamo come funzionano".

"Chi se ne frega?" lo aggredii, la rabbia di Shifu era contagiosa "Funzionano e tanto mi basta".

Zahra continuava a fissarmi e sentivo addosso anche gli occhi di Tigre, di Tai lung e di tutti gli altri.Ma vedevo solamente Zahra.

"Non possiamo prenderle, Estate" disse Oogway, sconfitto. "I vostri ospedali sono costantemente affollati. Troppo rischioso, sarebbe un danno per Po se qualcuno di noi venisse catturato".

"Ma certo" disse Tai lung, duro "I centopiedi saranno ben contenti di salvarlo, quando scopriranno che siamo tutti qui. E di trasformarlo in uno di loro. È questo che desideri, vero?".

Balzai in piedi con uno scatto così repentino da farlo indietreggiare, serrai i pugni, furioso e oltraggiato.Tigre mi pose le zampe sulle spalle come a volermi trattenere e io sbattei le palpebre. Stavo davvero per attaccare Tai lung? Ero davvero così fuori di me?

Quando parlai, mi sforzai di farlo in maniera distaccata "Deve pur esserci un modo".

Zahra annuì "Forse un ospedale piccolo. Se usiamo i coltelli...".

"No!" esclamai, sgomento "Senza uccidere, non è quello che intendevo".

Non mi ascoltarono nemmeno.

"No, mia cara, chiamerebbero i Cacciatori e anche se fosse un'azione fulminea ce li ritroveremmo alle calcagna" disse Oogway.

"Non potreste...". Ma seguitarono ad ignorarmi.

"Senti, Zahra, neanche a me va giù che il panda muoia, ma può succedere di tanto in tanto" disse Tai lung.

Avrei voluto strangolarlo. Io, non Shifu. Ero io che desideravo veder diventare cianotico il suo volto. Certo, Shifu era pienamente d'accordo con me, ma questa volta tutta la violenza proveniva dal mio essere.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora