Capitolo 39: Amore impossibile

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"Mi hai sorpreso" mormorai "Non credevo che qualcuno fosse capace di vedere le cose... dalla mia prospettiva, da una prospettiva aliena" dissi.

Lei inclinò il viso, perplessa. "Non sei così diverso dai mortali, Estate" mi fece osservare "Hai le stesse emozioni, lo stesso modo di pensare, gli stessi istinti".

Annuii, facendo vagare lo sguardo per la stanza. Mi sentivo... confuso, non sapevo cosa pensare. "Era la verità?" chiese Tigre.

Sbattei le palpebre "Come?".

"La storia del mio essere un rimpiazzo al rifiuto di Zahra, è la verità?" mi chiese Tigre, le labbra tese in una linea dura.

Non sapevo nemmeno io quale fosse la verità riguardante i miei sentimenti.

Lei mi sorrise "Estate, puoi rispondermi sinceramente. Capirò".

"Solo perché tu sei molto comprensiva" sospirai. Come un'anima. Decisi di essere tremendamente sincero.

La verità era sempre la strada migliore, anche se spesso si rivelava... indigesta.

"Le emozioni di Shifu sono forti" dissi "Tanto. E quando Zahra... ci tocca... Lo so che le sue attenzioni sono rivolte a lui, ma, purtroppo, in mezzo ci sono anche io e vengo trascinato dalle emozioni di Shifu. Non posso farne a meno".

Tigre annuì "E questo ti fa soffrire, vero?" mormorò. Risponderle avrebbe significato ferirla e preferii tacere.

Lei sospirò "Quindi ami Zahra...".

"No!" sbottai improvvisamente. Rimasi sorpreso di me stesso, avevo così paura di ferire i suoi sentimenti?

"Cioè... non ne sono sicuro. Non so quanto del sentimento per Zahra sia mio e quanto sia di Shifu. Se cambiassi corpo ospite, forse, perderei... questo slancio nei suoi confronti e...".

La guardai, distogliendo subito lo sguardo e arrossendo.

"E?" chiese Tigre, chinandosi verso di me, sorridendo.

"Hai capito" balbettai.

Il suo sorriso si allargò "Però voglio sentirtelo dire" rispose.

Sospirai "Io credo... di provare qualcosa per te. Ma non so quanto forte sia, sento i sentimenti di Shifu e fatico a sentire i miei".

Tigre annuì ancora, pensierosa. "Non sei un rimpiazzo, Tigre" dissi, deciso "Non mi permetterei mai di considerarti come tale. Sarebbe crudele".

Sorrise "Lo so, tu non sei capace di essere meschino con qualcuno. Per questo sono felice; significa che il sentimento che pensi di provare per me è genuino".

Annuii, rosso in viso "Mi dispiace per questa situazione" mormorai. Tigre, però, pareva non ascoltarmi.

Improvvisamente si sdraiò accanto a me. "Dimmi una cosa" disse.

Le sue dita mi sfiorarono la fronte, le guance. Mi accarezzarono delicatamente le labbra, il collo, per poi scendere lungo la spalla e il braccio.

Una volta arrivata alla mia zampa, Tigre riprese il cammino a ritroso. "Quando faccio così ti senti bene o male?" mi chiese.

Male, borbottò Shifu.

Io non sento dolore, commentai e rabbrividii di piacere. Tigre dovette accorgersene perché sorrise lievemente.

Continuò ad accarezzarmi, calcando un poco il tocco.

Ti sta chiedendo se ti senti così, disse improvvisamente Shifu, scagliandomi contro un ricordo.

Estate che ustiona il desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora