Entrammo con il bottino dal varco meridionale, anche se ciò significava dover spostare la jeep prima dell'alba.Non volevo utilizzare l'entrata principale, temendo che la Cacciatrice potesse accorgersi del caos che il nostro arrivo avrebbe suscitato.Non sapevo se avesse idea di ciò che stavo per fare, e non volevo fornirle una scusa per uccidere se stessa e il suo corpo ospite.La storia che aveva raccontato Oogway, quella dell'ostaggio crollato al suolo senza dare segni del disastro creato al cervello, mi tormentava.
L'ambulatorio non era vuoto, Doc si stava preparando all'operazione. Sulla scrivania vuota, diverse lanterne attendevano di essere accese. I bisturi luccicavano sinistramente.Sapevo che Doc avrebbe accettato le mie condizioni, ma vederlo scatenò un'ondata di nausea dentro di me. O forse era solamente il ricordo del giorno in cui avevo visto le zampe del mio amico lorde del sangue di quelle anime.
"Sei tornato" disse, sollevato. Mi resi conto che era preoccupato per noi, come tutti quando qualcuno usciva in missione.
"Abbiamo un regalo per te" disse Zahra, sbucando dietro di me. Mostrò una scatola a Doc con l'etichetta ben in evidenza.
"Guarisci!" esultò Doc "Quanto ne avete preso?".
"Due scatoloni. E abbiamo anche trovato il modo di rifornirci senza costringere Estate ad accoltellarsi".
Doc non rise alla battuta di Zahra, si voltò e mi lanciò un'occhiata. Probabilmente avevamo pensato alla stessa cosa.
Ci sarà utile in assenza di Estate.
"Avete anche i crioserbatoi?" mugugnò, mogio.Zahra notò il suo sguardo teso e mi guardò, l'espressione indecifrabile.
"Sì" risposi "Dieci. Di più la macchina non riusciva a portarne".
Doc sollevò una scatola, rigirandosela fra le zampe."Dieci?". Sembrava sorpreso. Temeva che ne avessimo prese troppe o troppo poche?
"Sono difficili da usare?".
"Facilissimi. Poi ti mostrerò".
Doc annuì, esaminando quegli oggetti alieni. Sentivo lo sguardo di Zahra addosso, ma continuai a fissare la donnola.
"Che ne pensano Oogway, Aaly ed Aaron?" domandai. Gli occhi di Doc mi fissarono "Sono d'accordo con le tue condizioni".
Annuii, sospettoso e poco convinto "Non ti mostrerò niente sino a che non ne sarò certo" specificai.
"Giustamente".
Zahra ci guardò alternativamente, frustrata.
"Che cosa le hai detto?" mi chiese Doc, circospetto.
"Solo che voglio salvare la Cacciatrice".
Mi voltai verso Zahra senza però incrociarne lo sguardo. "Doc mi ha promesso che, se gli insegno a compiere la Separazione, darete alle anime una possibilità di migrare senza ucciderle".
Zahra annuì, pensierosa "Non mi sembra così sbagliato. Mi assicurerò che tutti rispettino la tua volontà" disse "Sai come farle uscire dal pianeta, vero?".
"Non è più pericoloso di quello che abbiamo fatto questa sera. Dovete aggiungere carico, anziché sottrarne" dissi.
Annuì.
"Hai pensato... ad una scaletta?" chiese Doc. Cercava di non dare a vedere la sua impazienza ed io cercavo di ripetermi che questa fosse dovuta semplicemente al bisogno di dare una risposta al suo più grande interrogativo.Non perché avesse fretta di uccidermi.
"Devo portare via la jeep. Potete aspettarmi? Mi piacerebbe assistere" disse Zahra.
"Ma certo" le rispose Doc.
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Estate che ustiona il deserto
FanficAttenzione: la trama di base di questo romanzo si rifà completamente all'opera The Host di Stephanie Meyer. Tuttavia, nel corso della vicenda, saranno presenti riadattamenti di luoghi e personaggi.