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Lizzy:

Il viaggio passa in silenzio come ho chiesto, la foresta di Vurry va rispettata. Nei libri ho letto che è abitata da dei piccoli animali dispettosi che dormono di giorno, e se svegliati rendono il passaggio un vero inferno.

- Sei sicura di sapere dove stiamo andando? - mi giro, facendo segno di stare zitto, ci manca solo che rimaniamo bloccati qui dentro, a due passi dall'uscita.

Una volta fuori, Tom si avvicina al ragazzo un po' intimorito.
- Non è niente, solo dei cervi-

Come consuetudine mi fermo per ringraziare Madre Terra per l'aiuto del nostro passaggio.

- Che fa? - chiede il piccolo verso di lui.
- Si illude che madre Terra l'abbia aiutata-.
Le sue parole non mi offendono. Del resto, cosa ci si può aspettare dalla razza dei lupi. Ingrati alla Terra e amorevoli con la Luna. Torno a camminare a fianco di Tom. Le mie uniche parole sono rivolte al bambino, con lui nemmeno uno sguardo o una parola detta per sbaglio.

Mancano ancora due giorni di cammino per arrivare nella Terra di Nessuno. Lì sono riuniti i lupi in esilio, i rinnegati, i lupi senza un leader.

In molti hanno tentato di conquistare quella terra, ma mai nessuno ci è riuscito. Ogni anno c'è una fila di futuri Alpha pronti a sfidarsi per possedere quella zona. Il ragazzo cammina in direzione del villaggio.

- Andiamo al villaggio? - chiedo sorpresa. Non sono mai stata nel villaggio degli umani, si dice che non amano gli stranieri.

- Il cucciolo deve mangiare! - Tom sorride e lo ricambio.





Quando ci avviciniamo lui ci blocca.
- Tom sai già! Mentre tu... non allontanarti e non dare troppo nell'occhio- il suo tono freddo incomincia a darmi sui nervi, ma decido di fare come mi dice. Si vede che è più esperto di me.

Mi avvicino di più a lui, ricevendo un'occhiataccia da parte sua; una volta giunti al villaggio, alcune persone si fermano a guardarci. Nei loro occhi leggo paura, ma anche stupore!

Deduco che sia per la strana coppia che siamo: una ninfa, un gigante pieno di muscoli, e un bambino. L'odore dei lupi è riconosciuto anche agli umani.

Mi giro verso il ragazzo che cammina con uno sguardo fiero, i suoi occhi sono puntati davanti, incurante di avere tutti gli sguardi addosso.

Ci avviciniamo a una bancarella, il piccolo si alza in punta di piedi per guardare meglio.
Lo affianco, chiedendo cosa voglia. Il mercante prende l'ordine, abbassando lo sguardo per evitare di incontrare i nostri occhi.
- Potete prendere tutto quello che volete! Non voglio nessun pagamento- ci informa l'uomo con voce tramante.
Tom sorride ringraziandolo. Lui si avvicina a un'altra bancarella, prende una mela per poi darle un morso senza ringraziare nessuno.

Ci fa segno di entrare dentro una locanda, dove riceviamo lo stesso trattamento: nessuno osa più parlare né gridare. Non ne capisco il motivo.

Una volta finito, lui chiede di avere due stanze. Io e Tom dormiremo insieme, mentre lui alloggerà da solo in un'altra camera. Si avvicina all'uomo della locanda, per sussurrare qualcosa al suo orecchio. L'uomo fa un cenno verso due ragazze, così che comprendano di doverci seguire.
Una volta arrivati negli alloggi, le due ragazze entrano con lui. Tom si dirige subito nella stanza, come se niente fosse, mentre io rimango per un attimo a guardarlo. Il mio sguardo è duro, giusto per fargli capire il mio disappunto, visto quello che sta facendo. Il piccolo Tom mi osserva, non capendo il mio comportamento.

Dopo pochi minuti il ragazzino dorme, mentre io non riesco a chiudere occhio per colpa del nostro "simpatico" ragazzo. Sfido chiunque a dormire, con le urla delle ragazze provenienti dalla stanza affianco!

Dopo varie ore decido di alzarmi, non può andare avanti cosi tutta la notte. Sto per bussare, quando la porta si apre: le due ragazze completamente nude escono, mentre la mia mano rimane sospesa in aria.

- Entra- la sua voce mi fa tornare alla realtà, mi faccio coraggio, anche se ho timore, e varco la soglia.

I miei occhi si posano sul suo petto sudato, alcuni ciuffi biondi cadono sul suo viso. Cerco di nascondere la tempesta di sentimenti che sto provando in questo momento

- Perché sei qui? - la sua voce è cosi soave, anche con quel tono duro.

- Se tu mi lasciassi dormire, visto che per colpa tua ho sentito ... tutto! - indico la parete del muro.

- E quindi? - Rimango per un attimo piazzata dalla sua affermazione. - Sei una ninfa! Dovresti essere abituata a questo. Non siete voi che portate alla pazzia, beando gli uomini per poi lasciarli? - chiede.

È vero, le ninfe hanno portato alla pazzia molte specie, per la loro bellezza, e non di certo solo per questo.
- È diverso! E poi...- lui si alza dal letto muovendosi verso di me, sento il suo respiro soffiare a pochi centimetri, il suo corpo emana un calore disumano.

- E poi? – Chiede, appoggiando le sue mani sul mio viso per far sì che i nostri occhi si incrocino.

- N-noi ... non è colpa nostra se gli altri impazziscono- lui rimane in silenzio finché un sorriso compare sul suo viso.

- Per te nessuno impazzirebbe sta' tranquilla-.
Mi allontano da lui, che non smette di guardarmi con quei suoi occhi ghiaccio.
Decido di non rispondere, e uscire da quella stanza.

Torno a letto facendo attenzione a non svegliare il piccolo, sono così arrabbiata per quelle sue parole, ma non posso nascondere che una piccola parte di me pensa ancora al suo corpo, il suo petto nudo, le sue forti braccia. In un attimo sento una vampata di calore, a malapena riesco a chiudere gli occhi, quando la sua voce rimbomba nella mia testa.

<Buona notte ... ninfa>.

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora