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KABAL:

Sto fermo ad attendere che i corpi arrivino; l'orco dice qualcosa che non capisco, Gahel traduce per me.
- Wulf dice di cercare di spezzare i Coreless e passarli a lui- lo guardo velocemente mentre la mia spada infilza uno di loro. - I corpi si chiamano così – aggiunge, mentre col suo bastone a doppia lama stacca un braccio da uno di loro.

Incomincio ad avanzare, uso una piccola magia, ma come immagino non serve a niente, loro sono immuni.

Mi trovo a combattere contro tre di loro in un colpo solo, a terra ci sono pezzi di corpi, ma nessuno di loro sembra sentire dolore, continuando la loro avanzata verso di noi.

Dopo ore di combattimento, i Coreless cambiano tattica: uno di loro si getta su di me facendomi cadere a terra, mentre la spada cade lontana.
Cerco di allontanarlo, ma sento qualcuno afferrarmi la gamba iniziando a trascinarmi verso gli altri. Continuo a muovermi, quello sopra di me cerca di mordermi, sento il suo alito da morto vicino, la gamba inizia a farmi male, l'altro cerca di tirare per staccarmela.
Gahel viene in mio soccorso, allontanando quello che mi sta sopra. E quando mi libero tiro un calcio sullo stomaco all'altro distanziandolo da me, sento le sue ossa spezzarsi, ma come sempre, nel giro di pochi secondi, è pronto ad attaccare di nuovo.
Corro verso la mia spada, mentre lancio i corpi dall'altra parte. Quando l'afferro vado in aiuto di Gahel che è accerchiato. Chiamo Wulf per attirare la sua attenzione, visto che è più vicino al vecchio.

Ritorno a scansare, a staccare pezzi di corpi, la mano inizia a farmi male. Anche Wulf è stanco; forse non ha mai mangiato così tante anime come oggi. Gahel è tutto sudato, penso che l'unico motivo che lo tenga in piedi è la voglia di salvare Tom e Liz.

Mi unisco a loro; siamo accerchiati. I Coreless iniziano ad urlare, gioendo per la nostra fine. Non sono stupidi come penso; sanno con esattezza cosa fare, e come attaccare. Sembra siano stati addestrati.

La mia mente inizia a pensare all'unica soluzione per mettere fine a questo scempio, che si sta prolungando troppo per me.
- Devo farlo! - urlo mentre Wulf ci guarda con tristezza. Anche lui ha capito che non abbiamo più una via di fuga, la nostra ora è arrivata.
- Kabal, non puoi, potresti uccidere anche loro!- mi risponde Gahel.
Uno dei motivi che mi blocca è la paura di non riuscire a fermarmi, e di far male a Liz e Tom. Ma non ho più scelta: È il momento di far uscire il mio demone, la mia magia oscura, i miei pensieri vengono fermati da un forte rumore.

La terra vibra, tengo stretto Gahel che sta per cadere. L'orco riesce a malapena a tenersi in piedi, mi guardo attorno: milioni di corpi dei Corless cadono a terra, nessuno di loro sembra alzarsi. Sembrano storditi.
Mi giro quando sento la mano di Gahel richiamarmi; ora capisco chi è stato, ma non so come c'è riuscito.

Mi giro quando sento la mano di Gahel richiamarmi; ora capisco chi è stato, ma non so come c'è riuscito

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-Papà - le uniche parole che dico, prima che lui si avvicini a me.

Sento le sue forti braccia stringermi, non un abbraccio veloce come l'ultima volta, il suo cuore batte forte, colmo di preoccupazione.
- Avevo paura di non arrivare in tempo – dice, staccandosi da me.
- Ma come hai fatto? Tu hai detto... - la sua mano si appoggia sulla mia spalla.
- So cosa ho detto figliolo. Ma ho fatto un accordo - i suoi occhi guardano velocemente Gahel, disapprova chiaramente questa scelta; mio padre continua a parlare mentre qualcuno arriva dietro di lui - Siamo qui, ti aiuteremo, non ti lasceremo di nuovo da solo. Non questa volta – afferma, mentre il volto di mia madre appare davanti a me. È diversa dall'ultima volta, sembra più pallida. Il suo abbraccio, anche se cerca di nasconderlo, è più debole.
Sono confuso, non capisco che tipo di accordo abbiano fatto, ma allo stesso tempo mi sento felice.
Per la prima volta non sono da solo ad affrontare qualcosa, guardo le persone al mio fianco, mentre i Coreless si stanno risvegliando, pronti ad iniziare di nuovo la battaglia.











Otto giorni prima, nelle terre degli Originali:

- Non possiamo, è nostro figlio... - disse la donna in lacrime. L'uomo si sedette guardando la luna, aveva sempre odiato vedere la compagna piangere, si sentiva un debole, un codardo. Il suo unico figlio era andato a combattere per loro, per salvarli, e lui non poteva fare niente.

Lui che pregava la Madre Luna senza mai chiederle niente, lui che aveva rinunciato alla crescita del figlio, aveva accettato di vedere la propria compagna ogni luna piena per andare incontro alle richieste della Madre.

- Ti prego... ho già vissuto ventitré anni senza di lui, se lui muore che senso ha la nostra vita? - urlò di nuovo la donna, mentre iniziò a dare dei pugni sul duro petto del marito.
L'uomo rimase fermo, incassando l'ira e la delusione della moglie.
Sul suo volto sentii qualcosa di bagnato scendere, gli occhi iniziarono a bruciare, mentre la donna cadde ai suoi piedi.

Si abbassò alla sua altezza; solo ora la donna si accorse delle lacrime del marito, le sue braccia si strinsero al suo collo, continuava a pregarlo, a chiedergli di andare contro tutto e tutti per aiutare il figlio.

- CREDI CHE MI PIACCIA STARE QUI? - disse l'uomo alzando la voce. Quando si rese conto che la moglie aveva paura del tono con cui le stava parlando, tornò a parlare piano cercando di calmarsi.
- È anche mio figlio, in tutti questi anni tu non hai mai capito cosa significasse per me rimanere qui e non poterlo stringere a me! Aiutarlo, confortarlo. Ho accettato la nostra punizione, non sono mai uscito da queste terre nonostante io sia il Re, ho sempre avuto paura che la mia uscita potesse causarti qualcosa. Pensi che io sia felice di averlo mandato in battaglia? So quanto sia pericoloso, se potessi andrei al suo posto.
Piango ogni attimo che mi sono perso di lui... e piango ora per non poter fare niente! -

La moglie smise di piangere, mentre il marito urlò contro la luna tutta la sua rabbia.

Una forte luce li colpì, la Madre Terra era scesa sulla terra. Forse, la rabbia del figlio l'aveva attirata.

Parlarono per un po', l'accordo era stato stabilito. I due furono consapevoli di quello che la Madre Luna stava chiedendo, ma l'amore per figlio andava oltre, loro avrebbero intrapreso questo viaggio, nonostante tutto.

I due rimasero soli, la Madre Luna tornò a brillare nel cielo, l'uomo accarezzò il delicato viso della donna, mentre i suoi occhi ora piangevano di gioia. A loro poco importava il prezzo da pagare, per loro l'importante era non lasciare il figlio combattere da solo.

Le loro labbra si unirono ricordando a se stessi quanto amore c'era, nonostante tutte le ostilità.

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora