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Calore...

Le sue forti braccia attorno al mio corpo stanno risvegliando la mia Ninfa.
Cerco di pensare ad altro, ma i suoi occhi magnetici rendendo la situazione ancora più difficile.

Inizia ad accarezzare la mia schiena lentamente, aumentando i brividi.
- Per quanto tempo dobbiamo stare cosi? – chiedo, cercando di pensare ad altro. Il suo respiro caldo soffia sul mio collo.
- Finché non vedrai l'Oracolo - dice con voce leggermente sommessa.

- Non usciremmo da qui per due notti? – non risponde, passando a toccarmi il seno.
- Sì, e dovrai stare sempre con me. - Mi alzo per andare verso la finestra. Rimango ferma mentre lui fa qualcosa.
- È vero che le nostre strade si divideranno? - spero che la sua risposta cambi.

- Arriva qualcuno - come ha previsto bussano alla porta.
- Il pranzo è pronto. La regina vuole che mangiate con lei - dice l'uomo, rimanendo fermo ad aspettarci.

Lui si avvicina a me: - Ricorda, stai sempre al mio fianco – intreccio le dita alle sue, iniziando a camminare.

Giunti nel corridoio vediamo il piccolo che viene verso di noi, per prendermi subito la mano libera. Gahel fa un lieve sorriso notando le nostre mani incrociate.
La stanza è enorme, diversi quadri e immagini sulle pareti, rendono questo posto davvero magico. In mezzo alla sala una grande tavolata, la regina è seduta e attende il nostro arrivo. Io mi siedo sul lato sinistro a distanza di due posti da lei. Accanto a me, Kabal. Tom e Gahel ci sono di fronte. La regina fa cenno a due ragazze di portare da mangiare.

Da quando sono partita, l'ultima volta che ho visto cosi tanto cibo è stato per il matrimonio di Elsa, la Ninfa di fuoco che si era sposata con l'Elfo fabbro.

Per tutto il tempo l'unico che parla è Gahel, che ha iniziato un discorso con la sovrana sui problemi sulla Terra di Nessuno. Lui mangia tranquillo, anche se si vede che è teso.

- Una volta che compirai la tua promessa, dove andrai Kabal? - il suo nome dalla sua bocca esce in modo così sensuale, da farmi provare dell'invidia.
- Non lo so... - le risponde, guardando nella mia direzione.
- Potresti rimanere qui, noi potremmo aiutarti a trovare quello che cerchi – ci prova.
Ed ecco che inizio a pregare dentro di me, affinché rifiuti la sua proposta. Inizio a masticare con fatica, la sua risposta tarda ad arrivare, il mio cuore inizia a battere più forte.

- Ci penserò. - La sua risposta fa così male che ho voglia di scappare da questo posto, ma la tortura è solo all'inizio: la regina ha ancora altri piani per rendere la nostra gelosia visibile agli occhi di tutti.

Quando finiamo di cenare ci invita ad assistere a delle danze di benvenuto. Solo Tom non partecipa, chiedendo il permesso di poter giocare con i più piccoli.
- Se hai bisogno chiamami - gli dice, prima di lasciarlo andare.
Tom è l'unico che gode di vere attenzioni da parte sua e ne sono felice. Almeno il piccolo non deve subire i suoi momenti di ghiaccio.

Due ragazze mi fanno alzare, dicendomi che mi devo cambiare d'abito. Le seguo, sotto il suo sguardo vigile. Si vede che non è d'accordo, ma non posso rifiutare la richiesta della sovrana.

Mi aiutano a togliere gli abiti, facendomi indossare un vestito bellissimo ma strano: mi fascia tutto il corpo mostrando ogni mia forma, ai lati si può benissimo vedere la mia pelle, mi giro verso un grande specchio e scopro che tutta la mia schiena è nuda.

Mi sento in imbarazzo quando mi avvicino all'entrata. Delle ragazze stanno danzando, e due di loro ballano in modo strano sopra di lui. Entro, attirando l'attenzione di tutti gli uomini che continuano a guardarmi.
Anche i suoi occhi sono su di me, all'inizio fa un piccolo sorriso, ma dopo cambia.

Riconosco quello sguardo, è lo stesso che aveva quando decisi di spogliarmi davanti a tutti sulla nave. Inizio a camminare per prendere posto, le mie gambe tremano, non riesco a sostenere il suo sguardo, così abbasso gli occhi. Sono giunta quasi alla mia postazione ma la regina mi ferma.

- Amo la danza delle Ninfe. Potresti mostrarla ai miei sudditi? - guardo in direzione di Gahel, che fa cenno con la testa di sì, i miei occhi si posano su Kabal che continua a tenere lo sguardo assente dritto davanti a sé.

Mi posiziono al centro. È da tanto che non ballo, nonostante abbia sempre amato farlo. Ho sempre partecipato ad ogni festa senza mai sedermi, all'inizio pensavo che la regina delle Ninfe fosse gelosa del fatto che io sapessi ballare e cantare meglio di lei, ma con il tempo mi sono ricreduta.

La musica parte, ogni parte del mio corpo sa cosa fare; chiudo gli occhi lasciando che il mio corpo parli per me.
Quando li riapro trovo tutti gli sguardi puntati su di me, la creatura dentro di me legge nei loro sguardi il desiderio, la brama di avere il mio corpo. Sto per terminare, ma delle forti braccia mi sollevano da terra. Urlo sul momento, non capendo cosa succede. Ma sento il suo odore che non tarda ad invadere le mie narici. Lui non si scusa nemmeno, inizia a camminare in direzione dell'uscita.

- Mettimi giù Kabal, mettimi giù ho detto! - continuo a tirare pugni alla sua schiena ma niente lo ferma, un pizzico di paura si presenta nel momento in cui mette piede nella nostra stanza.
- Ma sei impazzito? È un'offesa quella che hai appena lanciato! – mi allontano subito.
- Perché, la tua non è un'offesa nei miei confronti? – sono senza parole, dopo questa sua esclamazione. Avanza, io indietreggio.
- Indossare questo abito... – aggiunge, cercando di afferrare la mia pelle nuda, artigliandomi i fianchi - se ti fossi seduta accanto a me avrei potuto sopportarlo! Ma tu hai osato sfidarmi ballando in quel modo così...-
- Non è dipeso da me, me lo ha ordinato lei! – sbotto, per sentire subito dopo il suo respiro caldo, che dà inizio a una scarica di brividi e sensazioni, dai quali non voglio fuggire. Prende il mio volto e...
- Âaron torna in te! - lo richiamo con prepotenza, notando il lieve rossore nelle iridi. A questa frase torna ad essere quello di prima, ma non si sposta, restando immobile con lo sguardo fisso su di me.

- Sei così bella...- mi bacia la guancia.
- È la tua natura che parla. Tu non mi diresti mai una cosa del genere. So che mi odi. -
- Ti odio perché non posso averti! Ti odio perché ti desidero dal primo istante in cui ti ho vista. Ti odio... perché devo lasciarti andare - le sue parole fanno perdere dei battiti al mio cuore.
- Io non voglio andarmene senza di te...-aggiungo, trovando la sua bocca ad un centimetro da me.
- Tu non mi conosci, non sai il male che potrei farti! Il dolore che proverai con me... Non sarai mai al sicuro, mai! -

È l'ultima occasione che mi resta per dissuaderlo. Lo sfioro con delicatezza.
- Se starò con te sarò al sicuro. Senza di te sono condannata ad una vita priva di amore, e non è quello che voglio. Ti ho amato dal primo istante in cui ti ho visto, ti desidero con tutte le mie forze, e per te io rinnegherei la mia natura- espongo tutto quello che ho dentro, pensando ad una reazione positiva. E invece...

- No! - le sue urla risuonarono in tutto il palazzo.

Gahel entra nello stesso istante in cui Kabal esce. Rimango immobile scrutando la sua figura che scompare. Mi cedono le ginocchia, facendomi cadere per terra. Il pianto a dirotto bagna il mio viso, Gahel mi solleva rialzandomi.

- Cosa ti ha fatto quello stupido, ancora? – mi sembra quasi di non aver udito, visto che la sua voce giunge a me distaccata e distante. Rimango in silenzio per tutto il tempo, finché Gahel non mi chiede di nuovo cosa è successo. Mi giro verso di lui, sforzandomi di trattenere una nuova ondata di lacrime.

- Mi ha spezzato il cuore. -

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora