41

3.1K 145 2
                                    

II parte:

Apro gli occhi lentamente, qualcuno vicino a me sta russando. Scopro che è il vecchietto, caduto in un profondo sonno. Alzo la testa lentamente, dato il dolore, osservando quello che mi circonda: vedo che la nebbia si è quasi diradata del tutto. Ma ancora non v'è nessuna traccia di Kabal e Tom. Decido di svegliare con dolcezza Gahel. Apre gli occhi e, come me, si guarda attorno.
- È meno fitta di prima – osserva.
- È vero, ma non c'è ancora traccia di loro due.-
Continua a scrutare tutto intorno, io sto per urlare ma mi fa cenno di voltarmi.

Vedo il corpo di una donna immobile su un tronco. Entrambi restiamo fermi, fino a che Gahel decide di andarle incontro.
- Vi siete persa? - domanda, ma è come se lei non lo possa sentire.
Io mi avvicinai a lui, iniziando a camminare con cautela verso la donna.
- Chi siete? – ma ho la stessa sorte del mio amico: nessuna replica.
Siamo a due passi dalla donna, quando mi fa segno di stare ferma. Ho capito che ha deciso di andare da lei, e il mio pensiero viene confermato dal gesto che fa, sciogliendo il nodo della corda, separando le nostre mani.

Le appoggia delicatamente una mano sulla spalla. La sua reazione è sorprendente: cade, mostrando anche qualcos'altro: la donna non ha occhi, il suo corpo è bianco neve; la sua bocca è aperta, con al suo interno dei fili ben visibili. Sulle mani ha delle grosse ferite che sembrano morsi. Uno sguardo e poi... di nuovo le voci che cercano di farsi strada.

- Corri! - prendo la sua mano ed inizio a correre. Ci copriamo il viso, dato che qualcosa ci attacca, anche se non riusciamo a vedere niente. La mia testa rammenta le parole del padre di Kabal, spingendomi a dire: Illusione.

E qui tutto cambia.

Mi fermo mentre Gahel urla, la mia mente è andata in trance; inizio a credere che nulla di questo è reale. Le voci tacciono, gli attacchi cessano. L'anziano si avvicina a me col fiato corto.
- Non farlo mai più! -
- Era un'illusione! - dissi convinta.
- Sì, questa era un'illusione, ma non fermarti mai, hai capito Liz? - gli feci sì con la testa, le sue braccia mi stringono in un abbraccio, da far svanire definitivamente tutte le paure.

- Gahel, cos'era quella donna? -
- Uno spirito! O almeno lo è la sua anima. Il suo corpo è rimasto imprigionato, e avverte chiunque attraversi l'isola. -
- Tu sai più cose di quante in realtà ce ne hai dette. - ho questa sensazione da quando mettemmo piede nelle terre del padre di Kabal.

- Quando ero ancora giovane, non sapevo quale fosse il mio destino. Studiavo i vecchi testi, ogni libro di magia per arricchirmi. Ho avuto la fortuna, o la sfortuna, di leggere un libro che non esiste più. È stato distrutto tanti anni fa. Era il Libro dei Malvagi. Ogni specie, ogni terra, era descritta al suo interno. All'inizio pensai solo di studiarlo per imparare, ma quel libro aveva un potere: entrava nella tua mente, riusciva a farti vivere quello stavi leggendo. La mia fortuna fu che avevo così tanto studiato il bene, che ogni volta riuscivo a tornare indietro– racconta con enfasi.
- Sei già stato in queste terre? – chiedo, mentre lui non rispose subito.

- Prima di iniziare il mio cammino. So cosa questo posto può farti, ho visto con i miei occhi il male che si nasconde dietro ogni albero, ogni rumore. È stata l'ultima volta che ho aperto quel libro. Ho passato giorni vagando tra questi alberi, prima di riuscire a tornare a casa. E quando ci riuscii, mi sono trovato ad affrontare il mio destino, che tu già conosci. -
- Perché non lo hai rivelato prima? -
Sono arrabbiata, soprattutto perché, se avesse parlato prima, non avremmo perso Tom e Kabal.
- Liz, so che è difficile da capire, ma ci sono cose che non posso dire, cose che non spetta a me raccontare. Ho un destino da compiere, e anche se volessi non posso parlare, perché se lo facessi ci sarebbe la morte per uno di voi. E preferisco essere con voi nelle difficoltà che piangervi. -
Trattengo la mano del mio amico nella mia, provando molto imbarazzo per la mia reazione, dopo aver sentito tutto questo.
- Scusami, se ho dubitato di te. -
Mi regala un sorriso sincero, stringendo la mia mano.
- È normale che tu dubiti. Siamo nella Foresta Nera! - sorrido anche io a quelle parole, ma è una cosa veloce, perché davanti a noi la foresta ha appena iniziato a giocare.

Il paesaggio cambia, gli alberi lasciano spazio a un vasto paesaggio di neve.
- Il Lago dei Morti - dice Gahel, mentre sotto di noi appaiono immagini di ogni specie morta, per mano di questo lago.
- Un lago nel mare? – so che la domanda è stupida, ma non ho mai visto nulla di simile. E se c'è una cosa che ho imparato, da che ho iniziato questo viaggio, è che tutto può succedere.
- È finto, ma non è un'illusione. Se non ricordo male, quando pensi che il ghiaccio si rompa, lui si spacca davvero, facendoti scivolare al suo interno per sempre, imprigionandoti per l'eternità. -

Mi impaurii così tanto, da mettere ancora più attenzione su dove posavo i piedi.
Alcune volte ci fermiamo perché il ghiaccio si rompe davvero. Altre, perché qualcuno bussa forte per farsi aiutare. Ma Gahel dice che è impossibile, che è solo un trucco degli spiriti per farci entrare dentro. Il mio amico rivela che Kabal è a conoscenza del lago, specificando anche che ci ritroveremo alla fine di esso.

I miei occhi continuano a guardare qualcosa, anzi, qualcuno. Davanti a me due figure che sono ferme, cerco di vedere meglio, ma sono troppo lontana.
Più mi avvicino, più quelle figure diventano ben distinte.
Mi giro verso Gahel: - Vedi anche tu quello che vedo io? - lui guarda nella direzione che gli sto indicando, confermando di vederle anche lui stesso.
Siamo a pochi metri, quando la paura prende possesso di me, facendomi vedere questo: Tom che piange mentre lui è sdraiato a terra.

Cerco di muovermi, ma un rumore mi ferma. Stravolta dalle visioni, emetto un grido di pura rabbia, a causa di quello che sto vedendo, provando, adesso...
- NO, KABAL! -

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora