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Lizzy:

Sono già due giorni che non dormo per colpa sua, ma la notte passata ho superato i limiti. La mia Ninfa continuava a dire che era stata lei a provocarlo, ma io sapevo che non c'entrava niente; io mi ero avvicinata a lui, volevo sentire la sua calda pelle su di me, volevo di nuovo sentire il contatto delle sue labbra, ma lui si è spinto oltre; e quello che mi fa più rabbia e paura allo stesso tempo, è che lui l'ha fatto solo per dimostrarmi ancora una volta quanto sia pericoloso.
Non so cosa mi abbia fatto credere che lui non è davvero così, forse l'immagine di lui bambino mi ha influenzata, ma dopo ieri notte, di quel bambino piccolo e indifeso non ne è rimasto niente.

Le guardie ci scortano fuori, ora siamo diretti allo stretto di Nevraim, per poi oltrepassare le terre del Fiume Morto. È un altro posto che in cui mia zia ha consigliato di fare attenzione. Si dice che sia abitati dai Colorati, non so il perché di questo nome, ma sui libri non c'è una descrizione esatta.

Mi avvicino a Gahel che stranamente si è aggiunto a noi.
- Gahel tu sai chi abita nelle terre del Fiume Morto?- chiedo, sperando che almeno lui ne sappia più di me.
- Ho già oltrepassato quella terra, ma non ho avuto il piacere di sapere chi ci abiti. C'e chi dice che sia piena di spiriti, da lì nasce il nome Colorati, c'è anche chi dice che ci sia una vecchia tribù di vecchie streghe. L'importante è rispettare la natura e le varie divinità, se non vogliamo problemi- dice le ultime parole rivolgendosi verso di lui, che come sempre non risponde.

Il piccolo Tom corre verso Kabal, che si ferma guardandosi in giro. Io e Gahel ci fermiamo vicino a loro non capendone il motivo.
- Barabei- dice una frase che io non capisco, Gahel si avvicina a me prendendo la mia mano, facendo reagire Tom che si mette in posizione di difesa .

- Che succede? Qualcuno...- provo a dire.
- Zitta!- faccio subito come mi chiede lui, quando vedo dei lupi accerchiarci. I loro sguardi sono puntati su di me, i loro occhi sono strani: di una sfumatura così rossa da sembrare sangue.

- Dannato! Non vogliamo avere problemi, dacci la Ninfa. Hai la mia parola che ce ne andremo senza uccidere nessuno-
Per un attimo sento il cuore fermarsi, ho paura. Paura che dopo quello che è successo ieri sera lui mi dia in pasto a questi lupi.

- La Ninfa è con me! Vi conviene andarvene, se non volete morire- ritorno a respirare sentendo queste parole.

- I TUOI POTERI CONTRO DI NOI NON FUNZIONANO, E ORA DACCI LA NINFA! PENSO CHE IL PICCOLETTO SARÀ IL PRIMO A MORIRE CHE NE DITE RAGAZZI?- aggiunge urlante, sperando che la sua minaccia faccia breccia in tutti noi. Avvicino Tom a me.
Lui si gira verso Tom che gli fa cenno di aver capito. Si mette davanti a me, prendendo la mia mano e quella di Gahel.
- Protosîa - una volta pronunciata quella parola, davanti a noi compare una luce bianca che ci imprigiona racchiudendoci dentro a una barriera, il branco inizia a prepararsi per attaccare.

È tutto cosi veloce: in un attimo Kabal si trasforma, colpendo e schivando gli attacchi degli altri. Le mie mani incominciano a tremare, Tom mi stringe ancora di più.
- Non staccarti da me o la barriera si aprirà... vedrai, ce la farà- dice il piccolo senza un filo di preoccupazione. Continuo a guardare la scena, ma dentro di me muoio ogni volta che qualcuno lo morde.

Uno dei lupi si avvicina alla barriera cercando di romperla, sento la paura di Tom espandersi.
Lui si accorge di questo, dalla sua bocca esce un ululato che mette paura anche ai suoi simili.
Il suo lupo sembra ingrandirsi ancora di più, facendo diventare il suo manto ancora più scuro per mimetizzarsi nel buio che sta calando. I suoi occhi diventano più rossi rispetto a quelli degli avversari. In un attimo è davanti a noi, la sua violenza non conosce fine, il lupo che ha parlato prova a scappare. Ma non ha capito di essersi scavato la fossa da solo, non appena ha osato sfidarlo.
E quando giunge la fine, mi rivolgo a Tom:-liberaci!-
- Ancora no! Lui deve calmarsi altrimenti ci ucciderà!-

I miei occhi tornano a guardare il grande lupo, continua a fare dei grandi respiri voltandosi verso di noi; i suoi occhi sono tornati come prima. Tom scioglie la stretta facendo sparire la barriera. Corro verso di lui, incurante di quello che possa fare. Incomincio a toccare il suo soffice pelo, cercando qualche ferita pericolosa. Tom arriva vicino a me con dei vestiti per Kabal, i due continuano a guardarsi, la mano di Tom prende di nuovo la mia. Quando si trasforma, aspetto giusto il tempo che si metta i pantaloni per andare ancora una volta in sua prossimità.

- Sei ferito? Aspetta ti curo io!- mi ferma prima di poter usare la magia su di lui.
- Sto bene. Tu stai bene?- è la prima volta che mi fa questa domanda, in un attimo dai miei occhi iniziano a scivolare delle lacrime. So che gli dà fastidio che lo tocchi, ma è più forte di me. Gli circondo il collo aderendo su di lui, scoppiando a piangere come una bambina.
- Ho avuto paura che ti accadesse qualcosa!- cerco di dire, mentre sento la sua fronte posarsi sul mio collo, le sue forti braccia che circondano la mia vita. Continuo a piangere finché la sua bocca non si avvicina al mio orecchio.

- Anche io ho avuto paura per te!-

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora