LIZZY:
Una lacrima scende giù, fino a bagnare il palmo della mia mano, non doveva andare così, non era questo che volevo quando ho provato a capire le sue ragioni, non può pensare davvero quello che ha detto.
- Lizzy - la voce triste di Gahel non fa che aumentare la mia rabbia.
Inizio a correre nella direzione che ha preso. Non si libererà di me di nuovo, non mi abbandonerà nascondendosi dietro alla scusa delle sue paure.Lo intravedo entrare in quella che è la nostra stanza, entro e chiudo a chiave la porta anche se non servirà a niente. Gli basta romperla per uscire.
- Che cosa stai facendo? – chiedo, mentre mi dà le spalle e si occupa di qualcosa.
Alla mia domanda non risponde, continua a muoversi lentamente per la stanza.
- Âaron che diavolo stai facendo? -
- Me ne vado. È me che vogliono quindi, mi ritroveranno - dice sbuffando.
La sua aria da duro è tornata, posso vedere i suoi occhi di ghiaccio, anche se fino ad ora non mi ha degnata di uno sguardo.
- Ed io? -
- Liz, non rendere le cose... -
- COSA ÂARON? Cosa non devo fare? Cosa vuoi che faccia questa volta? – urlo, iniziando ad andare nella sua direzione. - Vuoi che me ne stia qui buona mentre tu affronti la battaglia? Vuoi che faccia finta di niente? Cosa vuoi Âaron? Io non ti capisco. Ho provato...
Ho provato con tutte le mie forze a superare quel muro che hai messo tra me e te. Ho provato a fidarmi, ti ho aperto il mio cuore, ti ho dato tutto di me. E ora ... tu pensi di abbandonarmi, come puoi farlo? – scaccio le lacrime, non voglio dimostrarmi debole, non adesso. Sono stanca dei suoi atteggiamenti,
stanca di non essere capita.
- Non è questo il problema - aggiunge senza guardarmi.La mia mano si appoggia sul suo braccio, ma lui si stacca da me. Mi fa male questo suo gesto. Mi fa così male da sentirmi tradita.
- Marchiarmi! È questo il tuo problema? Pensi che sapere cosa... -
- Tu non sai niente. Pensi che sia tutto rose e fiori, che la vita sia bellissima, che tutti si amano. Ma ti sbagli, Liz, non tutti sono cresciuti come te... Non sai niente – mi urla in faccia. I suoi occhi blu hanno lasciato spazio al colore rosso, ma non basta a farmi demordere.
- Hai paura che io veda cosa hai fatto in passato. Hai paura... Pensi che questo faccia cambiare la mia idea su di te. Credi davvero che io possa guardarti con occhi diversi? - poso le mani sul suo petto, sentendo il cuore battere fortissimo.
- La cambierai eccome. Dici così perché sei ancora giovane, non sai -
- Oh andiamo! Ora sono troppo giovane, ma quando c'è da andare a letto non lo sono, vero?– sfogo la rabbia.
- Liz, la mia decisione è presa e non cambierà – si sposta.
- Sai una cosa? - inizio a camminare verso la porta - sei solo uno stupido codardo. Tu non sai cosa significa amare, non ho mai avuto il tuo amore, era il lupo a parlare per te. Mi sono
illusa che tu potessi capire le mie paure; ma se tu non hai il coraggio di vedere le tue di paure, come potresti capirmi? Questa volta non sarai tu ad andartene, me ne vado io, Kabal. – lo guardo un'ultima volta.Uscii dalla stanza iniziando a correre per allontanarmi da quel posto, sentivo l'aria mancarmi, avevo bisogno di urlare, di abbandonare tutto alle mie spalle, lasciare che i miei sentimenti morissero.
- Lizzy-
- Non ora Ramira! Non ora. – Mi allontano sempre di più.Kabal:
Rimango fermo, mentre l'immagine di lei che esce dalla stanza continua a passare davanti ai miei occhi. Non mi ha mai parlato così. Non ho mai sentito quelle parole da nessuno. Mi siedo sul letto, con l'eco delle sue parole in testa: "Hai paura. Codardo. Non sai amare."
Questa volta è lei ad avermi abbandonato!
- L'hai esasperata, non hai saputo capirla – dice il lupo.
- No, è lei che non ha capito che lo sto facendo per lei - dico ad alta voce.
- Quante scuse dovrai usare per giustificare i tuoi errori Kabal? - alzo la testa guardando la figura di Gahel davanti alla porta.Torno a guardare per terra senza rispondere, non sono in vena delle sue frasi senza senso.
- La prima volta che l'hai incontrata le hai mentito sulla tua identità. Hai cercato di tenerla lontano da te per paura dei tuoi sentimenti. L'hai abbandonata usando la scusa della tua vendetta. L'hai trascinata in luoghi dannati, ha dentro la Kølie per te. E ora vuoi abbandonarla per la tua paura? – si piazza davanti a me.
- Tu non sai. Tutti voi parlate senza sapere – non rialzo mai gli occhi.
- Ah, sì, la tua solita scusa -
- Non è una scusa... -
- Sì che è - urla Gahel, facendo alzare il mio sguardo verso di lui. - Sei così sciocco da non capire che la magia ha due piani. C'è il bene e il male -
- Lascia per te la tua predica, non è il momento vecchio – faccio per uscire, ma...
- Senti piacere nel sapere che quelle urla sono per te. Sapere che hai il controllo della situazione, che sei tu ad essere il padrone delle loro vite... ti fa sentire potente, indistruttibile. - Urla Gahel, fermando la mia uscita.
Non posso evitare di ascoltare, anche se le mie ferite si riaprono ancora.
- Questa è la magia. Ti fa sentire così, ma c'è anche la magia del bene; quella che ti fa aiutare un piccolo cucciolo che ti chiede aiuto, che dona il coraggio per sfidare chiunque pur di salvare delle vite. La magia ha diversi aspetti, c'è chi può scegliere tra quella nera e quella bianca, e tu ce le hai entrambe. È come se dentro di te esistessero due Âaron; quello buono e quello cattivo. Ma non è allontanando le persone che migliorerai. Lei è la tua parte buona. -
Rimango in silenzio mentre le mie gambe cedono, facendomi cadere per terra. Mi sento stanco, debole. Amareggiato per tutto quello che sono riuscito a rovinare di nuovo.- Se n'è andata. Lei se n'è andata Gahel – sussurro tra le braccia di Gahel che mi conforta.
- Ora è lei avere bisogno di tempo. Vedrai, tornerà. - Mi risponde stringendomi forte.
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KABAL - Il Lupo Solitario
WerewolfUn'Alpha senza branco non è un vero Alpha. Nessuno conosce il suo vero nome, tutti lo chiamano Kabal. Abbandonato dalla nascita, si troverà a intraprendere un viaggio per scoprire la verità e vendicarsi. Assieme a lui un cucciolo di lupo che salve...