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KABAL:

Sono ore che mi sto allenando, ho deciso di non fare niente, lasciarla andare è la decisione più sofferente che abbia mai preso. Ma c'è una battaglia in corso, e saperla lontana da qui è l'unica cosa che mi spinge ad andare avanti.

So che è a Rasnan, mia madre l'ha vista in una delle sue visioni; ha visto anche altro, ma non ho voluto sapere. Ora devo concentrarmi e far rinascere questo maledetto fiore che ho fatto morire con la magia.
- Non capisco a cosa possa servire far rinascere un fiore contro i Rövet – mi rivolgo alla mamma.
- La magia che possiedi ha diverse sfaccettature-
- Sì, il bene e il male, lo so. Ma io gli ho tolto la ninfa senza problemi. E farlo rivivere è un problema per me – spiego.
- Âaron, è la terza volta che me lo chiedi, ora ti risponderò sinceramente: tu hai scelto di usare la tua magia nei momenti di dolore, trasformandola in magia nera, questo non ti rende una cattiva persona; solo che sei più forte nei momenti di rabbia. E lei... beh, lei è la tua parte buona. Rappresenta il bene, voi due, insieme vi completate. E senza di lei non sarà facile – un accenno di tristezza non mi sfugge.
Mi alzo avvicinandomi a lei.
- Ce la farò. Ma nel caso... -
- Non dirlo, ti prego! -
- Madre, se non dovessi farcela, proteggetela e affidatele Tom. Lei saprà prendersi cura di lui– la faccio piangere.
- Tu potresti andarla a riprendere. È confusa, ha solo paura. Pensa di essere debole in confronto a te, ha solo bisogno di sapere -
- No, la mia decisone è presa. E poi saperla lontana da qui è meglio -
- Tu la ami. Ho visto il vostro amore, ma ho visto anche la tua paura. Non permettere che questo la allontani da te per sempre -
Non rispondo alla sua affermazione, non voglio mostrarmi di nuovo debole, come due sere prima davanti a Gahel, non posso permettermi di essere debole, anche se dentro di me non averla al mio fianco fa sanguinare la ferita al cuore.

Ritorno a concentrarmi verso il fiore, cerco di liberare la mia mente, anche se l'unica cosa a cui penso è il suo viso. Il suo sorriso, il suo perfetto corpo, la sua risata; le sue facce buffe, tutto di lei mi fa felice. Non lo ammetterei mai con me stesso, ma mi manca il suo odore, il suo buongiorno e la buonanotte, i suoi abbracci.
- Ce l'hai fatta! - urla mia madre facendomi guardare verso il fiore che è ritornato come prima. Faccio un sorriso pensando a come sono riuscito a fare uscire la mia magia bianca.

Dopo i vari esercizi di magia, ora sto cercando di schivare un attacco dalla parte del beta di mio padre. Tutti i lupi sono attorno a me, che mi attaccano con tutta la loro forza, così come ha chiesto mio padre.
Il suo beta è davvero forte e anche i suoi uomini. Sento un forte pugno sollevarmi da terra, mentre Thor dà l'ordine di colpirmi tutti insieme.
So che lo sta facendo per rafforzarmi, anche se non ne sono sicuro. Lui ha già combattuto contro di loro, e dal modo in cui sta spronando gli uomini mi fa capire che sa con esattezza come i Rovdyr si muovono. Cerco di parare i colpi al massimo, ho deciso di non usare la magia. La mia forza è uguale alla loro, ma tutti insieme sono troppo forti. Solo la rabbia mi può aiutare; ma mio padre ha espresso la sua voglia di vedere una battaglia senza rabbia, un combattimento leale fra me e i suoi uomini. Paro un calcio che è diretto verso il mio stomaco, mentre sento un pugno sulla mascella, è cosi veloce che non l'ho visto arrivare.

- Basta! - urla l'Alpha.
Tutti si fermano, mentre del sangue esce dal mio naso. Il beta posa la sua mano sulla mia spalla.
- Hai combattuto bene – dice, mentre gli altri uomini confermano. Mi sento stupido, dato che nessuno ha un graffio, a differenza mia.
- Beh, non si direbbe, a giudicare dal mio viso- indico il sangue.
- Sappiamo che ti sei trattenuto, non hai usato la magia e nemmeno la tua rabbia per combatterci -
- Per oggi può bastare. Domani ci alleneremo io e te – sorrido per la felicità di poter sfidare un Originale.

Gli uomini se ne vanno lasciandoci soli, lui torna con un po' d'acqua.
- Tieni, lava la faccia – mi rovescio direttamente il secchio addosso.
- Sono fiero di te per come hai combattuto, senza usare tutta la tua forza – aggiunge, mentre i suoi occhi puntano verso la luna che sta prendendo posizione in cielo.
- Ma non riesco a capire la tua scelta. Hai solo ventitré anni e hai avuto la fortuna di trovare la tua compagna. E invece di portarla con te, tu le permetti di andarsene. E se non ricordo male, è la seconda volta che vi dividete – dice con tono pacato.
- Ho dovuto. Lei non merita tutto questo, merita una persona che la ami, che le faccia vivere dei momenti di normalità. Che le dica ogni giorno quanto è bella; e io non sono quel genere di persona – mi giustifico.
- Una persona che la ami? Beh, ragazzo mio, non sono cosi vecchio da non vedere quanto tu ci tenga a lei. Parli di normalità, ma è una Ninfa, non c'è niente di normale nemmeno nel suo mondo. E per quanto riguarda i complimenti, ho osservato quella ragazza e non è certo una che ha bisogno di ricevere i complimenti dall'alba alla sera. -
- Ha paura- aggiungo mentre alzo gli occhi rivolti alla luna.
- Anche tua madre aveva paura. Non sai quanto l'ho corteggiata prima di dirle che era la mia compagna. Il nostro, lo sai, era un amore proibito. Le due famiglie più potenti che si univano. Ma stare insieme ci ha dato la forza, ci ha uniti. Amo tua madre più di ogni cosa al mondo, darei la mia vita per vederla felice. E questo vale anche per te figliolo; hai ancora due giorni prima della Luna Rossa, dopo sarà troppo tardi per dirle cosa realmente provi per lei-.


Chiudo gli occhi mentre la luce della luna brilla sul mio viso.
La mia mente mi porta a vedere a cosa lei sta pensando, ma vedo solo i suoi sogni, segno che sta dormendo. Mi sdraio sul prato per entrare nei suoi sogni, almeno lì, forse, non avremmo litigato.

"-Âaron... - sentire di nuovo la sua voce è una di quelle cose che mi sono mancate.
- È un sogno o sei dentro la mia mente? – chiede, avvicinando il corpo avvolto da una camicia da notte sensuale, venendo verso il mio letto sul quale la attendo.
- Fa differenza se sono nel tuo sogno? - la raggiungo.
Tocco la sua pelle morbida, anche questo mi è mancato, appoggio le mie labbra sul suo collo lasciando una scia di baci fino a scendere sul suo seno. Le sue mani si infilano dentro i miei capelli, mentre geme per il piacere. La sollevo da terra facendole mettere le gambe attorno alla mia vita, finalmente rivedo quegli occhi azzurri come cielo. Sfioro con una mano i suoi lunghi capelli biondi.
- Entri nel sogno per avermi. Ma mi tieni lontana nella vita reale – cinge il mio collo.
-Tu te ne sei andata. -
- Perché tu cosa volevi fare? Se non ricordo male mi hai detto di andarmene – alza gli occhi al cielo.
La faccio scendere controvoglia, ma questo suo gesto mi ha fatto indispettire.
- Sai il perché, ed è meglio così. La battaglia è mia, tu non c'entri niente. -
Lei si allontana da me. Ho condotto il nostro sogno nella nostra camera da letto, ma vista la situazione, il letto non sarà utilizzato.
- Visto che io non c'entro niente, cosa ci faccio qui? - è arrabbiata. Cerco di smorzare gli animi, visto che anche questo suo lato mi diverte, per non dire che mi sta eccitando tanto.
- Perché, preferivi essere da un'altra parte? – mi avvicino.
- Sì. Non esisti solo tu, ci sono molte altre persone con cui potrei essere ora...- la sua Ninfa si sta mostrando ai miei occhi con quelle parole.
Incrocio le mani al petto incuriosito di cosa, e soprattutto di chi, sta parlando. Alzo un sopracciglio sfidandola a parlare. Lei si allontana di nuovo da me, con quella sua camminata così sensuale che manda in tilt tutti i miei sensi.
- Forse potrei avere conosciuto qualcuno qui. Anzi, devo dire la verità, non ho mai visto dei ragazzi più belli in tutta la mia vita – rimango sorpreso dalle sue parole, nel sogno non posso leggere la sua mente, non so se parla seriamente o mi sta provocando.
- Giusto, a Rasnan ci sono dei ragazzi... - mi faccio sfuggire troppo; soprattutto il fatto di sapere dove si trova.
Lei mi guarda mentre il suo viso si fa più scuro per la rabbia.
- Sì, a Rasnan - calco bene la parola della città - ci sono dei bellissimi ragazzi, e qualcuno mi sta facendo anche la corte.
Sai, nessuno sa che sono la ex compagna di un lupo. Non sono marchiata, quindi... – sorride alle ultime parole.
In un attimo le sono vicino, la prendo per i fianchi stringendola forte a me.
- Liz, non sfidare la mia gelosia – dico a denti stretti. L'idea che qualcuno possa avvicinarsi a lei mi sta divorando. Non sono stato geloso in tutta la mia esistenza. Ma ora, con lei, sono sicuro di fare una strage.
- Io non ti sto sfidando, sono solo una Ninfa contro un Alpha potente, non avrei possibilità. Se tu non mi avessi disturbato, a quest'ora sarei... - risponde facendo gli occhi sognanti, come a immaginare la scena. Mi stacco da lei urlando per la rabbia che ho dentro."

Mi sveglio di scatto mentre sto ancora urlando. Sono così furioso, così pieno di gelosia che qualcuno si avvicini alla mia compagna, senza che io non possa fare niente. Il lupo smania per marchiare il territorio.

- Ora vedrai cosa vuol dire sfidare un lu geloso – e sul mio volto compare un sorriso ambiguo.

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora