"Marti..." sento una mano che bussa alla porta "Marti, apri per favore."
Apro un occhio ma vedo soltanto buio, nemmeno un briciolo di luce dalla finestra. Ma che ore sono?
"Marti, ti prego."
Butto il lenzuolo giù dal letto e faccio scendere una gamba e poi l'altra, tutto molto lentamente.
"Allora sfondo la porta."
Afferro la maniglia e la apro con uno scatto, Alessandro per poco non mi cade addosso.
"Sorpresa." Dico io con un sorriso da ebete mentre lui sobbalza dallo spavento.
"Lo so che non sono uno spettacolo di mattina, ma così brutta non pensavo."
"Oddio, Ginevra, pensavo che fosse la camera di Martina." Si gratta la nuca lui.
"Lo avevo intuito." Sorrido io e gli indico la porta giusta "È questa."
"Scusami, buonanotte." Si volta "O buongiorno, ormai sono le tre."
"Notte, Ale, domani è domenica e voglio dormire." Poi aggiungo "Non fate zozzerie."
E chiudo la porta con un sorriso furbo: come amo sgamare le coppiette.
Immaginavo che tra quei due ci fosse qualcosa, ora ne ho la conferma.Il mio cellulare vibra sul comodino e cerco di spegnere la sveglia senza successo: forse non è la sveglia.
Sullo schermo appare il nome di mio fratello: Giacomo.
"Pronto." Dico assonnata.
"Hai fatto le ore piccole?" Lo sento ridere "È quasi mezzogiorno, Gin."
Allontano il telefono dall'orecchio e guardo l'orario, diamine ha ragione.
Infilo le ciabatte e raggiungo la cucina mentre sto ancora al telefono con lui.
"Ti volevo ricordare che venerdì è il compleanno di papà e gli volevamo organizzare una festa a sorpresa per i suoi cinquanta anni."
Mi spiega "Tu riesci a venire giù?"
"Credo di si." Gli rispondo e poi saluto gli altri, sono l'unica ancora in pigiama.
"Per l'organizzazione ci pensiamo io e Vanessa, verrà anche la nonna."
"Fantastico!" Non vedo mia nonna da giugno perché vive a Cagliari essendo mio padre e la sua famiglia originari di lí.
"Allora ti aspetto, ora ti lascio al tuo pranzo-colazione. Ciao, pulce."
"Ciao, Giacomo." Riattacco la chiamata e getto il telefono sul tavolino, non posso fare colazione a mezzogiorno...tra un po' pranziamo!
"Giacomo è l'amante?" Ride Filippo ed io scuoto la testa stropicciandomi gli occhi.
"No, è mio fratello maggiore."
"Quanti anni ha?" Domanda Martina e Alessandro gli lancia un'occhiataccia "Cosa t'importa?"
Ho già detto che li adoro?
"Ha tre anni più di me." E poi guardo Alessandro "È un gran figo."
Lui rotea gli occhi e gli altri ridono, è palese che gli interessa Martina.
"Venerdì prossimo torno a casa per il compleanno di mio padre." Li avviso.
"Sopravviveremo senza di te." Dice Andrea e gli rivolgo una linguaccia.
"Quanti anni fa?" Domanda Martina.
"T'interessa anche il padre?" Ironizza Filippo.
"Cinquanta."
"E tua madre?"
"Ehm..." sorrido cordialmente e Andrea mi fissa negli occhi.
"Quante ne vuoi sapere..." dice a Martina riservandole un'occhiataccia.
"Che male c'è?!" Esclama Martina.
"Ne avrebbe avuti quarantasei, ma non c'è più." Mi mordo il labbro.
"Mi dispiace, non lo sapevo." Si alza e viene ad abbracciarmi, così mi fa piangere.
"Non lo potevate sapere, non vi preoccupate."
"Perché non ce lo hai detto?" Mi domanda Martina con occhi dolci.
"Perché non è una cosa che si dice per presentarsi." Le risponde Andrea.
"Tu lo sapevi?" Le chiede la cugina e lui annuisce.
"Ragazzi però ora non fate queste facce, io non ve l'ho detto proprio per questo." Cerco di sdrammatizzare.
"Carbonara?" Propone Alessandro.
"Carbonara."
Ripeto, lo adoro."Penso di poter scoppiare." Mette una mano sulla pancia Filippo.
"Non mangiavo così tanto dal pranzo di Natale da mia nonna." Si lamenta Martina.
"Vogliamo fare un giro in moto?" Propone Ale e nonastante le strane occhiate iniziali acconsentiamo tutti, non è una brutta idea.
Ognuno recupera il suo giacchetto e scendiamo tutti davanti casa tranne Andrea e Filippo che vanno in garage per tirar fuori la moto.
Martina intanto è già salita con Alessandro che le sta allacciando il casco e intanto anche i due ragazzi ci hanno raggiunti.
"Con chi sali?" Mi chiede Filippo "Scegli con molta attenzione, potrebbe avere delle ripercussioni sulla tua vita."
Guardo i due ragazzi e resto comunque indecisa, e se uno dei due si offende?
"Ti rendo io la scelta più facile." Dice Andrea, si infila il casco e parte seguito da Alessandro.
"È sempre così scorbutico?" Chiedo a Filippo accettando il casco che mi pone.
Salgo in sella e gli circondo il torace con le braccia quando lui parte a tutta velocità per raggiungere gli altri. Sfrecciamo per le strade affollate di Milano e stringo di più la presa quando Filippo inchioda a qualche semaforo.
"Mi togli il respiro." Dice "E non solo perché sei bella ma perché mi stai soffocando."
"Scusa." Gli rispondo e poi scoppio a ridere. Filippo è quella boccata di aria fresca che ti serve per staccare dalla vita, forse è una delle persone più belle che io abbia mai incontrato.
I ragazzi hanno guidato fino a fuori città e siamo arrivati in un punto un po' rialzato da dove si scorgono le luci della città che si accendono dato che il sole sta calando. Avevo il terrore di venire a Milano, per lo smog, la vita movimentata, il traffico...ma vista dall'alto questa città non è affatto male.
Mi volto verso i miei amici e vedo che Alessandro ha circondato Martina con le sue grandi braccia.
"Da quanto tempo si frequentano?" Domando ad Andrea che è vicino a me.
"Da circa due settimane escono insieme per la seconda volta da quando si sono lasciati." Scuote la testa lui emettendo una risatina.
"Non approvi?"
"Mi sembra solo...strano. Si conoscono da una vita, fino ad un mese fa sono stati insieme, forse per due o tre mesi, ed ora si rimettono insieme. Se ti piace una persona, ti piace da subito."
"Mio Dio, credi al colpo di fulmine? Tu?" Rido questa volta io.
"Non nel colpo di fulmine, ma se mi faccio un'idea di una persona, resta quella." Incrocia le braccia al petto.
"E di me che idea ti sei fatto?"
"Stai flirtando con me?" Mi guarda ed alza un sopracciglio. Io schiudo lievemente le labbra sorpresa perché non mi aspettavo questa risposta.
"Non illuderti, sono fidanzata." Gli rispondo a tono "Volevo solo sapere..."
"Secondo te? C'è bisogno che te lo dica?"
"Potresti essere anche meno stronzo ogni tanto, almeno i giorni festivi." Sbuffo e torno a guardare la città e tutti quei puntini luminosi. Lui sembra fare lo stesso in silenzio ma percepisco il suo sorriso, almeno ha ammesso che sono simpatica.
"Io li trovo adorabili, comunque." Li difendo incrociando le braccia.
"Apri un fan club." Si allontana soddisfatto per essere riuscito anche questa volta a prendermi in giro. Estrae dalla tasca un pacchetto di sigarette, ne prende una e se la mette tra le labbra, l'accende e sputa fuori una nuvola di fumo. Si volta verso di me, metà del suo viso è illuminano dal lampione a cui si è appoggiato e riesco a scorgere il sorriso divertito che mi rivolge. Inspira e butta fuori un'altra volta il fumo davanti a sè, si gira di nuovo verso di me e strizza l'occhio.
Alzo gli occhi al cielo e inevitabilmente rido, quanto può essere idiota?
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Serotonina
RomanceA tutti i genitori capita che prima o poi i figli chiedano "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" E anche se i genitori non lo danno a vedere, sono contenti di questa domanda, perché per loro è un'occasione per ripensare con nostalgia alla loro gi...