22.

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È passata una settimana da quando ho conosciuto Cristian. Sono passate due settimane da quando Pietro mi ha lasciata. Ma soprattutto sono passate tre settimane dall'ultima volta che ho sentito Vanessa al telefono. E me ne vergogno molto.
Con quella che è la mia migliore amica ora parlo molto di rado e solo per messaggio, cosa che non avrei mai immaginato.
"Vane?" Risponde al terzo squillo.
"Ti sei ricordata della mia esistenza, finalmente!"
"Scusami..." mi mordo il labbro inferiore "è che come sai mi sono lasciata con Pietro, non ho parlato con nessuno per parecchi giorni...ma poi ho conosciuto un ragazzo!"
"Ho tante cose da raccontarti, e sicuramente anche tu a me!" Dico entusiasta ma segue un tonfo sordo ed un'imprecazione. Era una voce da uomo quella.
"Scusa, mi è caduto il telefono." Dice lei.
"Con chi sei?" Domando.
"Con nessuno." Risponde prontamente.
"Ho sentito una voce, da uomo." Ammetto sorridente.
"Ok, sto con un amico."
"Chi è? Quel ragazzo che hai conosciuto alla stazione? Come si chiama? Alessio?" Domando a raffica.
"No, non è lui." Dice "Ora non ne posso parlare."
"Capisco. Ti richiamo stasera!"
E riattacco con la convinzione di averla sentita troppo distante, e non sono i chilometri, ma il fatto che si sta allontanando da me.
Infilo il telefono nello zaino e sistemo le ultime cose prima di partire. Abbiamo deciso di tornare al lago questo fine settimana, e con noi verrà anche Cristian.
"Se siete pronti, scendiamo." Ci dice Filippo prendendo le chiavi della sua auto.
Scendiamo le scale in fila indiana e, una volta arrivati al parcheggio, ci smistiamo nelle due auto disponibili. Nella macchina di Filippo saliamo io, Cristian e Andrea, mentre nella macchina di Michele salgono Martina e Alessandro.
Andrea si è seduto davanti e così io mi siedo accanto a Cristian, lui mi mette un braccio attorno alle spalle ed io abbandono la mia testa sulla sua spalla. La musica è alta ma si avvertono le voci confuse di Filippo e Andrea che parlano di qualcosa, ho solo sentito di una barca, forse quella che vogliono affittare per oggi.
"Prima Michele mi ha chiesto come ho fatto a conquistarti." Mi sussurra ad un orecchio.
"Non mi hai conquistata." Sorrido.
"Staremo a vedere." Dice convinto e poi aggiunge "Ti trovi bene con loro? Io ho conosciuto solo Michele e Andrea, ma giusto un anno fa."
"Si, sono brave persone."
"Lo credo anche io."
"Piccioncini, la smettete di parlottare?" Filippo ci guarda dallo specchietto retrovisore e Andrea fa lo stesso.
"Tu e Andrea avete fatto lo stesso finora!" Esclamo io.
"Si, ma non parlavamo di cose sconce." Dice Filippo rivolgendosi ad Andrea "Confermi?"
"Confermo, assolutamente."
"Ma nemmeno noi!" Esclamo imbarazzata e tutti scoppiano a ridere.
Quando arriviamo c'è un leggero sole, ovviamente è freschino perchè è ottobre, ma indosso un bel maglione sopra la t-shirt e sto bene. Stare in barca è bellissimo e dopo aver fatto uno spuntino dato che ormai è ora di pranzo, ognuno di noi si riposa.
Alessandro è seduto sulla poltroncina marrone e tiene la testa di Martina che dorme sulle gambe, la loro dolcezza è stupenda. Filippo è insieme a Michele, il nostro timoniere, anche se credo che tra un po' butterà giù l'ancora per riposarsi anche lui.
Ed io invece mi trovo a prua, seduta a terra sopra un asciugamano, con accanto a me Cristian e davanti Andrea che si stanno smezzando una sigaretta.
"Quindi voi due vi siete conosciuti in aereo..." dice Andrea guardando Cristian e passandogli la sigaretta.
"Si, eravamo seduti vicino."
"Ed avresti mai pensato che a distanza di una settimana vi sareste ritrovati vicini su una barca?" Domanda di nuovo.
"In realtà non ci avevo minimamente pensato a lei, anche perchè fino a pochi minuti prima parlava di un ragazzo. Il suo ex presumo." Risponde lui.
"E credi ti piaccia per davvero oppure..."
"Smettetela di parlare come se non ci fossi!" Tuono io e si girano a guardarmi, sono discorsi da fare in mia presenza? E poi perchè Andrea mi sembra mio padre?
"Non voglio sbilanciarmi." Risponde Cristian, come se non mi avesse sentito.
Poi lo vedo alzarsi e rientrare dentro senza dir nulla, forse deve andare al bagno oppure ha sete.
Mi appoggio alle sbarre di ferro della barca con la schiena e quando mi accorgo che Andrea mi sta fissando, faccio lo stesso. Ha i capelli che gli coprono lievemente gli occhi e la maglia si muove con il vento.
"Cosa c'è?" Domando dato che non sposta lo sguardo.
"Lui non ti piace." Afferma senza giri di parole.
Diciamo che è un ragazzo diretto.
"Cosa ne vuoi sapere tu?" Dico in tono abbastanza acido.
"Lo so." Spegne la sigaretta nel posacenere vicino a lui e poi appoggia il braccio destro sul ginocchio "Stai solo riempendo la mancanza dell'idiota."
"Grazie, finalmente non ci stavo pensando e tu me lo hai ricordato."
"Non è vero, stai cercando affetto in Cristian perchè ti manca lui. Anche se eravate distanti, vi sentivate tutti i giorni e lui ti diceva quelle cose sdolcinate che alla fine si sono rivelate false, perchè sicuramente le diceva anche ad un'altra, peró ti facevano sentire meglio."
"Sei anche troppo schietto qualche volta." Dico e lui fa spallucce.
"Forse." Guarda oltre la prua il lago.
"E anche se fosse? Anche se cercassi di nuovo un po' di dolcezza e conforto? A chi dovrei chiederlo se non a Cristian, che è un bravo ragazzo?"
"A me." Punta i suoi occhi nei miei e il mio respiro si ferma "Non ci vuole molto a dirti che sei bellissima, a portarti a fare un giro o a fare colazione insieme."
"E invece ci vuole molto a farlo con amore, e non per finta."
"E chi ti dice che lo avrei fatto per finta?" Inclina lievemente la testa e mi inchioda con gli occhi.
Deglutisco con il cuore in gola, poi per fortuna arriva Cristian con tre bicchieri in mano, uno per uno.
"Vogliamo andare lì?" Mi alzo indicando le poltroncine libere e rivolgendomi a Cristian.
"No, state pure qui." Si alza Andrea prendendo uno dei bicchieri in mano a Cristian "Io rientro un po'."
Lo seguo con lo sguardo finchè non entra e lo distolgo quando si volta verso di me un secondo prima di entrare.
Avrà detto la verità prima?
Veramente sarebbe stato disposto a consolarmi anche lui?

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