25.

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Così ho affrontato anche questa settimana cercando di portare avanti lo studio e reprimere la depressione. Il tradimento della mia migliore amica è stato peggiore di quello di Pietro.
Ho bruciato tutte le foto che avevo legate a lei, ho buttato tutti i suoi regali ma non posso buttare i ricordi.
Intanto Martina cerca di farmi pensare ad altro trasportandomi da un negozio all'altro tra le vie di Milano e così mi ritrovo piena di buste e con il portafoglio vuoto.
Peró sorrido.
Sto bevendo un frullato, sono seduta ad un tavolo di un bar, ho le buste piene di vestiti tra i piedi e davanti a me il sorriso di Martina. Un sorriso contagioso.
"Credo che quel vestito bordeaux a maniche lunghe sia perfetto per una cena con Cristian." Mi strizza l'occhio sorseggiando il suo frullato.
"Non è esagerato?"
"Scherzi? Con un bel tacco nero..."
"Non se ne parla. Al limite lo indosso con le Dr. Martens."
"Va bene..." sbuffa lei arrendendosi.
Una volta finito ci alziamo e continuiamo a passeggiare, e a passeggiare, abbiamo camminato così tanto che mi fanno male i piedi. Una volta arrivate davanti alla porta di casa, io entro da sola perchè Martina è andata via con Alessandro.
È stata con me tutto il giorno e, da programma, sarebbe dovuta rimanere con me fino a quando non sarebbe arrivato Cristian, ma ormai sono le sei e l'ho lasciata libera di uscire con Alessandro.
Rientro in casa e trovo Filippo mentre passa l'aspirapolvere. Lui non si accorge nemmeno di me, indossa un pantalone della tuta ed è senza maglietta, ha le cuffie alle orecchie e mi sembra una perfetta casalinga mentre si muove.
Attraverso il soggiorno senza che lui si accorga e me ne vado in camera mia a prepararmi.
Cristian ha deciso di portarmi a mangiare una pizza stasera. In realtà è tutta la settimana che sto fuori casa e faccio diverse cose dato che i ragazzi hanno ogni giorno organizzato qualcosa per farmi tornare il sorriso. E ci sono riusciti.
Peró è la prima volta che vado a cena con lui dato che è sempre molto impegnato con l'officina fino alle sette ed ogni tanto la sera lavora in un bar.
Indosso il vestito che mi ha consigliato Martina, le mie amate Dr. Martens, liscio i capelli e metto solo un filo di trucco. Mi guardo velocemente allo specchio e sono fiera di me. E di questo vestito soprattutto, è veramente bello.
Cerco la mia borsa in giro per stanza ma non la trovo, così vado in soggiorno a vedere se l'ho lasciata lì.
"Fil." Lo chiamo mentre alzo i cuscini ma lui continua a canticchiare e a pulire.
"Filippo." Mi avvicino a lui ma non sente.
"Filippo!" Gli sollevo una cuffia e lui salta in aria per la paura.
"Sei pazza?! Mio Dio, sto per morire! Ma quando sei tornata?" Appoggia una mano sul cuore e spegne l'aspirapolvere.
"Sono tornata da poco." Dico "Hai visto la mia borsa?"
"Quale borsa?"
"Quella nera."
"Una borsa." Appoggia la mano sotto al mento ed io annuisco.
"Nera." Aggiunge.
"Con una catenella?" Domanda.
"Filippo, l'hai vista oppure no?" Mi spazientisco, sono in ritardo, Cristian passerà tra massimo dieci minuti.
"L'ho messa in camera di Andrea, credevo fosse di Veronica."
Uno strano tic mi prende all'occhio destro, perchè tocca le mie cose?
Vado verso la porta della camera di Andrea e abbasso la maniglia con la consapevolezza che è la prima volta che entro in camera sua quando lui non c'è , e semmai lo dovesse scoprire credo che non ne sarebbe contento.
O forse l'ha già scoperto.
Non appena spalanco la porta lo trovo davanti allo specchio, con addosso dei jeans scuri e senza maglietta, mentre si spruzza del profumo. I capelli sono ancora un po' umidi e tirati all'indietro.
"Non si bussa?" Appoggia la bottiglietta e mi osserva.
"Scusami, non pensavo che fossi qui dentro." Rimango ferma sulla soglia.
"È la mia camera." Avanza verso di me fermandosi a mezzo metro "È come l'area 51."
"Si..." mi abbasso verso il suo comodino "ma questa è la mia borsa."
"Dove vai?"
"A cena con Cristian."
"Non va bene come sei vestita." Dice serio ispezionandomi.
"Io mi vesto come mi pare."
"Non ti sembra di essere un po' eccessiva..."
"È solo un vestito, se piace a me va bene." Lo interrompo.
"Stavo per dire...eccessivamente bella?" Fa altri due passi avanti e si pianta davanti a me che ho smesso di respirare.
Mi ha appena fatto un complimento.
Andrea è stato gentile con me.
Poi prende la mia mano e mi fa girare su me stessa, e delle scintille partono dalla punta delle dita per tutto il corpo.
"Decisamente troppo bella." Afferma con voce rauca e io sposto lo sguardo dai suoi occhi perchè non riesco più a sostenere lo sguardo.
Peró mi cade sul suo petto perfettamente scolpito e devo andarmene prima di diventare un peperone.
Mentre siamo entrambi immobili e ci stiamo fissando, l'aspirapolvere interviene tra me e Andrea con la voce di Filippo che canta I want to break free.
"Scusate, state sbavando e ho appena pulito. Smettetela di guardarvi." Dice Filippo e sento le guance prendermi fuoco.
Lo trucido con lo sguardo, poi prendo la mia borsetta e corro via. Scendo velocemente le scale fingendo di essere in ritardo quando nemmeno Cristian è arrivato.
Rimango in piedi fuori davanti al portone, con il giacchetto di pelle sulle spalle mentre tiro dei grandi sospiri.
Che situazione imbarazzante...
Io credevo di prendere fuoco sotto il suo sguardo ispezionatore. Mi sorprende come lui fosse perfettamente a suo agio davanti a me, senza maglietta e con i miei occhi che faticavano a guardarlo in faccia.
Finalmente l'auto di Cristian svolta nel parcheggio ed io mi affretto a raggiungerlo.
"Sei da mozzare il fiato." Dice rimanendo a bocca aperta. Io mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia.
Andiamo come d'accordo in una pizzeria poco distante, mangiamo e chiacchieriamo per tutta la sera, e all'uscita ci sediamo su un muretto davanti al fiume.
I lampioni si riflettono nell'acqua e siamo soli se non consideriamo i due signori anziani poco distanti da noi che siedono vicini.
"Non trovi che siano carini? Una vita sempre insieme." Dico io guardandoli.
"Una vita accanto alla stessa persona." Riflette lui "Una bellissima rarità."
"Non credi all'amore eterno, vero?"
"No." Ammette "Credo, peró, agli attimi eterni. Magari un giorno io e te non saremo di nuovo qui come quei due, ma mi ricorderó sempre di questo momento."
"La penso anche io così." Ammetto e lui si gira a sorridermi.
"Allora speriamo che non mi dimenticherai..." dice lui ed io mi sporgo per appoggiare le mie labbra sulla sua guancia.
Le sue labbra si incurvano formando una piccola fossetta sulla guancia destra, poi si gira di scatto ed incolla le sue labbra alle mie. Ed è un bacio che non ha nulla a che vedere con il primo. Il primo era un bacio pieno di bisogno e rabbia, questo è un bacio dolce.
E sembra che nel mio stomaco stia arrivando una carovana di un circo e forse, finalmente, ho trovato veramente chi mi fa stare bene.

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