Questa mattina ho aperto la finestra e ho trovato la nebbia. Solo la nebbia. Per un secondo ho creduto di avere gli occhi appannati. Ma no, era solo la nebbia. È il primo ottobre e sto indossando un maglione sopra ai miei jeans, ai piedi indosso le Dr. Marteens. Da dove vengo io, questo è l'abbigliamento tipico di dicembre, non di ottobre.
Mentirei se dicessi che non mi manca la mia casa e la mia terra. Ho una casa che dista 500 metri dal mare, in pratica devo attraversare una via e mi trovo davanti la spiaggia. D'estate passo la maggior parte del tempo al mare, ovviamente, mi piace nuotare ma soprattutto fare windsurf. E non sono nemmeno tanto male.
Anche l'inverno è bello abitare al mare, al contrario di come molti potrebbero pensare. È bello fare una passeggiata guardando il mare, o se non si è pigri come me, andare a correre.
"Gin..." mi richiama Alessandro "io sto per partire, ti accompagno?"
"Si, grazie." Afferro il mio zaino e lo seguo mentre scende le scale.
In macchina c'è il tipico silenzio mattutino che però io decido di interrompere a causa della mia maledetta curiosità.
"Conosci Veronica?" Domando voltandomi verso di lui che continua a tenere lo sguardo sulla strada.
"Se intendi la ragazza dai capelli rossi e la lingua da vipera, si, ma solo di vista."
Vedo che ci intendiamo.
"Non è la fidanzata di Andrea?" Domando e lui emette una risatina.
"Forse è la preferita di Andrea, ma non è la sua ragazza. È stata lei a dirti questo?" Domanda ed io annuisco.
"È solo gelosa, ha sempre sperato in qualcosa di più con Andrea ma lui non è il tipo di ragazzo in grado di essere fidanzato." Spiega "È uno spirito libero."
"Con questo intendi dire che va a letto con tutte?" Domando e lui ride.
"No, no. Non intendevo dire questo." Continua a ridere "Solo che non ama essere vincolato ad una persona, in termini di affetto. Magari oltre a Veronica si vede anche con altre ragazze, questo non lo so, ma non si è mai affezionato a nessuna di loro."
"È molto simile a Veronica." Dico io.
"Questo potrebbe essere un insulto persino per lui." Parcheggia la macchina e spegne il motore, poi si gira a guardarmi.
"Conosco Andrea da quando sono piccolo, è uno stronzo, forse un grandissimo stronzo, ma solo perché ha creato intorno a lui una sorta di barriera protettiva. Sennò è molto leale e farebbe di tutto per un amico. Ma preferisce non mostrare i suoi sentimenti e restare chiuso in se stesso."
"Capisco, sono caratteri." Dico scendendo e lui fa lo stesso.
"Penso che dipenda anche da ciò che uno vive nella propria vita. Sicuramente non lo sai, e non spetterebbe a me dirtelo, ma Andrea ha subito dei traumi da bambino." Dice ed io smetto di camminare e lo sguardo dritto negli occhi. Traumi? Che cosa intende?
"Suo padre picchiava sua madre, e anche lui quando cercava di difenderla. Era un alcolizzato e ogni sera che tornava sbronzo colpiva quella donna. Suo padre per fortuna se ne andò lontano da qui dopo molti anni, quando lui era un diciassettenne , e li lasciò soli ma felici."
"Non lo sapevo...mi dispiace per lui."
"La madre ora sta bene e vive serena in un appartamento non lontano dal nostro, dista solo 20 minuti a piedi."
Meglio così. Sono contenta per sua madre e finalmente capisco il perché di tutta questa sua rabbia repressa. Solo che non dovrebbe scaricarla addosso al primo che capita...Infilo la chiave nella serratura e non appena entro scarico a terra il mio zaino e le mille buste che avevo in mano. Ho deciso di spendere il mio tempo per fare un po' di spesa dato che il frigorifero si sta svuotando, e mi sono comprata anche un nuovo vestitino.
Dovrò considerare anche che prima o poi dovró iniziare a studiare seriamente, ma so già che mi ridurró a poche settimane prima dell'esame.
"Vuoi una mano?" È Michele a parlare.
"Ehm...si grazie. Credevo che non ci fosse nessuno in casa."
"A parte me." Sorride spostando il ciuffo biondo "Sto aspettando Andrea ed Alessandro, anche se credo che non uscirà con noi oggi. Preferisce Martina. E non gli do torto."
Gli sorrido e gli faccio strada in camera mia per lasciare le due buste del negozio. Non ho comprato solo il vestito, mi sono lasciata trasportare.
"Bella camera." Constata guardandosi intorno.
Gli passo davanti sfiorando il suo naso con i capelli per appoggiare lo zaino sulla sedia e lui dice: "Sei proprio sicura di essere fidanzata?"
"Si..." rido.
"Peccato. È veramente un peccato."
M'impressiona la sua schiettezza, ma devo ammettere che ammiro le persone così proprio perché io non ci riuscirei mai.
"È un tipo geloso?" Domanda seguendomi in cucina e roteo gli occhi al cielo sorridendo.
"Smetti d'infastidirla, Michè." Andrea sta sfogliando le varie lettere che ha appena estratto dalla cassetta della posta.
"Non la sto infastidendo, voglio solo sapere che tipo è il fidanzato."
"Ti interessa pure lui?" Dico io e Andrea scoppia a ridere.
"Bella, simpatica, è pure andata a fare la spesa e guarda un po': ha preso il budino!" Estrae dalla busta la confezione da quattro budini "È proprio da sposare, Andrè."
"E fidanzata, Michele, con un tipo che non perdona facilmente."
"L'hai conosciuto?" Chiede Michele.
"Forse questa corrisponde alla tua descrizione, Pietro non è così." Ribatto all'affermazione di Andrea. Si è forse scordato che è stato lui a non volerci fare pace?
"Forse ti confondi." Aggiungo.
"Forse..." estrae una sigaretta e se la mette tra le labbra mentre va verso il balcone "anche io sono così. Prima o poi vedrai che avevo ragione."
"Ma sinceramente..." sospiro seguendolo "cosa ne vuoi sapere tu? Conosco Pietro da quando ho quattordici anni, stiamo insieme da due anni e tu pretendi di saperne più di me?"
Si accende la sigaretta e la mette tra due dita, intanto anche Michele è uscito in balcone e ci sta guardando curioso.
"Gin, io non ci ho mai trascorso del tempo e non ci sono andato a letto..." sorride stupidamente "ma mi è bastato poco per capire che non è molto diverso da me, a parte per il fatto che è un idiota."
"E perché sarebbe un idiota?" Incrocio le braccia al petto.
"Perché tenta di nasconderlo." Soffia fuori dalla bocca il fumo "Non è un santo, non mi serve una vita per capirlo. Ho questo dono: conosco una persona al primo sguardo."
"Si chiama giudicare senza conoscere."
"Staremo a vedere." Poi fa un cenno di capo verso Michele ed insieme escono. Michele mi rivolge un cenno di mano sorridendo imbarazzato. Io sono scioccata. Come si permette?
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Serotonina
RomanceA tutti i genitori capita che prima o poi i figli chiedano "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" E anche se i genitori non lo danno a vedere, sono contenti di questa domanda, perché per loro è un'occasione per ripensare con nostalgia alla loro gi...