La più bella sorpresa di questa nuovo anno l'abbiamo ricevuta stamattina quando abbiamo scostato un po' le tende e abbiamo visto un grande tappeto bianco.
"Mitico!" Esclama Filippo mentre salta da uno scalino all'altro. È bellissimo questo suo lato da bambino con gli occhi che brillano.
Scendiamo tutti in strada, Andrea compreso. Ormai ha tolto le stampelle da tre o quattro giorni dopo più di un mese di reclusione ed ora si può godere anche lui questa bellissima nevicata di febbraio.
"Attenta!" Mi urla Martina ma la palla di neve che mi ha lanciato Filippo si schianta contro la mia schiena.
Vuole la guerra?
Raccolgo più neve possibile ed inizio a lanciargli palle di neve a raffica costringendolo a scappare. Ormai si è trasformata in una guerra contro Filippo dato che tutti lo stiamo riempendo di colpi.
Amanda si è persa questo spettacolo, mi dispiace per lei.
È partita l'altro ieri per la Francia insieme a sua madre, un piccolo viaggio tra donne. In realtà ormai è quasi un mese che è andata via da casa nostra per stare con sua madre, tutto questo dopo aver parlato con Filippo. Non so cosa si siano detti, so solo che il tre gennaio sono rientrata e Amanda non era più in casa. Nessuna spiegazione a parte un "era più giusto così" di Filippo.
Ovviamente lei è venuta all'appartamento altre volte in questo mese, dopotutto ci abita suo fratello, ma sempre quando non c'era Filippo. E non credo sia un caso.
"Tutti contro Ginevra!" Urla Andrea ed io spalanco gli occhi dal terrore. Stanno tutti venendo verso di me con fare assassino, sembra un horror. Ora mi aspetto solo il mio sangue rosso sulla neve bianca.
"Tre, due, uno!" Vengo bombardata senza possibilità di difendermi.
"A terra!" Urla Andrea buttandomi giù su questo materasso morbido. Gli altri lo seguono gettandosi sopra di me e formando una torre dove io sono nella posizione più scomoda.
"Tutto bene lì sotto?" Domanda Martina che è sdraiata sopra a tutti noi.
"Andrè, mi stai staccando le palle con il gomito." Si lamenta Filippo.
"Sono bloccato." Ribatte Andrea "Ma non si sta così male in fondo."
Alza e abbassa le sopracciglia guardandomi negli occhi. Si è praticamente spalmato sopra di me e solo ora ha sollevato la testa, tra l'altro per fare lo stupido, che era appoggiata nell'incavo del mio collo.
Prende un po' di neve e me l'appoggia sulla fronte modellandola.
"Ora sei un unicorno." Dice sorridente creando due fossette sulle guance ed io scoppio a ridere.
"Alzatevi, vi prego..." li supplico io e mi danno ascolto.
"Comunque, volevo solo dire una cosa." Afferma Filippo sistemandosi a terra come tutti noi "Vi adoro, ragazzi."
Mi fiondo ad abbracciarlo seguita dagli altri e gli lascio un bacio sulla guancia. Mi dispiace veramente per come è andata a finire con Amanda perchè Filippo è un ragazzo davvero speciale. Oltre la bellezza, perchè per quanto è bello potrebbe fare il modello, è stupendo in ogni suo minimo dettaglio: è simpatico, gentile, ironico, premuroso.
Purtroppo per Martina è arrivato il momento di andare a lavoro, anche Filippo ha deciso di andare all'università e così siamo rimasti io e Andrea. Lui sta studiando per un esame mentre io in realtà non ho nemmeno aperto un libro. Non ne ho molta voglia, soprattutto con questo spettacolo fuori.
Così ho deciso di salire sul tetto del palazzo dopo che non ci tornavo da tantissimo tempo.
È completamente ricoperto di neve e da quassù Milano è stupenda. È magica senza quel grigiore dei palazzi.
Mi siedo a terra creando subito la mia impronta nella neve, ma dopo nemmeno un minuto vengo affiancata da Andrea.
"Mi rubi il mio rifugio?" Domanda lui e mi ritorna in mente quando mi ha fatto vedere la prima volta questo posto.
"È troppo bello stare qui." Gli rispondo continuando a guardare la città.
È un po' freddo, ma dentro questo cappello e questi guanti si sta bene.
"Forse voi non ve ne accorgete, ma ci passo molte delle mie notti quassù. Ecco perchè spesso ho il raffreddore."
"Lo sappiamo tutti, fai un casino tremendo ogni volta che esci di casa." Ribatto sbuffando io.
"Non è vero, ci faccio sempre molta attenzione."
"Per fortuna..."
"Hai sempre da ridire su quello che dico io, eh?" Mi guarda sorridendo.
"È anche questo il bello." Sorrido a mia volta guardandolo.
"Di cosa?"
"Della nostra amicizia. Perchè noi siamo amici, ormai dobbiamo ammetterlo. Peró c'è quel pizzico in più che ci permette di litigare di continuo e di punzecchiarci, sapendo perfettamente che piace ad entrambi. Sarebbe troppo noioso altrimenti."
Lui mi guarda schiudendo le labbra, forse sorpreso, ma poi le distende in un sorriso e annuisce. Un fiocco di neve si incastra tra i suoi capelli mossi e scuri che fuoriescono dal cappello rosso, ed io allungo due dita per schiacciarlo.
"Quindi hai appena ammesso che mi adori?" Alza un sopracciglio guardandomi di sbiego.
"Presuntuoso."
"Orgogliosa."
"Narcisista."
"Mi permetto di dissentire." Alza le mani "O almeno sto migliorando, da quando ci sei tu soprattutto."
A queste parole sorrido lievemente abbassando lo sguardo per l'imbarazzo e comincio a giocare con i lacci delle scarpe.
"Per una volta quel complicato sistema di variabili che è la vita ha azzeccato qualcosa nella mia vita." Si avvicina un po' di più a me e mi circonda le spalle con un braccio facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla. Rido pensando a quanto queste parole siano da perfetto matematico quale è.
"Litigherei con te altre mille vite a quella cabina telefonica sapendo che poi entrerai nella mia vita. Che tu ci creda o meno, e sai quanto mi costa dirlo, hai fatto la differenza. Ti voglio bene."
In risposta mi volto e appoggio le mie labbra sulla sua guancia liscia e bagnata da dei fiocchi di neve. Rimaniamo così ancora per un po' fino a quando non inizia a nevicare pesantemente e siamo costretti ad alzarci.
Nel farlo, un piede scivola sulla neve ghiacciata e cado a terra sbattendo il sedere. Andrea scoppia a ridere ed estrae subito il telefono per fare una foto alla mia faccia dolorante. Ho dato una botta tremenda...
"Aiutami invece di ridere!" L'ammonisco e lui ripone il telefono e mi allunga le braccia. Afferro le sue mani e lui mi tira sù così forte che vado a sbattere contro il suo petto.
Cerco di allontanarmi subito appoggiando le mani sul suo torace, ma le sue mani si poggiano sui miei fianchi e mi blocca a quei pochi centimentri di distanza. Sento il suo fiato caldo che forma delle piccole nuvolette con il freddo attorno al collo e deglutisco mentre sposto lo sguardo sui suoi occhi.
"Da quello che ricordo non è finita bene l'ultima volta..." sorride amaramente.
Faccio un sorriso forzato e mi allontano subito rientrando.
Non puó fare in questo modo, peró. Non puó fare queste battutine che se non lo conoscessi direi che ci sta provando con me. Non puó perchè mi destabilizza per ore intere e mi frigge il cervello, ma soprattutto mi intenerisce il cuore che ora appartiene a Cristian.
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Serotonina
RomanceA tutti i genitori capita che prima o poi i figli chiedano "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" E anche se i genitori non lo danno a vedere, sono contenti di questa domanda, perché per loro è un'occasione per ripensare con nostalgia alla loro gi...