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"Per l'ultima volta, voglio vedere mio fratello." Ringhia Amanda contro la signora del punto informazioni dell'ospedale.
"Per l'ultima volta, deve attendere qui." Risponde la signora spazientita.
Amanda corruga la fronte e appoggia le mani sul bancone, così Filippo l'afferra e la trascina via. Va bene, abbiamo capito che dobbiamo aspettare qui.
Ci sediamo in sala d'attesa, occupandola quasi tutta per quanti siamo, e attendiamo in silenzio.
La signora ci ha detto semplicemente che ha avuto un incidente in moto contro un camion. A queste parole mi si è gelato il sangue, ma la signora ci ha assicurato che è vivo. Butta via...
È vivo ma praticamente come una lattina di coca schiacciata.
Cristian lega la sua mano alla mia intrecciando le dita e mi lascia un bacio sulla guancia.
"Starà bene." Sussurra per rassicurarmi.
Peró non ci riesce e, anzi, più guardo Amanda che si mordicchia le unghie e più divento ansiosa.
"Io non ce la faccio!" Esclama Amanda alzandosi di scatto e attirando l'attenzione delle altre persone.
Filippo la prende per i fianchi e la rimette a sedere tenendola ferma.
"Dobbiamo aspettare, Amanda, so che sei preoccupata. Lo sono anche io." Le dice Filippo e lei sbuffa.
Anche io starei così male nel sapere che mio fratello è stato schiacciato da un camion.
"Ragazzi." Ci richiama la signora antipatica e scattiamo tutti in piedi "Potete entrare nel reparto, che si trova al terzo piano, peró non vi faranno vedere il vostro amico. Al massimo ad uno o due di voi."
Non facciamo nemmeno finire di parlare la signora che siamo già tutti in ascensore con il dito sul terzo piano. Quando entriamo a flotta un medico ci blocca chiedendoci dove stiamo andando. Secondo lei? A fare una passeggiata in ospedale?
Alessandro gli dice il nome del nostro amico e il dottore lascia passare solamente Amanda e Filippo. Lui resta qui con noi ed inizia a spiegarci quello che è successo: "Ha avuto uno scontro con un camion che non ha fatto lo stop. Non so come il vostro amico abbia fatto, ma è riuscito a passare sotto al camion senza rimanere schiacciato. La sua moto è stata ritrovata completamente distrutta nello stesso fosso da cui abbiamo tirato fuori il camion e l'autista, che ha qualche frattura alle costole. Ma starà bene."
"E Andrea?" Domanda Alessandro.
"Ha una frattura alla gamba destra, è stato operato al ginocchio destro per la rottura del menisco, il braccio sinistro è fratturato e dovrà portare il collarino per quasi un mesetto."
Niente, insomma. È solamente stato macinato.
Restiamo in piedi contro il muro perchè ci sono solo pochi posti a sedere e tutti occupati, Alessandro è andato a prendere due bottigliette d'acqua mentre Martina sta chiamando la madre di Andrea. Il dottore si allontana ed Alessandro inizia a guardasi intorno. Cos'ha intenzione di fare?
"Amico, se stai pensando quello che sto pensando io, ricordati che ci fanno il culo se si accorgono." Dice Michele che per tutto questo tempo era stato in silenzio stranamente.
"Shh." Lo zittisce Alessandro che si avvicina furtivamente alla porta.
Appoggia una mano sulla maniglia, da un'occhiata veloce, ci fa segno di avvicinarci e poi con uno scatto apre la porta. Corriamo tutti dentro e lui la richiude subito. Se ci beccano, ci cacciano.
"Voi siete impazziti." Sentenzia Amanda.
"Cosa state facendo? Non è mica una sala riunioni..." sbuffa una voce a noi sconosciuta e ci giriamo tutti verso il letto accanto a quello di Andrea "ora chiamo la sicurezza."
"No, no, no." Le si avvicina Michele "Ti prego, faremo in silenzio e rimarremo solo pochi minuti."
La ragazza sembra cedere pur contro voglia alle suppliche di Michele, così si sistema sul cuscino ed incrocia il braccio sano a quello rotto.
Ci posizioniamo intorno al letto di Andrea e lo osserviamo in silenzio. Ha vari graffi sul volto, forse dovuti all'asfalto, ed un taglio sulla guancia con dei punti. Il volto è rivolto verso l'alto per via del collarino bianco e, come ci aveva anticipato il dottore, ha fratture alla gamba e al braccio. Amanda è seduta su una sedia vicino a lui e gli tiene la mano.
"Hai un aspetto di merda, amico." Gli dice Michele.
"Dici? Mi è solo passata sopra la vita." Gli risponde sofferente Andrea.
"Fa tanto male?" Domando io. Quanto sono stupida, certo che fa male.
"Stavo meglio prima." Mi risponde giustamente lui.
"Quanto ti terranno qui?" Domanda Martina.
"Poco, forse tra qualche giorno saró di nuovo fuori." Risponde "Ragazzi, non avete idea della fortuna che ho avuto."
"Per la prima volta ho avuto veramente paura..." dice con un filo di voce mentre tutti noi lo ascoltiamo attenti "mentre io e la mia moto ci infilavamo sotto al camion, non ho visto più nulla. Non mi ricordo nemmeno se ho chiuso gli occhi. Secondo il dottore è anche possibile che io abbia attraversato uno stato di trans, una specie di coma di pochi secondi, perchè quando mi sono risvegliato in ambulanza ricordavo molto poco."
Prende il telecomando del letto e lo alza un po' per guardarci meglio.
"Ora i ricordi sono un po' più nitidi, anche se ricordo a stento anche quando sono entrato in sala operatoria. Ma forse è per colpa dell'anestesia." Continua "In quel momento, peró ragazzi, ho pensato a voi e al fatto che non vi ho mai detto che vi voglio bene."
Mi si stringe il cuore e sorrido involontariamente, a Martina esce una lacrima mentre dice: "Se non fossi ridotto ad una scatoletta di tonno schiacciata ti abbraccerei."
"Mi avete commossa, ragazzi." Parla la ragazza sull'altro letto e tutti noi ci giriamo verso di lei.
Ha un braccio e una gamba ingessati e una fasciatura in fronte intorno ai capelli castani.
"Tu perchè sei qui?" Domanda Michele.
"Sono caduta dal tetto." Risponde.
"Dal tetto?" Domanda Alessandro incredulo.
"Già, volevo tirare giù il mio gatto. E sono caduta anche io." Dice ridendo.
Effettivamente fa ridere e vorrei ridere anche io, ma non vorrei sembrare irrispettosa verso di lei.
"Piacere, io sono Michele." Porge la sua mano verso quella della ragazza. Michele aspetta la mano destra, forse non rendendosi conto che ha il braccio ingessato, e quando se ne accorge porge subito la sinistra sorridendo.
"Io sono Chiara."
"Ragazzi, sarà meglio uscire prima che ci scoprano." Ci consiglia Alessandro andando verso la porta che non appena apre attraversiamo tutti.
"Buona guarigione, Chiara. Sei molto carina anche vestita da mummia." Ammicca Michele ed io lo spintono fuori ruotando gli occhi al cielo.
Anche in ospedale prova a rimorchiare...

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