Questa sera in città c'è una festa con musica, luci, bancarelle e tanto cibo. Si friggono le olive ascolane che sono d'obbligo e si respira quell'aria fantastica che ha solo l'estate. L'idea di venire qui è stata di mio fratello e Margherita e per una volta siamo usciti solo noi quattro. Ho chiesto a Martina se volesse venire con noi, ma è uscita dalla sua camera vestita molto carina per un appuntamento con Kevin. Spero che sia veramente felice come ci mostra e che abbia veramente superato la rottura con Alessandro. Non importa che cosa ne sarà della storia con Alessandro, basta che lei si diverta e sia spensierata. Alessandro era una colonna portante, difficile da sostituire, forse quasi impossibile, ma ha solo vent'anni e una vita intera davanti.
Spero veramente che sia tutto tranquillo perchè la prossima settimana torniamo a Milano tre giorni. Andrea vuole andare da sua madre e anche Martina ne approfitterà per vedere i suoi, ma sicuramente usciremo anche con gli altri e la mia paura più grande è che uno di loro due esca dal gruppo, proprio come ha fatto Amanda.
"Vi va se ci fermiamo a mangiare qualcosa qui?" Domanda Margherita indicando un chiosco di legno da cui esce un buon odore di fritto. Annuiamo e lei ci guida dentro stringendo la mano di mio fratello. Ci sediamo ad un tavolo ed ordiniamo, mangiamo e chiacchieriamo.
Mi sento veramente serena, come non lo ero da tanto tempo. Vedere mio fratello così radioso, questa ragazza bellissima al suo fianco e accanto a me Andrea sembra quasi un sogno. Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Mi vengono i brividi a pensare come sia imprevedibile la vita e mai scontata. A volte le persone cercano di dare delle regole e dei canoni, ma la verità è che non siamo padroni di nulla. Qualcuno dice che se l'amore c'è, nasce subito. Io non ci credevo a questa affermazione e in questi mesi ho avuto la prova che non è vera. Non è detto che la chimica tra due persone nasca subito, ci sono amici che dopo tanti anni si rendono conto che forse potrebbero essere qualcosa di più e ci sono nemici che poi si amano. Proprio come me e Andrea.
Due caratteri apparentemente paralleli e che invece hanno coinciso.
Andrea afferra una patatina e la infila in bocca continuando a guardare Giacomo che gli sta parlando. Ha i capelli ancora un po' umidi perchè si è fatto la doccia prima di uscire e la luce del lampione gli riflette sulla mascella pronunciata. Le ciglia lunghe gli incorniciano gli occhi che ogni tanto strizza come causa di una risata.
Quando si accorge che lo sto osservando si gira, mi fissa e con uno scatto mi lascia un bacio che sa di sale sull'angolo della bocca.
Quando ci gettiamo in strada e continuiamo il nostro percorso tra la gente, ad un certo punto ci allontaniamo da Margherita e Giacomo che si sono fermati a chiacchierare con altri ragazzi.
Approfitto di questo momento in cui siamo soli, mano nella mano, per chiedere ad Andrea una curiosità che mi porto dentro da quando è arrivato.
"Tua sorella come sta?" Domando e lui mi osserva di sfuggita prima di lasciare andare un lungo sospiro.
"Non in ottima forma." Stringe le labbra "Ora si trova da mia madre, ma ogni volta che ci sentiamo al telefono sento la sua tristezza e mi dispiace."
"Tu sapevi tutto sin da subito?"
"Non proprio. Effettivamente quando hanno provato a rifrequentarsi non mi sono accorto di nulla benchè abitassero sotto il mio stesso tetto. Peró quando è andata via dall'appartamento mi ha raccontato tutto e tra le lacrime mi ha detto che ama ancora Filippo."
"E Filippo?" Domando curiosa.
"Non ne vuole sapere nulla di lei." Sospira "Al telefono ho litigato con Filippo mesi fa, proprio per questo motivo. Non sopportavo mia sorella in quello stato, ma in realtà ha sbagliato anche lei..."
"Perchè si frequentava con Riccardo?" Domando.
"Non lo so, non so cosa le passasse per la testa." Infila la mano libera nella tasca dei jeans "So solo che non avrei mai dovuto presentare i miei amici alle donne di casa dato che ne è derivato solo un grande casino."
Ridacchia per sdrammatizzare ed io mi avvicino di più e lo abbraccio. Camminiamo così tra le strade mentre mi immagino cosa accadrà tra pochi giorni a Milano oppure quest'inverno. Non oso pensare a quanto sarà teso il clima in casa.
L'amore problematizza la vita, peró momenti come queso mi fanno pensare che forse ne vale la pena.
Andrea ha comprato due birre, una per uno, che finiamo in poco tempo e che gettiamo nel cestino. È solo la prima che bevo, ma per Andrea è la terza e vedo dalla sua pupilla che sta iniziando a fare effetto.
"Fortuna che non siamo venuti in macchina." Scherzo e lui ridacchia.
"Ti sta proprio bene questa gonna." Dice lui, cambiando totalmente argomento.
"È solo una gonna di jeans..."
"Sarebbe solo una gonna di jeans anche se l'indossassi io ma, fidati, non avrebbe lo stesso effetto." Dice guardando per aria e facendomi ridere.
Strizza gli occhi e poi li riapre scuotendo la testa. È così buffo da ubriaco.
"Vai KO con solo tre birre?" Domando ridendo e lui mi trucida con lo sguardo.
"Erano doppio malto." Borbotta.
"Andiamo a casa." Gli dico mentre afferro la sua mano e lo trascino tra la gente.
Mi segue quasi controvoglia, sembra un bambino, ma è bellissimo e solo mio. È quasi mezzanotte e le strade si stanno riempendo sempre di più di ragazzi, è così bello vedere la mia città viva.
Passiamo davanti ad un muro completamente rivestito di colore, disegni ma anche scarabocchi e lui decide di fermarsi.
"Se ti piace quest'arte dovresti vedere gli Uffizi oppure il Louvre..." gli dico ma m'interrompe.
"Facciamolo anche noi."
"Che cosa?" Domando mentre già cerca nelle tasche dei jeans.
"Cosa stai facendo?" Domando ancora ma non mi risponde ed estrae un pennarello nero.
"Quale persona va in giro con un pennarello?"
"Un ingegnere." Spiega.
"E per quale motivo?"
"Ho anche una penna e una matita se proprio lo vuoi sapere." Borbotta "È come quando i dottori vanno in giro con uno stetoscopio, è la stessa cosa."
Faccio spallucce perchè potrebbe anche avere ragione e mi avvicino a lui che sta scrivendo sul muro.
"Non succede, ma se succede..." leggo quello che ha appena scritto e domando "Che cosa significa?"
"È quello che ho pensato mesi fa, quando ho capito che forse mi stavo innamorando di te. Peró tu eri fidanzata con Cristian e l'ultimo dei miei piani era renderti triste così mi sono detto: lasciala stare, Andrè, sarà quel che sarà. Quando ho visto peró che con Cristian, potevi anche giurarmelo ma tanto non ci credevo, non era come con me mi sono dato una possibilità e mi son detto: non succede, ma se succede..."
"Ed eccoci qua." Dico e lui sorride.
"Che giorno è?" Domanda appoggiando la testa al muro ed io ridacchio.
"Il 5 luglio 2019." Gli rispondo "Bevi meno la prossima volta."
Annulla la distanza tra me e lui appoggiando le sue labbra sulle mie e poi sussurra: "Ho un sapore più buono così, non è vero?"
"Forse, non ho sentito bene." Gli sorrido e poi appoggio di nuovo le mie labbra alle sue.
Lui scrive velocemente la data e poi afferra la mia mano iniziando a correre in strada, sbaglia più volte direzione ed io sono costretta a fermarlo e tirarlo verso la via giusta.
Quando arriviamo a casa mi accorgo che Giacomo e Margherita non sono ancora tornati, così chiudo il portone e seguo Andrea che mi sta trascinando su per le scale.
Quando il mio sguardo incontra il suo una scintilla trafigge i suoi occhi e si fionda sulle mie labbra mentre apre e richiude subito la porta della mia camera.
"Ti amo dannatamente troppo, Gin." Annaspa sulle mie labbra mentre mi tiene intrappolata contro la porta.
Le mie mani si muovono sul suo viso perfetto e a queste parole si bloccano così come il cuore. È la prima volta che me lo dice ed è così inaspettatato e indescrivibile.
"Ti amo anche io." Soffio sulle sue labbra mentre le sue mani si infilano sotto il mio top e si muovono sulla mia schiena.
"Non credo di riuscire a fermarmi." Dice continuando a divorare le mie labbra.
"Non ti chiedo di farlo infatti." Gli rispondo e mi solleva da terra adagiandomi sul letto.
Si sfila la maglietta e poi torna a baciarmi sempre con più passione: "Sei l'essere più bello che abbia mai visto, un'angelo. Il mio angelo custode."
Da questa notte non si torna più indietro, e non importa se sarà la prima e l'ultima oppure ce ne saranno altre, questa notte sarà irripetibile e per sempre nostra. Insostituibile.Buon anno!💛
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Serotonina
RomanceA tutti i genitori capita che prima o poi i figli chiedano "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" E anche se i genitori non lo danno a vedere, sono contenti di questa domanda, perché per loro è un'occasione per ripensare con nostalgia alla loro gi...