10.

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Finalmente a casa. Come mi è mancato questo posto...
Mio fratello mi è venuto a prendere alla stazione e per fare una grande sorpresa a papà questa sera mi nasconderò a casa di Vanessa.
"Io porterò papà a cena fuori alle otto, fingerò di essermi scordato qualcosa a casa e con questa scusa torneremo." Mi spiega mentre scarica le mie cose.
"E come faremo ad organizzare tutto in mezz'ora?" Chiedo e questa volta è Vanessa a rispondermi.
"Ho già allestito tutto nel tuo garage e ho chiuso a chiave. Spero solo che non gli serva qualcosa perché la chiave ce l'ho io." Fa spallucce.
"Io ora vado." Ci informa mio fratello "A questa sera ragazze!"
E così io e Vanessa rientriamo in casa e saliamo in camera sua, ci sdraiamo sul letto dopo aver tirato fuori dalla valigia il vestito che metterò stasera, ed iniziamo a parlare. Che bello tornare alla normalità.
"Novità? Con Enrico come va?" Domando prendendo uno dei suoi cuscini morbidissimi sotto braccio.
"Non benissimo, anzi diciamo che ci ho chiuso." Mi risponde lei "Ma ho conosciuto un ragazzo!"
"Dimmi tutto!"
"L'ho incontrato alla stazione durante il ritorno da Milano, è di queste parti ma non lo avevo mai visto. Si chiama Alessio." Racconta entusiasta "Per ora ci sono uscita una volta e sembra un tipo apposto, inoltre è tremendamente carino!"
"Bene, sono contenta." Le sorrido.
"Con Pietro invece? La relazione a distanza funziona?" chiede curiosa.
"In realtà le mie aspettative erano un po' diverse..." borbotto "certo ci sentiamo  tutti i giorni, ma è molto più dura di quello che credevo."
"Si, ne abbiamo parlato."
"Voi due?"
"Già, sempre durante il viaggio di ritorno da Milano." Dice "Però è giusto che ognuno di voi insegua il suo sogno."
"Speriamo però che coincida anche con l'amore." Sbuffo "Mi sembra di sentirlo così distante al telefono..."
"Perché è distante, Gin." Posa una mano sulla mia spalla "Non ti preoccupare per Pietro, lo controllo io."
Le sorrido e poi decidiamo di scendere a berci qualcosa e a mangiare, ho una fame!

"Sorpresa!" Urliamo tutti in coro non appena mio padre varca la porta del garage.
"Voi siete matti!" Esclama incredulo. Si passa la mano sul velo di barba che gli ricopre il mento e si guarda attorno spaesato e sorridente.
"Ginevra!" Finalmente mi ha visto "Ci sei anche tu! Come...come hai fatto?!"
Mi corre incontro e mi abbraccia ed io lo stringo tanto forte, adoro mio padre, colui che ha cercato in tutti i modi di colmare la mancanza di mamma.
"Grazie a tutti!" Esclama prima di passare in rassegna di tutti i parenti e gli amici.
Pietro non è ancora arrivato, due minuti fa gli ho mandato un messaggio ma non lo ha visto ancora.
"Tesoro, come mi sei mancata!" Torna da me e mi abbraccia di nuovo "Non me l'aspettavo proprio! Grazie mille!"
"Io ho fatto ben poco..." dico "ringrazia Giacomo e Vanessa."
Si gira verso mio fratello e la mia migliore amica e li abbraccia, ormai è come un secondo papà per Vanessa.
"Benissimo gente! Ora si balla!" Esclama Vanessa al microfono spaccando i timpani di qualche mia vecchia zia.
"Amore della nonna..." si avvicina la mia nonna sprint, come sono solita chiamarla "guarda quanto sei bella!"
"Nonna!" Mi avvicino e stringo il suo corpo minuto a me. Vedo mia nonna due volte all'anno in genere, per Natale e quando andiamo al mare in Sardegna, ma ogni volta è sempre la stessa, forse con qualche ruga in più.
Lei ha settanta anni, ma ne dimostra molti di meno. Si veste sempre con abiti stravaganti e colorati, al collo una collana con il ciondolo che le regalò il nonno che ora non c'è più, e la sua solita voglia di chiacchierare.
"Il tuo ragazzo dov'è?" Domanda giustamente, mi piacerebbe saperlo anche a me.
"Dovrebbe arrivare a momenti." Le sorrido e mi allontano per andare a chiamarlo.
Risponde dopo vari squilli.
"Dove sei?" Dico senza troppi giri di parole.
"Gin, scusa ma ho avuto un problema con la macchina. Sono fermo fuori città e ho chiamato il carro attrezzi, scusa ma non credo di riuscire a venire."
"Non ci credo..." sbuffo "domani ci vediamo? Io domani sera riparto."
"Devo lavorare domani pomeriggio, possiamo fare colazione domani mattina."
"Non ci voglio credere, Pietro, torno a casa per due giorni e nemmeno ti vedo!" Esclamo frustrata.
"Scusa tanto, amore, ma non posso farci nulla."
"Non puoi scambiare il turno con qualcun'altro?"
"Credo proprio di no..."
"Va bene, ho capito. Ciao." Riattacco.
Sono veramente arrabbiata. Non lo vedo da secoli e quando torno a casa lui non c'è. Una colazione...cosa me ne faccio di mezz'ora insieme a lui quando prima stavamo insieme ventiquattro ore su ventiquattro!
Stringo i pungi lungo i fianchi e mi dirigo a grandi passi fuori in giardino dove c'è poca gente.
Non sta funzionando. Me lo sento.
Posso dire quello che voglio ma la distanza incide molto: non poterlo baciare tutti i giorni, non poter passeggiare con lui, non poterlo passare a salutare quando voglio a lavoro.
Le cose essenziali per una coppia, le piccole cose, non ci sono più.
Mi mordo il labbro inferiore trattenendo le lacrime e decido di sedermi sul dondolo.
"Tutto bene?" Si avvicina a me Giacomo. Questa sera è bellissimo con una semplice camicia bianca e il ciuffo castano perfettamente pettinato. Si siede accanto a me e mi osserva.
"Pietro questa sera non verrà." Gli confesso e lo vedo subito irrigidirsi "Ed ho come la sensazione che voglia chiudere con me."
"Perchè dici questo?" Domanda circondandomi le spalle con un braccio e stringendomi a se.
"Perchè mano a mano che passa il tempo al telefono abbiamo conversazioni sempre più corte, non mi scrive più come prima e quando finalmente riesco ad arrivare in città, non viene a trovarmi." Dico preoccupata "E se avesse un'altra?"
"Lo ammazzerei con le mie stesse mani." Afferma facendomi ridere.
"Ci perde lui, Gin." Dice con voce dolce "Inoltre non giungere a conclusioni affrettate, forse ha avuto un imprevisto e ha le sue valide motivazioni per non essere qui."
"Adoro quando mi fai da mamma." Gli confido.
"Sei pur sempre la mia sorellina, l'ultimo regalo che mia madre mi ha fatto."
E nel sentire questa frase scoppio in lacrime. Non me l'ha mai fatto pesare, intendo il fatto che mamma è morta anche a causa mia.
Aveva un cancro che ha preferito non curare per farmi nascere. Ha preferito me alla sua vita. E non smetterò mai di sentirmi in colpa per questo.
Papà ci vede e corre subito da noi, mi guarda preoccupato ma Giacomo gli dice che va tutto bene. Si fa spazio tra me e lui, ci circonda con le sue grandi braccia e ci abbraccia forte.
"Grazie." Sussurra.
Grazie a te. A voi. Per tutto.

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