Oggi mi sono alzata dal letto. Non sto male come ieri e l'altro ieri , ma non sono nemmeno perfettamente in forma. Peró ho comunque trovato la forza per trascinarmi in cucina e prepararmi una tazza di tè. In casa non c'è nessuno e li ho già avvisati che non mi troveranno quando torneranno perchè mio fratello mi passa a prendere subito dopo pranzo. Si trova qui a Milano perchè mio padre ha dovuto fare un intervento al ginocchio, nulla di grave, ma questo tipo di clinica si trova solo qui, così, approfittando del fatto che tanto non vado all'università perchè sto male, me ne torno un po' a casa.
Lascio freddare un po' il tè bollente e mi accomodo sulla sedia con il mio pesante pigiama di pile.
Mi sento come un bradibo mutante incrociato con una lumaca.Giacomo scarica la mia valigia dalla macchina ed io seguo papà in casa aiutandolo dato che ha le stampelle. Prendo un po' di tachipirina perchè sento che la testa mi sta per scoppiare e poi esco di casa. Anche se sto male non posso rinunciare ad incontrare Vanessa.
Non la sento da tanto tempo e se sapesse che sono tornata a casa e non l'ho salutata si arrabbierebbe moltissimo.
Così ho deciso di farle una sorpresa. Sto andando sotto casa sua con una scatola di biscotti in mano, quelli che ama tanto, e che mangeremo insieme.
Suono il campanello ma non mi risponde nessuno, anche se la luce è accesa.
Forse è in bagno oppure non l'ha sentito. Così vado sul retro, prendo la chiave di scorta, ed entro in casa.
Il soggiorno e la cucina sembrano deserti, così vado a controllare al piano superiore. Se non c'è vorrà dire che l'aspetteró seduta sul divano.
Vedo della luce passare sotto la porta della sua camera, così tutta sorridente la apro ed entro esclamando: "Sorpresa!"
Ma la sorpresa la ricevo io.
La scatola di metallo dei biscotti cade a terra rimbalzando e rimbombando nella camera silenziosa, il mio cuore si ferma e lo sento spezzarsi. Mi stanno per crollare le gambe e così mi appoggio allo stipite della porta.
Vanessa si stacca immediatamente da Pietro alzandosi dal letto e guardandomi preoccupata, lui invece resta immobile.
"Gin..." sussurra lei.
"Non ci voglio credere..." mi si mozza il respiro.
"Fammi spiegare. Non volevamo..." dice lei "e te l'avremo detto..."
"Stai zitta! Non ti voglio sentire!" Scendo le scale di corsa ma mentre sto per uscire lei mi ferma afferrandomi un braccio.
"Non poteva funzionare tra di voi, hai mai visto una relazione a distanza durare?"
"Era il mio fidanzato e tu la mia migliore amica!" Le urlo in faccia "O meglio, credevo che lo fossi!"
Intanto anche Pietro è sceso ma resta a distanza, ha la coda di paglia?
"Da quanto tempo va avanti?" Domando con il sangue che mi ribolle.
"Quasi un mese..." sussurra lei.
"Un mese? Un mese?!" Esclamo buttando la testa all'indietro "È per questo che eri più distante al telefono..."
"Mi fate schifo." Dico prima di uscire sbattendo la porta.
Inizio a percorrere la strada di casa correndo e piangendo. Sono arrabbiata. Non tanto per Pietro, che è uno stupido ragazzo che si fa guidare dal suo testosterone, ma per Vanessa. Cazzo, era la mia migliore amica!
Quando mi raccontava di tener sotto controllo Pietro, di averlo visto con una ragazza, io che le confessavo tutti i miei timori...
Mi ha mentito per tutto il tempo!
Ed ora mi domando se non fosse già iniziata prima, quando loro mi venivano a trovare nel weekend e tornavano a casa insieme. Quando uscivano insieme con gli altri amici forse erano solo loro due. Hanno fatto il doppio gioco per tutto questo tempo, io ero in pensiero per Pietro e lei mi consolava, io temevo i suoi tradimenti e lei mi rassicurava. Forse quel giorno in cui ho sentito una voce da uomo al telefono era persino lui, anzi era sicuramente lui.
Ho solo una parola per loro: schifo.
So perfettamente che tanti anni fa, ormai quasi cinque, a Vanessa piaceva Pietro, ma credevo che fosse acqua passata! Invece...
Mi sento tradita, tradita dalle persone a cui volevo più bene, a cui sono legati i miei ricordi migliori. Questo significa che per tutta questo tempo ha covato i suoi sentimenti per poi buttate nel cestino la nostra amicizia. E tutto per un ragazzo!
Voglio solo piangere ed urlare, ed è quello che faccio non appena rientro in casa e stringo forte mio fratello. Ancora non voglio raccontargli tutto perchè potrebbe fare del male a Pietro, so che non risponde delle sue azioni quando qualcuno mi ferisce. Così gli spiegheró tutto più tardi, quando mi saró calmata un po'. Ora ho bisogno di parlare con una ragazza, ho bisogno di parlare con Martina.Nel presente...
"Ed è così che si è conclusa la storia con il mio primo fidanzato." Sentenzio davanti ad Alessia e Filippo incantati. I pop-corn sono già finiti da un pezzo, ed inaspettatamente Filippo non si è ancora addormentato.
"Che stronza la tua amica Vanessa..." dice Alessia fingendo un conato di vomito.
"Ma è la signora che fa l'avvocato e che abita nel palazzo davanti casa di zio?" Domanda Filippo ed io annuisco.
"Ma mamma, perchè la saluti se ti ha rubato il fidanzato?" Domanda mia figlia e le sorrido dolcemente.
"Perchè ha fatto una brutta azione, ma ne è passato di tempo, lei e Pietro si sono sposati e divorziati un po' di tempo fa. Doveva andare così..." spiego "inoltre non avrei mai conosciuto vostro padre."
"Ma non siete amiche, vero?" Domanda Filippo con la sua vocina tenera.
"No, non lo siamo più. Ma se la incontro per strada la saluto e lei fa lo stesso, ed è inevitabile ricordarsi dei bei tempi ma anche del dolore che mi ha provocato. Non porto rancore, perchè non serve a nulla."
"E questo Pietro conserva ancora i suoi bellissimi ricci?" Chiede Alessia e scoppio a ridere.
"Figli mia, che tu ci creda o no, l'ho incontrato la settimana scorsa in farmacia ed è pelato! Non c'è nemmeno un riccio!" Esclamo e tutti ridono.
"E quindi a questo punto ti sei fidanzata con papá..." dice Alessia con aria sognate e guardo mio marito.
"Non proprio..."sorrido "anzi ancora ne deve passare di tempo."
"La mamma si è fatta attendere a lungo..." interviene lui.
"Allora, come continua la storia?" Incalza lei.
"Ormai è tardi, è ora di andare a dormire." Dico e loro si lamentano.
"Niente storie! Tutti a letto!" E questa volta danno ascolto al loro papà.
Ma prima di rientrare in casa, Filippo si volta e mi domanda: "Mamma, zio Giacomo alla fine ha picchiato Pietro?"
"No, tesoro, era un bravo ragazzo tuo zio."
"Gin." Mi richiama mio marito "Non si dicono le bugie."
"Va bene." Sbuffo "Gli ha dato una lezione la mattina seguente, quando ormai ero tornata a Milano e non potevo fermarlo. Ma non si fa!"
Li metto in guardia e loro rientrano seguiti dal padre che sussurra a Filippo, ma io lo sento: "Invece si fa, se qualcuno fa soffrire la mamma si puó fare."
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Serotonina
RomanceA tutti i genitori capita che prima o poi i figli chiedano "Mamma, papà, come vi siete conosciuti?" E anche se i genitori non lo danno a vedere, sono contenti di questa domanda, perché per loro è un'occasione per ripensare con nostalgia alla loro gi...