21.

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È lunedì. Sono le sette di mattina. Sono stanca anche dopo otto ore di sonno. E sabato scorso ho baciato uno sconosciuto. Dimenticavo...quello sconosciuto oggi mi accompagna all'università.
"Gin, hai bisogno di un passaggio?" Mi domanda Alessandro addentando una fetta biscottata mentre scorre il pollice sul touch screen.
"Oggi no, grazie." Dico prendendo il mio zaino e chiudendolo. Passo davanti allo specchio in soggiorno e mi metto velocemente il mascara.
"Oggi c'è Cristian." Dice Martina sorridendo ed io la guardo male: non volevo che gli altri lo sapessero.
"Chi è Cristian?" Domanda Alessandro.
"Il fotografo." Spiega Martina gustandosi il suo yougurt "Ed è appena arrivato."
Mi volto verso Martina che sta guardando oltre la tenda, prendo la giacca e saluto tutti.
Sto facendo una pazzia, già lo so.
Mi sono lasciata da poco più di una settimana, ho baciato uno sconosciuto ed ora ci sto andando a fare colazione.
Io so che l'ho baciato perché sono arrabbiata con Pietro ma allo stesso tempo mi manca. Non posso dimenticare mesi e mesi di relazione in pochi giorni.
"Buongiorno." Mi lascia un bacio sulla guancia.
"Ho pensato di andare a fare colazione, poi ti accompagno all'università e poi vado a lavoro."
"Direi che è perfetto!" Allaccio la cintura "Che lavoro fai?"
"Sono un meccanico." Mi guarda di sfuggita prima di tornare con lo sguardo sulla strada.
"Ho sempre amato i motori..." racconta "mentre odiavo la scuola. Mi piacciono le moto e sono il meccanico di una scuderia di serie minore. Ma lavoro anche all'officina di mio padre."
"Bello, è la tua passione quindi è bello."
Mi sorride e poi alza la musica. Ha dei lineamenti molto belli, sembra quasi disegnato. La mascella lievemente pronunciata, una fossetta sulla guancia destra che si accentua quando sorride e gli occhi da paura. Sono profondi e gioiosi.
Ci sediamo ad un tavolino all'esterno del bar, lui ordina un caffè ed una ciambella, mentre io cappuccino e cornetto.
"Non ti ho ancora chiesto cosa studi." Dice lui.
"Medicina."
"Forte." Dice "Se solo avessi avuto voglia di studiare, sarebbe piaciuto anche a me. Forse peró avrei preferito diventare veterinario, amo gli animali."
"Questa è una frase per provarci con le ragazze oppure è la verità?" Domando ridendo.
"No, è la verità." Sorride "Ho due cani e un cavallo, ma il cavallo si trova a casa dei miei nonni in campagna."
"Mi farebbe piacere un giorno andare a cavallo." Dico io girando con il cucchiaino il mio cappuccino.
"Uno di questi weekend si puó fare." Risponde e dopo pochi secondi aggiunge "Peró non dire che solo io ci provo con te, lo stai facendo anche tu."
"Forse." Lo guardo negli occhi sorridendo furba.
"Sei sveglia." Dice incrociando le braccia al petto e gettandosi con la schiena all'indietro "E forse è la cosa più bella di te, anche più di quegli occhi."
Sorrido abbassando lo sguardo per evitare di arrossire. Non immagina quanto siano belli i suoi...
Dopo aver fatto colazione mi accompagna all'università e prima di scendere lo saluto con un bacio sulla guancia.


"Sono tornata!" urlo entrando in casa. Mi richiudo la porta alle spalle e getto a terra lo zaino.
Quando mi volto per poco non mi viene un colpo nel vedere Veronica con una bottiglia di birra tra le mani e con addosso solo dell'intimo di pizzo nero.
"Vestiti per favore!" Sbuffa Filippo entrando in cucina.
Passa accanto a me che sono ancora imbambolata e mima con la bocca "Non la sopporto."
A chi lo dici...
"Ciao." Mi saluta appoggiando la birra. Poi si siede sul divano e afferra il telecomando come se non avesse sentito quello che Filippo le ha chiesto di fare.
Lui spazientito va davanti alla porta di Andrea ed inizia a bussare forte.
"Puoi dirle di vestirsi?!" Urla Filippo.
"Sono così brutta?" Domanda lei ridendosela.
Che urto.
Andrea esce dalla camera e cammina come una furia in soggiorno. Indossa solo dei boxer neri lievemente calati sui fianchi, dall'elastico emerge la v dei suoi fianchi e basta spostare lo sguardo un po' più in su per avere un assaggio di perfezione. Deglutico e distolgo lo sguardo.
"Veró, è ora di andare." Le dice lui dandole una mano per alzarsi.
"Ma come? Solo perchè sono arrivati i tuoi amici?" Dice lei mostrandosi offesa.
"Saresti dovuta andare via già un'ora fa, ho già fatto un'eccezione." Dice lui serio, ma lei fa camminare la sua mano lungo il petto di Andrea.
"Ho detto che è ora di andare." Ripete e lei si alza sbuffando. Va in camera, si riveste velocemente ed esce sbattendo la porta.
Lui sarà anche stronzo, ma lei non ha un minimo di dignità.
Torna anche lui in camera ma solo per afferrare una maglietta ed infilarsela, poi esce in balcone per fumarsi una sigaretta.
"Hai un bel modo di trattare le ragazze." Constato uscendo a braccia conserte.
"È stata lei a cercarmi." Dice semplicemente "Non ha dignità, ma a me sta bene così per ora."
"Su questo ti do ragione." Dico sedendomi.
"Io non tratto male le ragazze, con loro stabilisco dei contratti: mi ha cercato lei, le ho detto che se ne sarebbe dovuta andare via subito e le ripeto ogni volta che non voglio una relazione con lei." Mi spiega soffiando fuori il fumo "Ma lei continua a cercarmi, e a me fa solo un favore, finchè non trovo la ragazza giusta."
"Questa ragazza giusta deve essere proprio ben nascosta." Ironizzo e lo faccio sorridere. Sono rari i momenti in cui sorride, ma quando lo fa merita un pubblico che lo guardi.
"Sono in vita da ventidue anni e ancora non l'ho trovata, quindi direi di si."
"Con il fotografo invece come va?" Butta la sigaretta nel posacenere e si volta verso di me, appoggiandosi con i gomiti alla ringhiera di ferro.
"È un bravo ragazzo." Affermo.
"Lo credo anche io." Dice lui.
"E anche molto carino." Aggiungo.
"Ti piace?"
"Mi sono lasciata da una settimana, Andrè." Gli ricordo.
"E allora? Ti puó piacere una persona anche se sei fidanzata, è così che avvengono i tradimenti."
"Ancora non sono in grado di dirtelo." Affermo e lui annuisce.
"Allora speriamo che sia quello giusto, no?" Guarda il cielo con aria distratta "Altrimenti non so se saró in grado di sopportare un altro idiota."
Sorrido e mi viene da ridere, ma mi mordo il labbro per trattenermi. Ecco, quando Andrea si mostra così vorrei che questi momenti non finissero mai.
"Ammettilo, ci tieni a me." Dico e lui punta i suoi occhi scuri e penetranti nei miei.
"Tengo alle persone buone che non si meritano coglioni." Ribatte.
"Quindi tieni anche a me?"
"Forse." Trattiene un sorriso.
Mi alzo e mi avvicino piano, gli circondo il busto con le braccia e lo abbraccio. Lui incrocia le sue mani dietro la mia schiena e mi stringe forte.
E mi sento sicura.
E non me lo spiego.
Perchè questo ragazzo è uno stronzo. È lunatico. È arrogante. È pieno di sè.
Ma io so che mi posso fidare. E forse questo basta.
"Io non vi capiró mai." Ride Filippo sulla soglia del balcone con una tazza di tè in mano.
Sollevo un po' la testa per guardare i miei due coinquilini e sorrido. Nemmeno io lo capiró mai.

Ciaoooo! Come state? Allora...cosa ne pensate della storia fino ad ora? Ci tengo molto alle vostre opinioni, fatemi sapere. Un bacio. 🥰

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