prologo: Jane

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Ho sempre amato viaggiare in treno.
Mi piace guardare fuori dal finestrino la strada diventare un ricordo sempre più lontano, ascoltare i discorsi della gente seduta al mio fianco mentre parla al cellulare, sentire la velocità del mezzo mentre sfreccia sulle rotaie e, soprattutto, leggere un buon libro sapendo che ci sarà qualche uomo, o qualche donna, curioso, che mi lancerà occhiate pur di conoscere l'opera che mi sta appassionando a tal punto da dimenticarmi del mondo circostante.
Così mi ritrovo ogni settimana a viaggiare, sta volta verso una città che non si sente spesso nominare e che quasi nessuno conosce, dato che è talmente piccola e misteriosa da tenere i turisti alla larga.
Parlo di New Hope, situata in Pennsylvania, non molto distante da New York, in realtà; ho sempre desiderato visitare questo posto per ammirare le case in stile ottocentesco e la chiesa, che scommetto sarà meravigliosa da fotografare.
Scrivo sul mio taccuino alcuni appunti e rammento le informazioni che ho raccolto prima di mettermi in viaggio.
Sono a conoscenza degli omicidi avvenuti a New Hope e dei vari disastri atmosferici ma, da ciò che ho letto negli articoli recenti, seppur essendo pochi, so che adesso dovrebbe essere tutto a posto, o almeno lo è stato nelle ultime settimane.
La punta della matita con la quale sto scrivendo sul taccuino si spezza e un sospiro irritato esce dalle mie labbra.
Odio quando succede.
Mi rendo conto che sul treno non c'è quasi nessuno, ma questo era piuttosto prevedibile: mi sto dirigendo in una città dimenticata dal mondo, dove solo un appassionato di misteri vorrebbe mettere piede, o qualcuno con una grande vena artistica.
Punto i miei occhi sul finestrino.
Sono le 7 di sera ed essendo inverno il sole è calato già da un po', di conseguenza non posso ammirare bene il paesaggio.
Mi irrita non sapere dove mi trovi, quasi quanto mi irrita che alcune ciocche dei miei capelli mi cadano sul volto, come sempre quando non li lego.
Posso vedere nel riflesso dal finestrino i miei occhi illuminarsi, per alcuni istanti, quando il treno passa vicino a un negozio con le insegne al neon, uno dei pochi nei dintorni.
Poso la testa sul sedile e guardo verso un ragazzo che si è addormentato.
Credo abbia su per giù la mia età, forse una trentina d'anni, o magari venticinque.
È molto carino, indossa un cappotto verde e una camicia bianca, i suoi capelli ricci gli coprono metà volto e gli danno un'aria sbarazzina.
Sorrido istintivamente e chiudo gli occhi; magari mi farà bene dormire, il viaggio durerà ancora dieci minuti.
Un brivido percorre la mia schiena non appena sto per addormentarmi e una risata si disperde lungo tutto il vagone.
Apro gli occhi spaventata da ciò che ho sentito poco fa.
Era la risata di una bambina ed è stata raccapricciante.
Il ragazzo dorme ancora; non dà il minimo accenno di aver sentito qualcosa.
Forse è tutto nella mia testa, magari la stanchezza sta avendo il sopravvento su di me.
Provo a dormire ancora ma, sta volta, una folata di vento accarezza la mia guancia e vengo catturata da una forte angoscia.
"Ma che succede?" bisbiglio perplessa.
Alcuni passi si avvicinano ma non mi sembra di vedere nessuno.
Il treno si ferma di colpo e per poco non volo giù dal sedile.
"Ehi, perché ci siamo fermati?" domando confusa e preoccupata.
Non ottengo alcuna risposta, poi mi rendo conto di essere sola.
Il ragazzo che si trovava seduto a pochi metri da me è sparito nel nulla.
"Dio..." sussurro guardandomi intorno spaventata, in cerca di una sola anima viva.
Sento ancora una volta quella risata, così, presa dalla paura, stringo il rosario che mi sono portata dietro.
Mio padre ha detto che mi avrebbe protetta se mi fossi mai trovata in pericolo.
Quei passi si fanno sempre più vicini e il mio corpo trema.
"C'è qualcuno su questo treno di merda?" quasi grido in preda al panico.
Ancora una volta, nessuna risposta, solo un terrificante silenzio, accompagnato da quella risata.
Poco dopo, noto una bambina accanto a uno dei sedili più avanti.
Mi fissa come se volesse avvicinarsi; i suoi occhi sono neri, ha la pelle candida, l'aspetto malato e un fisico esile.
Mette paura e mi sembra stia guardando proprio me.
"Chi sei tu?" chiedo con voce tremante.
La bambina non dice nulla; lascia cadere dalle sue mani una collana con un ciondolo a forma di cuore che, fino a qualche secondo fa, teneva ben stretto.
Ogni singolo muscolo del mio corpo mi ordina di scappare ma la paura mi tiene bloccata; ha preso il sopravvento su di me.
La luce nel vagone inizia a spegnersi e riaccendersi più volte mentre sul mio viso appare un'espressione ricolma di terrore.
La bambina svanisce e io mi preparo ad alzarmi e correre via.
Qualsiasi cosa stia accadendo, non resterò su questo treno un secondo di più.
Mi alzo dal mio posto e, con fatica, mi muovo verso l'uscita.
Tirerò dei calci alla porta per sfondarla e scappare; non mi importa delle conseguenze.
Proprio quando sto per farlo, mi ritrovo davanti quella bambina inquietante che mi fissa dritta negli occhi.
"Lasciami in pace!" grido impaurita.
Lei non risponde; un ghigno malefico nasce sulle sue labbra viola e screpolate e i suoi occhi neri diventano sempre più scuri.
"Che cosa vuoi da me?" urlo adesso indietreggiando, senza rendermi conto di dove io stia andando o dove stia mettendo i piedi.
La bambina ride ancora, in modo più maniacale e mantenendo quel sorriso sulla bocca.
Mi rendo conto di essere bloccata contro il muro e che non posso far altro che pregare che non mi accada nulla.
Stringo il rosario ma mi cade dalle mani per via dell'agitazione; non sono più capace di controllarla.
"Merda!" impreco piegandomi per raccoglierlo.
Prendo il mio rosario e lo stringo forte, poi alzo lo sguardo.
Non appena lo faccio, mi ritrovo davanti gli occhi neri della bambina che mi afferra dal volto con una forza disarmante.
Urlo in modo strozzato per l'ultima volta, poi tutto finisce nel buio.

Spazio autrice:
Primo capitolo-prologo del secondo libro, vi spiego un po' di cose.

Questo libro sarà strutturato in modo diverso, alcuni capitoli avranno un nome accanto, che appartiene al personaggio narratore di quel capitolo appunto, mentre quelli senza nome sono appartenenti a Zoe, dato che è la protagonista.

Il secondo libro sarà molto più spaventoso e soprannaturale rispetto al primo, se siete sensibili ad alcune cose è meglio non leggerlo, spero che comunque gli darete una chance.

Cosa ne pensate di questo inizio?

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora