Svegliarmi una mattina e sentirmi viva, pur essendo in realtà morta.
Era questo che cercavo da quando mia madre se n'è andata, e l'ho fatto così disperatamente da chiudermi in me stessa, impedendomi di vivere.
Ho combattuto notti intere a reprimere lacrime, a chiudermi nella mia cameretta per osservare il cielo da una finestra che affacciava sempre sullo stesso paesaggio, cupo, demolito dalla cattiveria che covavo dentro da ormai troppo tempo.
Oggi, questa mattina, mentre apro gli occhi e trovo accanto a me Aaron, intento a dormire con i capelli spettinati, il petto ancora nudo e la pelle candida, capisco di essermi preclusa la felicità per paura di perderla, ed è per questo che respingevo chiunque potesse amarmi davvero. Con lui non ne sono stata capace, sapendo che non mi amerà mai, che abbiamo la possibilità di divertirci senza alcun tipo di impegno, quindi senza alcun tipo di delusione. Andrà bene, resteremo uniti, ci supporteremo, ma non arriveremo mai a dirci 'ti amo'; nessuno dei due ci riuscirebbe, forse per orgoglio, forse per terrore, ma non lo faremo, né oggi, né mai.
Il mio mal di testa avanza e torno a preoccuparmi, convinta che le ultime ore passate su questo letto diventeranno presto solo un lontano ricordo.
"Mh, dimmi che non è già mattina" mugugna Aaron stordito, visto che ha appena aperto gli occhi.
Mi ricorda tanto sua sorella adesso.
Annuisco e mi risponde con un verso di disapprovazione.
"Voglio morire di nuovo" si lagna.
Lo fisso sorridendo Leggermente.
Potrei anche osservarlo per ore e sono certa che la sua bellezza rimarrebbe sempre una nuova scoperta per me, che sarebbe emozionante allo stesso modo.
Abbiamo fatto l'amore, gli ho mostrato una parte di me fragile, vulnerabile, che spero conserverà con premura.
"Forse accadrà, oggi è il grande giorno, dobbiamo chiudere il libro degli spettri" affermo e lui mi guarda con meno fatica rispetto a prima, mostrandosi allarmato.
"Puoi ancora controllare Anastasia, vero?" chiede.
"Ci sto provando" rispondo.
Le fitte nella mia testa sono quasi insopportabili e, se non fossi così abituata al dolore, piangerei.
"Resisti ancora un po', so che ce la puoi fare."
Sorride e mi accarezza il mento con un dito.
"Smettila" lo allontano imbarazzata.
"Di fare cosa?" domanda toccandomi anche la guancia, poi il naso, finché non lo spingo via.
"Aaron!"
"Che c'è? Ti do fastidio per caso?" si prende gioco di me.
"No, sei davvero simpatico."
"Lo so."
Sorride malizioso, poi si siede e mi guarda negli occhi.
Perché sto così bene con lui? Potrei innamorarmi, un giorno, ma mi spezzerebbe il cuore.
"Non può essere vero!" esclama tutto d'un tratto, distogliendomi da quello stupido pensiero.
"Che cosa?" domando.
Mi guarda intensamente, come se anche lui potesse innamorarsi, un giorno.
"Noi due, nello stesso letto, tu che perdi la verginità con me, come può...come può essere vero?" chiede esterrefatto.
Non immagina nemmeno quanto io abbia desiderato questo momento; lo capirà da solo, con il tempo, sarà proprio quest'ultimo a dargli le risposte di cui ha bisogno riguardo il nostro rapporto.
"Magari non lo è, che differenza fa? Conta solo quello che stiamo vivendo ora" dico prendendogli la mano.
Me la porto alla bocca e la bacio, sorridendo dolcemente.
Aaron mi attira a sé, per poi baciarmi con impeto.
È un bacio energico, che strappa via le mie inibizioni e le distrugge.
"Hai ragione, conta il momento, perché tra qualche ora, forse, io sarò morto, o peggio, lo sarai tu, e ti assicuro che, a quel punto, non finirà bene per nessuno" dichiara fermamente convinto.
In fondo lo sapevo già:
entrambi perderemmo la testa se uno dei due dovesse morire e non mi vergogno a dirlo, per salvare Aaron andrei anche all'inferno.
Mi vesto e scendo al piano di sotto, seguita da Aaron.
Indosso una sua camicia che mi va piuttosto larga e i miei capelli sono disordinati, proprio come i suoi.
Ridiamo mentre cerchiamo di non fare rumore; a volte gli tiro delle gomitate.
Interrompe i suoi passi e faccio lo stesso poco dopo vedendo Claire, mio padre, Sam, Justin e Mike in salone, che ci fissano come se avessimo appena commesso un omicidio.
Papà è di certo la persona più sconvolta; impallidisce mentre Justin ci guarda amareggiato.
"Ok, questo non l'avevo previsto" parlo tra me, rivolgendo poi il mio sguardo preoccupato ad Aaron.
La tensione si potrebbe tagliare con un coltello; tutti i presenti nella stanza mi vorrebbero chiaramente vedere morta.
"Ah, buongiorno, a cosa dobbiamo questa riunione di...famiglia?" domanda Aaron con tono sarcastico.
Ottiene delle occhiatacce.
"Zoe, mi stai prendendo in giro?" chiede papà che a stento riesce a guardarmi negli occhi.
Mike ride sotto ai baffi, senza preoccuparsi di nascondere quanto l'intera situazione lo diverta.
"No, non lo faccio" rispondo audace.
"Davvero? Non sembrerebbe, sei con quel...pagliaccio."
Papà guarda Aaron con spregio ma lui non si scompone e mantiene un sorrisino sulle labbra.
"Papà, ti prego" dico.
"Ti prego? Non osare...tu...mio Dio! Non ce la faccio."
Corre nella sala da pranzo, impedendomi di spiegargli come siano andate le cose.
Noto lo sguardo accusatorio di Justin, certamente inorridito, e Sam che maschera con fatica il suo disagio.
"Non è necessario tutto questo silenzio, siete venuti qui per la missione, non per giudicare le nostre scelte di vita" asserisco alterata.
"O, magari, sono qui per fare colazione, chi lo sa?" scherza imperterrito Aaron.
Ha deciso di inimicarsi tutti stamattina.
Justin si avvicina a noi; la sua espressione è seria e un po' spaventosa.
Non si rivolge a me, mi guarda e basta, con cattiveria.
Si volta verso Aaron e si scrutano a vicenda.
"Justin, non ti conviene..."
Ma Aaron non termina la frase:
Justin gli tira un pugno sul naso, tanto forte da farlo sanguinare subito.
"Justin!" gli urlo contro mentre Aaron resta impassibile.
"Non dire nulla, fai una figura migliore" afferma Justin rivolgendosi a me; sale al piano di sopra, dandomi una spallata.
Guardo Aaron che è ancora immobile; non pare stia soffrendo ma lo conosco abbastanza da sapere che una piccola parte di lui è dispiaciuta.
"Beh, direi che non mi aspettavo di iniziare la giornata in questo modo" dichiara Claire all'improvviso.
Sorprendentemente, sono felice di sentire la sua voce e non quella di Mike o mio padre.
"Zia Claire, ti prego..." la zittisce Sam che poi si avvicina a me e mi prende per mano.
"Vieni, qui ti guardano tutti male" dice.
"Ma Aaron..." rispondo pensierosa.
"Lascia perdere, se la caverà da solo."
Poi mi trascina verso la sua camera.
Aaron non proferisce parola. Il pugno che gli ha dato Justin l'ha ferito, ma non fisicamente; ormai quel tipo di dolore non lo prova più, ha imparato a combatterlo.
Sam mi fa sedere sul suo letto mentre io mi porto le mani tra i capelli e impreco in preda alla rabbia.
"Cazzo! Sono posseduta da un fantasma di merda e loro riescono a pensare solo al fatto che ho dormito con Aaron!" sbraito infuriata.
"Mi dispiace, ma mettiti nei loro panni, è stato abbastanza strano vederti con lui in quel modo" risponde Sam.
"Sarà anche strano ma noi abbiamo altre priorità al momento."
"Giusto, hai ragione, non pensiamoci; in fondo non è successo nulla, sono cose che possono capitare, basta capire i propri errori e...andare avanti."
Parla con irrequietezza.
"Sam, va tutto bene?" chiedo.
Si immobilizza per un attimo, guardandomi ansiosa.
"Sì, certo, perché non dovrebbe? Piuttosto, come va con Anastasia Barks? Mike sta preparando l'incantesimo per chiudere il libro, devi tenere duro ancora qualche ora."
"Qualche ora? Ma non posso! Questo mal di testa mi sta uccidendo!"
Mi tocco la fronte mentre visualizzo Anastasia che apre piano gli occhi.
Si sta svegliando.
Lotta per riprendere il controllo e io sto esaurendo le forze, quelle che al momento la tengono bloccata.
"Forse Claire ha delle erbe per aiutarti" suggerisce Sam.
"No, non servirà a nulla, ho bisogno di qualcosa di più forte, che mi spedisca direttamente un passo avanti ad Anastasia."
Ci penso accuratamente, per quanto sia possibile, dato che ho una grande confusione in testa.
I ricordi di Anastasia combattono con i miei e, prima o poi, una delle due avrà la meglio e distruggerà completamente l'altra.
"Qualcosa di che tipo? Non esiste nulla di simile, lei è troppo forte e, soprattutto, stronza."
Sbuffa Sam.
Mi concedo qualche altro istante per riflettere, poi un'idea malsana, ma che sicuramente mi renderà invincibile, mi travolge.
"Invece esiste" affermo sorridendo di colpo.
"Di che parli?" chiede Sam.
Mi alzo in piedi senza perdere quel sorriso e mi avvicino a lei.
Poso entrambe le mani sulle sue spalle con aria scaltra.
"Una sola parola" inizio guardandola spaventosamente negli occhi.
"Oscurità" continuo ma Sam non comprende ancora.
"La parte più potente di noi rinati: il lato oscuro. Sarà quello a rendermi più forte e Anastasia non avrà alcuna possibilità di riprendere il controllo" asserisco.
Sam non riesce ad aprire bocca. Non protesta, né mi dà ragione; è terrorizzata.
"Lo attiverò, attiverò il mio lato oscuro."Spazio autrice:
Zoe sta uscendo un po' fuori di testa, ma leggermente haha.
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Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)
ParanormalA New Hope arrivano nuovi misteri, sta volta si tratta di due bambine che seminano il terrore per tutta la città, risucchiando la vita delle persone. Zoe si ritroverà a combattere contro i suoi sentimenti, contro i demoni del suo passato e contro ci...