53: Aaron

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Justin mi ha colpito e gliene sono grato. Quel pugno mi ha scosso, ricordandomi perché non possa innamorarmi di Zoe e quanto sia stato stupido ad andarci a letto.
Mi pulisco il sangue dal naso, osservando il mio riflesso spento nello specchio.
Come ho fatto a diventare così oscuro? Così cattivo? Mi ripeto spesso che sono tornato in vita per questo, per uccidere, nutrirmi di anime e, un giorno, prendere il posto del re della morte. Ma lasciarmi dietro tutti quei cadaveri mi rende davvero felice? Sporcarmi le mani di sangue, essere temuto anche dai miei più cari amici, mi piace realmente?
Non devo rifletterci molto; le mie labbra si aprono in un sorriso malvagio e capisco che non vorrei essere in nessun altro modo.
"Spero non faccia troppo male, e non parlo solo del pugno ma della vergogna" dice Mike, appoggiato alla porta del bagno, con le braccia incrociate al petto.
"Quale vergogna? Mike" chiedo chiudendo il rubinetto.
"Beh, hai fatto sesso con la ragazza che piace al tuo migliore amico."
Mi incupisco e smetto di sorridere, assumendo un'aria spaventosamente seria.
"A Justin non piace Zoe ma ciò che lei potrebbe dargli; anzi, ciò che un tempo avrebbe potuto dargli" rispondo senza dubbi.
Se Justin fosse intelligente, ammetterebbe a sé stesso che, l'unica ragazza che abbia mai amato, è proprio mia sorella.
"Lo dici perché vuoi uscirne pulito, la verità è che eri, sei e sarai sempre un pezzo di merda" afferma Mike e io rido.
Mi volto verso di lui.
"Un pezzo di merda che ti ha regalato i momenti più eccitanti della tua vita" replico, facendo leva sui ricordi che spero invadino ancora i suoi pensieri.
"E anche i più brutti, vista la fine che hanno fatto i miei amici" ribatte indispettito.
"Ti ho già chiesto scusa per quello."
"E io non ti credo, sei un figlio di puttana troppo egocentrico per scusarti."
Non sono dispiaciuto, eppure vorrei che mi credesse; Mike è stato importante per me, in molte occasioni ho perfino creduto fosse innamorato, che non volesse una semplice amicizia.
Lo capivo da come mi guardava, da come sentiva il bisogno costante di avermi accanto; anche adesso, mentre i suoi occhi sono puntati su di me, lo sento tremare ogni qual volta pensi mi stia avvicinando di più.
"Anche tu sei egocentrico, andavamo d'accordo per questo" dico.
"Perché?" chiede ignorandomi.
"Perché cosa?"
Mike non ha il coraggio di domandarmi ciò che vuole sapere e prende tempo.
"Perché li hai uccisi? Perché privarmi della mia unica fonte di felicità? Loro mi accettavano anche se ero un mostro, mi volevano bene!"
Mi odia ed è profondamente ferito, sul punto di scoppiare in lacrime, oppure attaccarmi di nuovo per vendicarsi.
"E avevano scoperto la mia vera identità, ho dovuto levarli di mezzo, farei di tutto per proteggermi" rispondo ma sia io che Zoe sappiamo che non è la verità.
"È una cazzata, tu eri geloso di me, non accettavi l'idea che ti potessi abbandonare come ha fatto Justin!"
Lascio che la rabbia mi controlli e mi avvicino a lui.
"Ripetilo ancora se hai il coraggio e non esiterò a uccidere anche te" lo avverto.
Respira con fatica, ritrovandosi con le spalle al muro; non prova a difendersi, è paralizzato dal mio sguardo gelido.
"È la verità, reagisci così perché è la verità" dice sorridendo scaltro.
"E a te farebbe piacere, no? Ti piacerebbe se fossi geloso?"
Ora sono io a provocarlo e Mike impallidisce.
Non si aspettava una risposta del genere da parte mia, non immaginava che io sapessi dei suoi sentimenti.
Respira sempre più veloce mentre io sorrido con aria compiaciuta.
"Molta gente potrebbe dire che sono un mostro ma, in realtà, sarà comunque affascinata da me; tu sei proprio come quelle persone, Mike. Dammi retta e smettila di pensare al passato, anche io l'ho fatto per troppo tempo e guarda cosa sono diventato."
Gli do una pacca sulla spalla e mi allontano da lui che abbassa la testa.
"Almeno significo qualcosa per te?" chiede prima che io possa uscire dalla stanza.
Mi fermo e, sicuro di volergli ancora bene ma che non sarei mai in grado di dimostrarlo, non rispondo e vado via.
Ci sono due persone, però, che hanno bisogno di me e che non posso più abbandonare.
Cerco per tutto il bosco il machete di Bloody e lo trovo incastrato in un cespuglio, in una zona ripida e difficile da raggiungere.
Lo raccolgo, poi sorrido; sono certo che il suo bel giocattolino gli sia mancato.
Vado da Bloody che si nasconde nel vecchio cantiere. Da quando ha perso il machete ha dovuto proteggersi, in qualche modo; restare troppo esposto l'avrebbe messo in pericolo, specialmente in una città come New Hope.
"Aaron, ma che ci fai qui? Credevo stessi aiutando i tuoi amici" dice Joy vedendomi entrare.
"È ciò che sto facendo" rispondo dirigendomi verso Bloody.
Joy non perde dal volto un'espressione perplessa.
"Idiota, alza il culo e guarda cosa ti ho portato" gli dico dandogli un calcio per svegliarlo.
"Mh, altri cinque minuti" si lamenta Bloody; dorme steso sul pavimento.
"Non credo tu voglia aspettare per questo" affermo mostrandogli il machete.
Joy spalanca leggermente la bocca e Bloody salta in piedi con una mossa agile.
"Dimmi che non sto sognando, ti prego!" esclama.
"Potrei provare a tagliarti un braccio ma sarebbe divertente solo per me" replico.
Lui ride allegro e prende il machete.
"Non posso crederci! Non ne potevo più di stare chiuso qui dentro; ci sono così tante persone che devo ancora uccidere" dice eccitato, saltellando in preda alla gioia.
"Non a New Hope, qui c'è mia sorella e ha bisogno di un po' di tranquillità" rispondo severo.
Joy ci raggiunge mentre Bloody dice:
"Come vuoi, mi basta riavere la mia arma, senza sono praticamente inutile."
"No, questo è ciò che voi demoni credete perché la gente vi ha fatto sempre sentire inferiori, tuo padre per primo, ma guardati adesso! Nessuno ha più il potere di ferirti, con o senza machete, tu sei Bloody Hole,  ricordalo sempre" controbatto e, pur sapendo che ciò non basterà a curare le sue ferite, mi auguro di infondergli coraggio.
Non gli ho mai parlato in un modo simile, quindi aggrotta la fronte stupito.
"Aaron, sei impazzito?" chiede Joy ridacchiando.
Mi volto a guardarla e sorrido.
"Tu e la tua solita diffidenza, ti adoro anche per questo; non ti fidi di nessuno, nemmeno di me, e così cerchi di proteggerti, in qualche modo. So che è difficile ma credimi quando ti dico che qualcuno, prima o poi, riuscirà ad abbattere la tua corazza."
Mi guarda con espressione seria e, in piccola parte, malinconica; chiaramente pensa al suo passato e a quel mostro di suo zio.
"Perché stai dicendo queste cose? Non dirmi che hai paura di morire..." domanda Joy agitata.
"E non dire che sei già morto, perché ti tiro un pugno" mi precede.
"Ah, non me ne serve un altro" replico  ancora seccato.
"Come un altro? Chi ti ha fatto del male? Giuro che lo ammazzo!" dice Bloody stringendo forte il suo machete.
"Non devi, da oggi basta con la devozione nei miei confronti. Dovete andare via da New Hope prima che i fantasmi vi attacchino; sta per succedere un bel casino" affermo.
"Non ti vogliamo abbandonare, hai bisogno di noi!" ribatte Joy contrariata.
"No, non è più così, l'unica cosa di cui ho bisogno è che voi siate al sicuro. Vi prego, fate come vi ho detto" insisto.
Non potrei sopportare che gli accada qualcosa di brutto, sono stati i miei più cari amici per due anni; Joy era diventata un punto di riferimento, una persona dalla quale prendere esempio, e Bloody, lui era così pazzo che non avrei mai potuto non volergli bene.
"Non voglio farlo, voglio combattere con te" protesta Bloody.
"Questo non è possibile, non ora, le cose sono complicate."
"Complicate per un essere umano, lo sai che noi siamo diversi; tu ci hai addestrati!" si ostina Joy.
"Ragazzi, queste settimane con voi sono state piene di emozioni e non avete idea di quanto io sia felice di avervi rivisti, ma deve finire, per un po'. Siete gli unici a credere ancora in me a parte Zoe, non vi posso perdere." Rimangono in silenzio.
Joy abbassa lo sguardo tristemente, Bloody, invece, mi guarda con il disperato bisogno di ricevere attenzioni.
"Sei un coglione" dice lui dopo un po'.
Lo guardo di traverso.
"E ti voglio bene, cazzo! Grazie per il machete!" aggiunge e il suo sorriso a trentadue denti fa sorridere anche me.
Bloody gioca con il machete e ride infervorato.
L'ho reso felice e vorrei che restasse così per sempre; non meritava tutta quella sofferenza.
"Joy" mi rivolgo a lei che alza nuovamente lo sguardo.
"Non dire nulla; se questo è un addio, di nuovo, non lo voglio affrontare" risponde subito.
Non posso giocare con i suoi sentimenti e farò meglio ad ascoltarla; nemmeno a me piacciono gli addii.
"Sei la mia guerriera preferita, lo sai?" dico sorridendole affettuosamente.
Vorrebbe ricambiare ma la tristezza ha il sopravvento su di lei.
"Lo so" risponde, passandomi una mano tra i capelli, mettendoli in disordine.
Ci guardiamo ancora, finchè non ricordo che è arrivato il momento di affrontare i fantasmi; ormai l'incantesimo di Mike sarà pronto, non c'è più tempo da perdere.

Spazio autrice:
Aaron è stato molto carino in questo capitolo, ma ovviamente solo con i suoi veri amici, sappiamo tutti come si comporta con le persone che non gli piacciono.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora