20: Zoe

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Scendo al piano di sotto per fare colazione.
Non ho chiuso occhio stanotte per riflettere su come comportarci con Sarah, quindi ho un aspetto pessimo.
Se dovesse davvero essere posseduta da Anastasia, vorrebbe dire che farà di tutto per liberarsi di noi morti viventi, perché sa che combatteremo per fermarla.
E ciò mi riporta alle parole di Claire:
ci ha detto di ucciderla, di farlo senza il minimo rimorso, che è l'unico modo per far uscire Anastasia dal suo corpo.
Ma come potrei mai fare una cosa del genere? Sarah sarà anche una persona odiosa ma non ho intenzione di farle del male; Sam ne soffrirebbe troppo.
"Ti vedo pensierosa, sei ancora scossa per la questione del limbo?" chiede papà notando la mia espressione persa nel vuoto.
"No, a quello sto cercando di non pensare" rispondo onesta.
"Beh, io non posso fare altrettanto; sta volta ho avuto davvero tanta paura di perderti."
Si avvicina a me, ancora preoccupato.
La scorsa notte ha cercato tutto il tempo di farmi stare meglio - o di controllare che non avessi un crollo emotivo - leggendo uno dei suoi libri per me, accarezzandomi spesso i capelli.
"Ma non è successo" gli ricordo.
"Non vuol dire che l'opzione fosse impossibile. Credimi, non mi sono mai sentito così..."
Si porta una mano tra i capelli.
Nonostante abbia già superato i quarant'anni, ha ancora una folta chioma che da piccola adoravo tanto toccare; ci giocavo spesso con i suoi capelli perché lo faceva anche la mamma e credevo fosse divertente. Ora che ci penso, non lo era affatto.
"Lo so, nemmeno io" rispondo amaramente.
"Sono contento che Justin e Sam ti abbiano salvata, gli devo tutto."
Lo guardo con perplessità.
"Cosa? Tu pensi che siano stati loro?" chiedo.
"Mi avevano parlato di un piano; Claire doveva aiutarli e...perché me lo chiedi?"
Si mostra confuso, ridacchiando alla fine.
Cerco di non scoppiare a ridere.
Papà non sopporta Aaron e la notizia che gli darò adesso potrebbe cambiare tutto.
"Ok, forse non ti piacerà ma non sono stati loro a salvarmi; certo, volevano farlo, ma Aaron ha pensato che non avessero abbastanza potere e...beh...ci ha pensato lui."
Sorrido e sul volto di mio padre compare un'espressione sconcertata.
Non ha idea di cosa dire; continua ad aprire e chiudere la bocca come se stesse per svenire.
"Non è possibile, Aaron non l'avrebbe mai fatto, lui non aiuta le persone, se non per un suo scopo personale" asserisce.
"In effetti è strano, ma chi se ne importa? Mi ha salvata e dovresti essergli grato."
"Lo sono, certo che lo sono, solo che...è Aaron" risponde incredulo.
"Già, è Aaron, e va benissimo così" dico, ricevendo un'occhiata poco contenta.
Prendo un toast dal piatto posizionato in tavola e me lo porto alla bocca, tirando un morso e uscendo dalla stanza, ignorando lo sguardo seccato di mio padre.
A casa di Sarah, questo pomeriggio, l'atmosfera si fa subito tesa.
"Mia madre sta dormendo al piano di sopra; è bella che andata quindi non vi preoccupate di fare rumore, neanche una bomba nucleare potrebbe svegliarla" dice Sarah che ci scorta verso la cucina.
Vive in una casa ridotta decisamente male:
ci sono piatti sporchi in salone e una pila di cartoni ancora da sistemare in corridoio.
Posso sentire l'odore di alcool provenire dal piano di sopra e noto che sul muro ci sono alcune crepe, come se qualcuno l'avesse preso a pugni.
"Non fate caso al disordine, la domestica deve ancora passare."
Sarah prova a scherzare, ridendo poi da sola.
Le nostre espressioni restano serie, solo Aaron accenna un minimo di divertimento.
"Scherzavo, non abbiamo davvero una domestica" dice lei ridendo.
"Ma ci farebbe comodo, con la mamma che dorme tutto il giorno e io che partecipo alle attività scolastiche, non abbiamo tempo per pulire" continua seccata.
"Tua madre dorme davvero così tanto?" chiede Aaron.
"Solo quando è strafatta" risponde Sarah; una smorfia le appare sulle labbra.
"Ovvero il 99% delle volte" aggiunge parlando tristemente.
I suoi occhi sembrano farsi lucidi, ma poi torna seria.
"Che storia del cazzo!" sussurra Aaron al mio orecchio.
Lo guardo e annuisco.
"Allora, che volete mangiare? Posso preparare della pasta" dice Sarah entusiasta.
"Cerchiamo di non uccidere la cultura culinaria italiana proprio oggi. Piuttosto, ordiniamo cinese" rispondo.
"Cibo cinese, certo! Sembra forte. Vado subito."
Prende il suo cellulare e si dirige in cucina, lasciandoci da soli in salotto.
"Voi notate qualcosa di strano? A me sembra la solita Sarah" dichiara Sam a bassa voce.
"Già, ha sempre la solita parlantina fastidiosa e acuta, come quella di un uccellino" replica Aaron.
"Forse Aiden si sbaglia e ha semplicemente deciso di smettere di essere ossessionata da lui" affermo.
"Sappiamo entrambe che non l'avrebbe mai fatto in così poco tempo; Sarah è instabile e ha tanti problemi, ha bisogno di lui" dice Sam convinta.
"Teniamola ancora d'occhio, magari Anastasia sa che stiamo indagando e non si vuole mostrare" rispondo.
"Novellina, da quando sei diventata intelligente?"
Aaron mi beffeggia, portandomi allo sfinimento. Sono così stanca di lui e del suo atteggiamento da stronzo!
"Non chiamarmi così" ribatto dandogli un colpo sul petto.
"Intendi 'novellina'? Ma suona così bene."
Sorride con malizia.
"Anche il rumore della tua schiena contro il muro suona bene" lo provoco.
"Dipende dal motivo per cui ci finisce" sta al gioco.
Ci guardiamo e io provo a non perdere le staffe.
Sam ride imbarazzata, poi si gratta la nuca.
"Ho fatto, voi state bene?" chiede Sarah tornando in salotto.
"Alla grande, e non vediamo l'ora di passare la giornata con te" enuncia Sam voltandosi verso di lei in preda a una gioia eccessiva, per nulla sincera.
"Sul serio? Credevo foste qui solo per studiare" risponde Sarah confusa.
"Anche per studiare. Ma non perdiamo tempo, dovremmo fare un po' di chiacchiere tra ragazze."
Sam la afferra dal braccio, sorprendendola, dato che l'ha colta alla sprovvista.
"Ok, sei davvero strana."
Ride Sarah.
"Non hai ancora visto niente" dice Sam ammiccando; la trascina in cucina e rivolge a me e Aaron un sorrisino furbo.
"Dici che io potrò partecipare alle loro chiacchiere tra ragazze?" domanda Aaron che mi rivolge un'occhiata provocatoria.
"Fottiti!" rispondo scuotendo la testa e seguendo le ragazze.
"Lo prendo come un sì" dice lui ridendo, ma solo per alcuni istanti.
Dopo pranzo incominciamo a studiare e, per tutto il tempo, osserviamo Sarah cercando di analizzare il suo comportamento.
Non fa nulla di strano, a parte scattarsi delle foto e inviare messaggi a qualcuno, sorridendo ogni qual volta ricevi una risposta.
"Dobbiamo farla parlare" sussurra Sam, attirando la mia attenzione.
"E come? È troppo impegnata a fare la top model su instagram" rispondo annoiata.
"Lascia che ci pensi io, sono brava in queste cose."
"Sicura?" chiedo.
"Sicurissima."
Sam mi rivolge un occhiolino e si gira a guardare Sarah.
"Sarah, tesoro, ascolta, mi chiedevo se sei ancora ossessionata da Aiden" le domanda.
Spalanco subito la bocca, scioccata.
Non può averlo fatto davvero, non in questo modo!
"Come?" risponde Sarah che mette giù il suo cellulare.
"Ti ho chiesto se..."
Interrompo Sam.
"Voleva sapere come va con Aiden; ha detto che sei sparita ultimamente" dico fingendo un sorriso.
"E perché avrebbe dovuto parlarne con voi dopo che mi ha rifiutato per anni?" chiede alterata.
"Perché gli sei andata dietro per anni, appunto, è strano che adesso non ti interessi più" le fa notare Aaron sospettoso.
"Come è strano che io stia studiando con tre ragazzi morti, eppure non mi sto lamentando."
Sarah parla guardandoci con disprezzo.
Questa risposta ferisce Sam, che abbassa lo sguardo e sospira avvilita.
"E poi sono solo stanca; dopo Natale ho capito che Aiden non mi voleva davvero, anche perché l'ho quasi ucciso..." continua Sarah spostando lo sguardo via da noi, nervosamente.
Sembra sincera e il suo cambiamento non sarebbe poi così strano; tutti prima o poi crescono e decidono di migliorare.
"Così non funziona; di sicuro ci stiamo sbagliando" faccio presente ad Aaron.
"Aspetta, non dirlo così presto" risponde lui che pare convinto del contrario.
"Lo dici solo perché la vuoi uccidere" rispondo.
"Soprattutto per quello, ma qualcosa non va in questa casa, lo sento."
"Io non sento proprio un bel niente."
"Vi sento io, però; che cavolo succede?" sbotta Sarah.
Forse avremmo dovuto parlare a bassa voce.
"Nulla, non succede niente" replica Sam in preda al panico, ridendo con agitazione.
"Sarò anche ingenua ma non sono stupida; nessuno di voi ha mai voluto essermi amico, solo tu, Sam, ma non in questo modo. Ditemi che avete che non va!"
Prende a sbraitare poco dopo.
"Ma che dici? Certo che vogliamo essere tuoi amici, siamo venuti a casa tua" insiste Sam con le bugie.
"Aaron vuole essere mio amico? Andiamo, non è credibile" dice Sarah e lui ci guarda trattenendo una smorfia.
"Ha ragione" afferma poi.
Sospiro esasperata.
"È complicato e non vogliamo che tu stia male" dico.
"Mia madre è una fottuta alcolizzata che non si ricorda nemmeno che esisto; io sto sempre male" ribatte lei furiosa.
"E per questo ci dispiace molto" le dice Sam tristemente.
"Se vi dispiace allora ditemi la verità; perché siete venuti qui?" domanda Sarah determinata; incomincio a credere che non si arrenderà mai, proprio come con Aiden.
Guardo Sam e poi Aaron che fa spallucce.
"Aiden ci ha chiesto di controllarti, ti ha trovata strana e noi crediamo che c'entri Anastasia Barks" rispondo rassegnata.
"Anastasia Barks? E chi cazzo sarebbe?" chiede Sarah che, prevedibilmente, ci scruta sbigottita.
"Una donna morta molti anni fa a New Hope; qualcuno ha liberato lei e le sue bambine per distruggere la città e ora Anastasia potrebbe trovarsi dentro di te" racconta Sam.
La nostra spiegazione confonde Sarah e non posso biasimare lo sguardo sconvolto che ha stampato in faccia ora.
"Cosa? Dentro di me? Non ha alcun senso..."
Sarah balbetta impaurita.
"Beh, durante la festa della vigilia hai dato di matto, potrebbe essere successo quel giorno; l'unico modo per scoprirlo era venire qui e..."
Mi zittisce.
"Studiarmi come se fossi un topo da laboratorio, giusto?" domanda stizzita.
Sta decisamente per perdere le staffe e gridarci addosso parole poco carine.
"Veramente, io volevo ucciderti ma loro me l'hanno impedito" risponde Aaron con tono scherzoso.
"Vaffanculo ragazzi! Io non sono un vostro esperimento e, soprattutto, non sono posseduta da una madre pazza, anche perché lo saprei, ho molta esperienza con la mia di madre." Sarah si alza in piedi, facendo cadere il suo quaderno a terra.
Sam reagisce irrigidendosi preoccupata.
"E tu mi avevi già tenuta d'occhio, dovresti saperlo" continua Sarah rivolgendosi a lei.
"Sarah, mi dispiace, io..."
Anche la mia amica viene messa a tacere e Sarah le parla da sopra:
"Andate fuori da casa mia!" ci ordina puntando un dito verso la porta della cucina.
"Non abbiamo ancora finito" controbatte Aaron alzandosi in piedi.
"Invece sì. Sono stanca delle vostre stronzate da mostri, io non ho nulla a che fare con il vostro mondo" sbraita guardandoci inorridita.
"No ma vivi a New Hope e qui succedono cose brutte ogni giorno, non sei di certo immune" dico e mi alzo infastidita.
Sam lo fa insieme a me, con sempre più dispiacere.
"Ah, per favore! Andate via e basta" ci intima Sarah imperterrita.
"Sarah, io non volevo..."
Sam prova a parlare ma viene nuovamente interrotta.
"Zitta, puttana!" grida lei.
Aaron, accecato da una rabbia improvvisa e colma di cattiveria, le salta addosso, sbattendola sul pavimento.
"Aaron, fermo!" dice Sam allarmata. Prima di poter intervenire, lui ci blocca grazie ai suoi poteri.
"Lasciami stare" mugugna Sarah dimenandosi debolmente.
"Hai dato a mia sorella della puttana, dammi una sola buona ragione per non ucciderti" risponde lui; un sorriso maniacale si fa rapidamente spazio sulle sue labbra.
Aaron è fin troppo instabile e non sa controllare le sue emozioni.
"Non fa niente, sul serio, Aaron" prova a calmarlo Sam; siamo ancora bloccate e non trova alcun modo di avvicinarsi a lui per fermarlo e porre fine al suo attacco di collera.
"Sai che c'è, Sarah? Ti ho guardata per tutti questi anni provarci con un ragazzo che nemmeno ti voleva, sei stata disperata, patetica, una vera idiota, e una persona come te non può permettersi di insultare la mia famiglia" dice Aaron che le stringe entrambi i polsi.
Sta tentando di rubarle l'anima, non ho dubbi a riguardo.
"Ti prego."
Sarah piange disperatamente e muove le braccia nel tentativo di liberarsi dalla destabilizzante presa del demone che l'ha attaccata.
"Brava, prega per la tua vita, è questo che dovete fare voi inutili esseri umani."
Aaron ride aumentando la presa su di lei.
"Aaron, così la stai uccidendo!" grida Sam tirando pugni al vuoto, pur di liberarsi da questa barriera invisibile.
Non le presta attenzione mentre io cerco inutilmente di utilizzare i miei poteri; sono come bloccati, di nuovo.
Non posso essere debole, non voglio esserlo.
Stringo i pugni e permetto ai miei occhi di diventare tutti neri; l'energia che possiedo si sta disperdendo nella stanza in questo momento.
"Porca puttana!" esclamo, facendo volare Aaron verso il tavolo; sbatte la testa e impreca furiosamente.
Tutto ciò che si trovava sopra al tavolo cade e lui viene travolto.
Sam mi lancia uno sguardo sconcertato.
Sarah riprende fiato e si mette seduta; deve aver perso molte forze.
"Mi hai attaccato!" inveisce Aaron alzandosi in piedi con fatica.
"Esatto, e lo rifarò ancora se non la smetterai di comportarti come uno stronzo" strepito a mia volta.
"Ma io sono uno stronzo!"
Le parole escono dalla sua bocca con troppa cattiveria.
"Lo sono e continuerò a esserlo, quindi fattela passare" continua avvicinandosi a me che resto impassibile.
Non ho intenzione di cedere al suo sguardo minaccioso, o a qualsiasi cosa stia cercando di trasmettermi.
Vorrei, è normale da parte mia sentire il desiderio di colpirlo ancora e fargli capire che sono molto più forte di lui, ma cerco in tutti i modi di contenermi.
"Ragazzi, ma dov'è Sarah?" ci interrompe Sam preoccupata.
Sposto lo sguardo e mi rendo conto che di lei non c'è traccia.
"Oh no..." sussurra Aaron puntando i suoi occhi verso la porta aperta della cucina.
Notiamo che a terra c'è del fango; capisco subito che sta per succedere qualcosa di orribile, che le bambine fantasma stanno arrivando.
"Sarah" la chiamo camminando piano verso il salone, calpestando una disgustosa melma marrone.
A ogni passo mi sembra che possa sprofondare sotto terra, inghiottita dal fango.
La risata di una bambina ci costringe a fermarci e leggo nell'espressione di Sam del vero e proprio terrore.
"Non vi fate spaventare, è questo il loro gioco" dico mostrandomi tranquilla; rimango comunque in allerta, senza abbassare la guardia neanche per un istante.
"Stai parlando con me, novellina, io non ho paura di niente" risponde Aaron sicuro.
"Io non posso dire lo stesso; le loro risate mi mettono i brividi" dice Sam.
Il lampadario si muove e lei sobbalza per lo spavento. Aaron la costringe a nascondersi dietro di lui per proteggerla.
Il rumore della sedia a dondolo davanti al camino che va in avanti e indietro metterebbe i brividi anche alla persona più coraggiosa al mondo, e i passi che provengono dal piano di sopra, pesanti e rumorosi, mi fanno accapponare la pelle.
"È lassù" dico guardando verso l'alto.
Un po' di polvere cade dal soffitto e io mi sposto, così da non venire colpita.
I passi si fanno sempre più forti; ora sembra che qualcuno stia correndo. Poi, raggiunge le scale e incomincia a scendere.
Sam non controlla la sua ansia e trema, inevitabilmente; intanto, i passi lungo le scale si fanno più vicini, ma io non vedo nessuno.
"Preparatevi a usare i poteri" suggerisce Aaron.
Qualsiasi cosa stia per accadere, devo essere pronta a combattere, e a vincere.
Il silenzio cala nella stanza, sento solamente il ticchettare di un orologio, che mi rimbomba nelle orecchie.
È tutto troppo calmo, ciò vuol dire che sta per arrivare la tempesta.
"Muori, puttana!" grida Sarah di colpo, avvolgendo un sacchetto di plastica intorno al volto di Sam, che non ha neppure il tempo di difendersi.
Anche se volesse attivare i suoi poteri, non poter respirare adeguatamente la rende debole e le impedisce di contrattaccare.
Aaron non aspetta un secondo a colpire Sarah con la sua energia oscura; il suo tentativo di farla volare in aria, stranamente, non funziona.
È lui a venir lanciato via l'attimo dopo, finendo dietro al divano, che poi lo schiaccia al muro, tenendolo bloccato.
"I miei poteri non vanno!" urla innervosito.
"Certo, perché Anastasia è troppo forte; dobbiamo fermarla in un altro modo" rispondo.
"Come?"
Ignoro la sua domanda e corro a prendere delle forbici dal cassetto in cucina.
Quando torno in salotto, mi accorgo di come Sam stia diventando sempre più pallida.
Sta soffrendo molto, mi chiedo quanto le manchi prima che svenga.
Corro verso Sarah e, senza pensarci due volte, le pianto le forbici nella spalla; lei urla indietreggiando.
Libero Sam dal sacchetto di plastica e lei butta fuori tutto il fiato che ha trattenuto, tossendo.
"Zoe..." dice Sarah che mi guarda con terrore.
Del sangue cola lungo la sua spalla e io mi ritrovo bloccata tra il desiderio di aiutarla e la paura che possa farmi del male.
"Ehi, che succede laggiù?" domanda la signora Hock improvvisamente.
Sta scendendo le scale lentamente, per fortuna, dato che è ubriaca.
"Mamma, aiuto!" grida Sarah con tono sofferente.
Guardo prontamente Sam.
"Cazzo" sussurra lei in preda al panico.
"Ma che cosa avete fatto a mia figlia?" la signora Hock per poco non prende un colpo una volta che ci raggiunge.
"Stava cercando di uccidermi!" risponde Sam sconvolta, parlando flebilmente.
"Ucciderti? Voi l'avete ferita! Oh mio Dio! Devo chiamare la polizia."
La donna si agita e aiuta Sarah, tentando di togliere le forbici dalla sua spalla.
Aaron si libera dal divano e salta verso di lei, afferrandola dai capelli e sbattendo la sua testa contro il muro.
"Mi dispiace ma niente polizia" dice sotto lo sguardo impressionato e disgustato di Sarah, che corre a prendere il cellulare; sta volta sono io a fermarla e le tiro un pugno così forte da farle perdere i sensi.
Sam ci guarda entrambi, stravolta e con l'aria di qualcuno che sta per piangere.
Deve ancora recuperare completamente il fiato.
"Ottima mossa" mi dice Aaron sorridendo sghembo.
"Già, non era male."
Gli sorrido e mi piego verso Sarah, strappando via dalla sua spalla le forbici.
"Queste sarà meglio buttarle" affermo, aggiudicandomi un altro sorriso da parte di Aaron.

Spazio autrice:
Cosa ne pensate di Sarah? Vi piace il suo personaggio?

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