44: Zoe

144 15 8
                                    

Se un tempo pensavo che dover combattere contro il lato oscuro di Aaron fosse la cosa peggiore che potesse capitarmi, adesso so che mi sbagliavo di grosso.
Aiden è posseduto e, giorno dopo giorno, porta nuove anime ad Anastasia, ma non quelle dei cittadini di New Hope, lui prende i turisti; qualsiasi persona che varchi le porte della città non tornerà indietro, almeno non tutta intera.
Sono passate due settimane da quando l'incubo ha avuto inizio e, nonostante abbia perso il controllo sul mio corpo, mi sto impegnando per recuperare i poteri anche solo per qualche secondo; spero basti a sistemare le cose.
Mi guardo allo specchio sorridendo furbamente. Lo faccio ogni mattina; Anastasia ha una vera e propria ossessione per il suo aspetto.
Scendo al piano di sotto e ignoro mio padre che prova a salutarmi ma da parte mia non ottiene risposta.
Anche lui si sta chiedendo che cosa mi stia accadendo. Vorrei tanto dirglielo, urlare a tutto il mondo che, per proteggere la vita delle persone che amo, ho distrutto la mia, ma non è possibile, non ancora; ho bisogno di altro tempo.
Raggiungo il bosco. Aiden sta trascinando lungo il terreno il corpo di un nuovo turista.
È un uomo adulto, sulla cinquantina e robusto; indossa un cappello da pescatore e il suo corpo è inerme.
"Bravo Aiden, sei sempre il migliore!" esclamo e gli do un bacio sulla guancia.
Lui non dice una parola, è ipnotizzato, posseduto dal fantasma che ha preso il sopravvento sul suo corpo.
Vederlo in questo stato dopo che gli ho salvato la vita mi distrugge; spero tanto che il mio piano vada a buon fine e che Anastasia torni nella seconda dimensione.
Gli accarezzo alcune ciocche di capelli, poi mi rendo conto che stanno diventando bianche.
"E queste cosa sono?"
Anastasia si pone questa domanda mentre osseva le ciocche con terrore.
Aiden non risponde ancora; il suo sguardo è spento, perso nel vuoto.
"Zoe, che cosa gli succede? È un effetto collaterale dovuto al ritorno dalla morte?" mi chiede Anastasia.
"Non che io sappia" rispondo debolmente.
Passo tutto il tempo seduta in un angolino remoto della mia mente, circondata dal buio e dalla fredda solitudine.
"Allora che cavolo ha? È troppo giovane per avere i capelli bianchi." Anastasia incomincia ad agitarsi.
Ci rifletto su e, ricordandomi un passaggio del libro proibito di Claire che Aaron mi ha legato qualche mese fa, le do una risposta:
"Forse, se un fantasma è morto molti anni fa e rimane nel corpo di qualcuno per troppo tempo, quella persona inizierà a mostrare la vera età del fantasma che l'ha posseduto."
"Ma certo, credo di averlo sentito da qualche parte, questo vuol dire che..." Ammutolisce mentre viene assalita dal panico.
Siamo una cosa sola ormai e percepire le sue emozioni non mi risulta affatto difficile.
"Che presto succederà la stessa cosa anche a me e invecchierò di novantanove anni." rispondo senza forze.
Anastasia, che controlla il mio corpo, si porta una mano sul petto e assume un'espressione preoccupata.
"Tu e Aiden siete morti, non dovremmo tornare umani una volta preso possesso dei vostri corpi."
"A me pare proprio stia accadendo, però"
"Non posso permetterlo, ci deve essere un modo!" si lamenta indispettita.
"Uscire dal mio corpo; non vale la pena restare qui, non a queste condizioni."
Termino di parlare e Anastasia tuona con una risposta colma di rabbia:
"Giammai! Devo prendere il libro degli spettri, troverò un incantesimo che mi permetterà di restare giovane nel tuo corpo, oppure tutti i tuoi amici moriranno uno per uno."
È spaventata e questo gioca a mio favore:
più avrà paura, più sarà facile per me riprendere il controllo.
"Buona fortuna, Claire l'avrà nascosto bene sta volta, e se c'è qualcuno di più determinato e cattivo di te, quella è proprio lei" dico mentre Anastasia mi costringe a camminare avanti e indietro per il bosco.
Aiden è ancora fermo, non fa nulla se prima non riceve ordini da parte mia; si è trasformato in un vero e proprio burattino.
"Allora non mi resta che ucciderla" dichiara Anastasia e si ferma di colpo.
Non oso ribattere, dato non mi darebbe retta. Crede di essere più forte di me ma, se ha un punto debole, se dovesse perdere la possibilità di restare giovane per sempre, vuol dire che sono un passo avanti a lei.
Arrivo a scuola e cammino con passo spedito verso Sam, afferrandola poi aggressivamente per il braccio.
"Zoe, che c'è?" chiede guardandomi innervosita.
"Dov'è il libro?" domando immediatamente.
"Quale libro?" risponde con aria innocente.
"Lo sai, l'unico che potrebbe mai interessarmi" dico aumentando la presa su di lei.
"Ok, così mi fai male, lasciami."
Si ribella ma io non demordo.
"Anastasia, il patto, lei è mia amica."
Sta volta a parlare è la vera me, quella che solo Anastasia può sentire.
Non mi ascolta nemmeno e mi fa stringere forte il braccio di Sam.
"Dammi quel libro o giuro che..."
Aaron si mette tra di noi prima che possa terminare la frase e libera sua sorella dalla mia stretta decisa.
"Non toccarla! Se vuoi prendertela con qualcuno fallo con me, ma non credo ne avrai il coraggio" dice lui con amarezza.
Sam intanto si accarezza il braccio ancora dolorante e mi guarda inquietata.
Anastasia sta cedendo alla collera ma, sorprendentemente, resta calma e si rivolge ad Aaron:
"Aaron, è bello vederti."
Non sono io a parlare e non poter fare nulla per dirglielo mi rende matta.
"Sam, va via" le ordina Aaron che non distoglie mai lo sguardo da me.
"Sta attento, non so più cosa aspettarmi ormai" risponde Sam prima di andare via, ma solo quando mi ha rivolto un'occhiata glaciale.
Nemmeno io ho idea di cosa aspettarmi da Anastasia ed è questo a spaventarmi.
Aaron si avvicina a me che mantengo un sorrisino scaltro in viso, uno che non sembra piacergli affatto.
Improvvisamente afferra il mio volto tra le mani e mi stringe le guance.
Anastasia viene intimidita dal suo sguardo serio e cattivo puntato su di me.
"Togliti quel sorriso di merda della faccia o te lo taglio via" mi minaccia Aaron e io scoppio a ridere, ricevendo da parte sua una stretta ancora più forte.
"Tu hai qualcosa che non va" afferma poi e non si sbaglia.
"È vero, sono tua amica, ho questo che non va."
Mi libero dalla sua presa, seppur essendo molto salda, e lo allontano rabbiosa.
"La Zoe che conosco mi odia ma crede comunque in me; non sono stupido, cosa combini?" domanda e, per un attimo, i miei diventano lucidi, come se potessi ancora controllarli.
Aaron ha ragione: il nostro rapporto è un vero disastro ma credo in lui e sono certa che faccia lo stesso con me.
"Mi dispiace dirtelo, Aaron, ma la Zoe che conosci tu è più che morta" dichiaro avvicinandomi di qualche passo a lui, così da fargli sentire bene le mie parole.
Aaron mi guarda scontento e mantiene gli occhi puntati su di me mentre vado via.
Passo accanto ad Alec ed Emily che si tengono per mano.
Loro mi guardano incuriositi ma non ho intenzione di fermarmi per una conversazione tra amici.
Ho quasi pianto prima, ciò significa che le mie emozioni fanno ancora leva sul mio corpo.
Scappo in bagno e, avendo recuperato un po' di controllo, urlo disperatamente, buttando fuori tutta la rabbia che sono stata costretta ad accumulare in queste settimane.
I miei poteri sono deboli e anche Anastasia lo è, nonostante si stia nutrendo di tutti quei turisti.
È colpa della vecchiaia, prendere possesso del mio corpo è stato difficile e adesso ne sta pagando le conseguenze.
"Guardati, sei patetica, ti dispiace per quegli stupidi ragazzini" commenta Anastasia mentre io combatto per farla tornare nella mia testa.
"Avevi detto che non avresti fatto del male ai miei amici ma io ho perso tutto: Justin mi odia, Sam ha paura di me, Aiden è posseduto, cazzo! Hai rovinato tutto!" grido tirando un pugno al muro, facendomi male alla mano.
Del sangue cola lungo le mie dita e avverto un forte bruciore nel petto; vuol dire che sono arrivata al limite.
"Avevo detto che non gli avrei uccisi e non mi sembrano morti" risponde Anastasia, quasi come se mi stesse beffeggiando.
Gioca con la mia mente e non prova il minimo rimorso.
In preda alla rabbia esco dalla cabina e mi avvicino a un lavandino, guardando poi il mio riflesso nello specchio.
Ho delle occhiaie violacee e le mie labbra sono gonfie; una ciocca dei miei capelli sta diventando grigia.
Il mio volto si incupisce, rabbioso, e respiro con più frequenza mentre concentro tutte le mie energie per riprendere il controllo.
Stringo i denti e grido. Se fossi lucida sicuramente avrei paura che qualcuno possa sentirmi.
I miei occhi si illuminano, passando dal loro solito colore nero a un bianco abbagliante.
"Zoe, fermati subito!" mi intima Anastasia; l'ho trasportata nello specchio e mi fissa intimorita, battendo contro il vetro per uscire.
La guardo ma non smetto di utilizzare i miei poteri finché lei non svanisce e torna nella mia testa.
Sono costretta a chiudere gli occhi e, quando li riapro, ho di nuovo il controllo del mio corpo.
Ora Anastasia sta dormendo, deve aver perso tutte le forze e per un po' resterà al suo posto.
"Aaron" pronuncio il suo nome istintivamente.
Solo lui mi crederebbe e devo parlargli prima che sia tardi.
Esco dal bagno e cerco Aaron tra tutti gli studenti che camminano annoiati lungo il corridoio.
"Zoe, sei sempre uno schianto!" esclama un ragazzo, uno dei tanti caduti nelle grinfie di Anastasia mentre aveva il controllo su di me.
Lo guardo di traverso e mi dirigo da Aaron che sta prendendo un libro dal suo armadietto.
Lo chiudo senza dire nulla e lui sobbalza confuso.
"Zoe, che cosa vuoi adesso? Non sono in vena di farmi prendere in giro" dice seccato.
"Niente prese in giro, ho bisogno di te."
Afferro la sua mano e lo trascino rapidamente in palestra.
Non so per quanto tempo Anastasia resterà dormiente e non vorrei mai scoprirlo mentre sono intenta a spiegare ad Aaron la verità.
"Ok, non so cosa tu abbia in mente adesso ma, se vuoi organizzare di nuovo una cosa a tre con Justin, ti avverto, io voglio stare dietro."
Gli rivolgo un'occhiataccia e la smorfia sul mio viso si trasforma presto in un sorriso divertito.
Mi era mancato guardarlo con i miei occhi e non attraverso quelli di Anastasia.
"Cazzo, sei un vero coglione!" asserisco ridendo.
Aaron inarca un sopracciglio.
"Questa è una cosa che diresti tu, già" risponde stupefatto.
"Perché sono io, sono Zoe, in carne e ossa."
"Ma non lo sei sempre stata?" domanda dubbioso.
"Cazzo! Tu non puoi...non puoi capire, credevo non sarei mai più tornata."
Sorrido.
Sembra tutto così bello adesso, non mi importa se durerà solo per qualche minuto, mi godrò ogni attimo di questo magico momento.
"Di che parli? Tornata da dove? Sei sempre stata qui."
"Il mio corpo sì, ma credimi, quella non ero io. So che ce l'hai con me adesso ma...ma ho dovuto fare una cosa per proteggervi e mandare via i fantasmi da New Hope."
Aaron ascolta le mie parole con incertezza, aspettandosi sicuramente qualcosa di terribile.
Gli racconto tutto e glielo leggo in faccia che è sconvolto. Sta trattenendo la rabbia in ogni modo possibile e vorrebbe uccidermi; non sopporta l'idea che io possa essermi messa in pericolo ancora una volta per salvare la città.
"Quindi non eri tu, per tutto questo tempo, non eri tu" dice dopo attimi angoscianti di silenzio.
"No, Anastasia è riuscita ad ottenere il controllo su di me, ma adesso è debole e sta invecchiando, ecco perché sono tornata, durerà poco ma almeno sono qui" rispondo e sorrido di fronte al suo sguardo ricolmo di irritazione.
Aaron è arrabbiato, forse troppo per non commettere qualche pazzia.
"Perché? Perché? Tu...come ti è saltato in mente? Rischiare così per noi, non sei tenuta a farlo!" sbotta.
"Lo credi davvero? Perché io sento che proteggervi è la cosa migliore che possa fare al momento."
"Ma non così! Se Anastasia dovesse vincere, se lei dovesse...hai idea di quello che accadrebbe? Resterebbe nel tuo corpo per sempre, per sempre, Zoe!"
Si dimostra ancora più arrabbiato e muove le mani freneticamente.
"Ho già un piano per quello. Lei è debole e ho scoperto cosa le fa paura: perdere la sua bellezza. Più utilizzerà i suoi poteri e più invecchierà, la porterò a esaurire tutte le sue forze" affermo determinata ma Aaron non risulta comunque entusiasta.
"Sei fuori di testa..." dichiara.
"No, so quello che faccio, ti devi fidare di me."
"Ti farai del male e io ti perderò per sempre!" ribatte.
Tocco il suo volto con entrambe le mani e lo costringo a guardarmi. Incontro i suoi occhi che lottano per non mostrare le sue debolezze.
"Presto Anastasia si sveglierà e io tornerò a fare cose orribili, cose che non vorrei mai fare a te o a Justin, non sprechiamo questo momento" dico parlando con voce sussurrata, smuovendo qualcosa in lui.
Le mie labbra sono vicine alle sue ma non abbastanza da poterle sfiorare.
Aaron mi guarda e mentirei se dicessi di aver già visto prima d'ora uno sguardo così attraente, così calmo e rassicurante.
"Era tutto finto?" domanda, quasi con il timore di essere giudicato per averlo chiesto.
"Che cosa?" rispondo senza distogliere lo sguardo da lui.
"Quando hai provato a baciarmi prima che arrivasse Justin" chiarisce.
Involontariamente fremo, dato che non mi aspettavo una domanda così diretta.
"Era tutto finto?" chiede ancora, infastidito dal mio improvviso silenzio.
Fisso le sue labbra, poi di nuovo i suoi occhi mentre perdo ogni sicurezza.
Voglio baciarlo e voglio farlo adesso, senza pensarci, senza darmi delle colpe.
Scuoto la testa nervosamente per esprimere un 'no' e rimango immobile.
Le mie labbra bruciano dal desiderio di baciarlo.
Accorcia la distanza tra noi e avvolge i miei fianchi con le sue fredde mani; i nostri respiri seguono lo stesso ritmo.
Sarebbe tutto perfetto se solo il fantasma di Anastasia non si svegliasse di colpo; mi sovrasta e riprende il controllo sulle mie azioni.
Indietreggio portandomi una mano sul petto. La vera me torna, ancora una volta, in quell'orribile posto buio e tenebroso.
"Zoe" dice Aaron intimidito.
Abbasso lo sguardo e, quando lo rialzo, un sorrisino sbilenco è presente sulle mie labbra.
Anastasia è tornata!
"Ti ha detto tutto, vero?" domanda - anche se agli occhi di Aaron è come se glielo stessi chiedendo io -  e lui diventa duro in volto.
"Anastasia, ti diverti proprio a possedere le persone a cui tengo" replica con astio.
"Già, e sta volta non me ne andrò più." Utilizza i miei poteri per spingere Aaron verso le tribune e lui rotola a terra, colpendo violentemente la schiena sul pavimento.
"Zoe è forte, ti respingerà!" afferma Aaron che parla con fatica.
"Dimentichi che ora noi due siamo una cosa sola; se è forte lei lo sono anche io, e se mi fai del male muore anche lei."
Aaron mi guarda con gli occhi colmi di odio, poi si alza in piedi.
"Comunque è stato un vero dispiacere interrompere il vostro bacio. Magari, la prossima volta, riuscirai a combinarci qualcosa" aggiunge Anastasia e, a quel punto, Aaron non ci vede più dalla rabbia.
Mi corre in contro in preda alla furia e Anastasia, grazie ai miei poteri, si teletrasporta via prima che possa attaccarla.
Ci ritroviamo proprio alla residenza Fletcher; non è stato molto furbo da parte sua, a meno che non abbia un piano ben preciso in mente.
"Devo prendere il libro degli spettri" dice Anastasia.
Come immaginavo.
Non ribatto; se voglio buttarla fuori dal mio corpo e rispedirla nella seconda dimensione dovrà credere che io sia debole, che mi sono arresa.
Saliamo al piano di sopra, verso la soffitta. Claire ha sigillato questa porta con un incantesimo e Anastasia, scoprendo di non poter fare nulla per entrare in soffitta, mi chiede:
"Come la apro?"
"Cosa vuoi che ne sappia? Non sono una strega."
"Ma ci hai avuto a che fare e ne conosci qualcuna, come l'infermiera della scuola."
"Non toccare Amanda, lei non sa nulla di tutta questa faccenda" controbatto svelta, con agitazione.
"Come vuoi" risponde Anastasia mentre la porta al piano di sotto viene aperta; qualcuno è appena entrato in casa.
"Non ricordavo che il cibo cinese fosse così buono, anche se, paragonato alla tua cucina, tutto lo sarebbe" afferma mio padre che suppongo stia parlando con Claire.
"Non fare lo spiritoso, neanche tu te la cavi così bene ai fornelli" risponde lei.
"Vuoi negare che i miei spiedini siano i migliori al mondo?" chiede papà.
"Lo nego oggi e lo farò sempre."
"Parli come un'invidiosa."
"E tu sei troppo egocentrico, soprattutto quando si tratta dei tuoi libri."
"Vuoi lamentarti delle mie opere adesso?"
Discutono come due adolescenti innamorati e ciò mi incuriosisce parecchio; peccato che non sia il momento adatto per pensarci.
"Se non posso prendere Amanda allora prenderò loro due" dichiara Anastasia che sorride elettrizzata.
"No, Anastasia, non fare nulla di stupido."
La mia richiesta viene ignorata e mi trascina al piano di sotto.
"Anastasia, dammi retta una buona volta! Non fare nulla di stupido."
Malgrado stia alzando il tono per farmi rispettare, finché mi troverò chiusa nella mia testa sarà tutto inutile.
Raggiungiamo l'ultimo gradino delle scale e, terrorizzata, mi preparo al peggio.

Undead 2 (Il Libro Degli Spettri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora